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40 anni fa moriva Ernesto ''Che'' Guevara. Cosa è rimasto del grande rivoluzionario oltre all'immagine sulle magliette?

09 ottobre 2007

Quarant'anni fa, il 9 ottobre 1967, Ernesto Rafael Guevara De la Serna, meglio conosciuto come Ernesto Guevara, detto il ''Che'' (per la sua abitudine di pronunciare questo intercalare in mezzo ad ogni suo discorso, una specie di cioè), veniva fucilato da un gruppo di militari boliviani dopo la sua cattura. Dopo aver partecipato da protagonista alla rivoluzione cubana, dopo aver spostato il movimento castrista e lo stesso Fidel Castro su posizioni comuniste, Guevara aveva abbandonato i suoi incarichi di governo (era stato ministro dell'industria cubana) e aveva cominciato una nuova impresa rivoluzionaria in Bolivia. Un tentativo disperato compiuto con un gruppo ristretto di seguaci senza alcun sostegno da parte di Cuba e del movimento comunista internazionale. Forse la ricerca di una morte gloriosa che ponesse fine alle sue contraddizioni di rivoluzionario davanti ai problemi del socialismo reale.
A 40 anni dalla morte, la sua figura resta un mito per molti giovani di tutto il mondo. Al di là delle ideologie ha rappresentato e rappresenta l'inquietudine, il coraggio e la romantica, sfortunata disperazione di chi si trova ad affrontare una morte precoce per rendere immortali i suoi principi.

Diventato un vero e proprio mito laico, un martire dei ''giusti ideali'', Guevara ha indubbiamente rappresentato per i giovani della sinistra europea (e non solo) un simbolo dell'impegno politico rivoluzionario, talvolta svilito a semplice gadget o icona da stampare sulle magliette.
In America Latina l'argentino 'Che' Guevara divide ancora l'opinione pubblica, come dimostrano le polemiche che in questi giorni hanno accompagnato le commemorazioni per i 40 anni della sua morte, polemiche più forti soprattutto in Bolivia, dove il 'Che' fu fucilato. Il presidente boliviano Evo Morales parteciperà alla cerimonia in onore di Che Guevara a Vallegrande, la località della selva in cui il guerrigliero pensava di poter avviare ''uno, due, tre Vietnam'' in America Latina. Accanto a Morales - che del Che è un grande ammiratore - ci saranno gli ambasciatori di Venezuela e Cuba, oltre a due ex guerriglieri e ai partecipanti del II Incontro mondiale Ernesto Che Guevara.

Ma quella con Morales non sarà l'unica commemorazione prevista in Bolivia: parallelamente, nelle caserme del paese andino si ricorderanno i 55 militari boliviani morti mentre lottavano contro la guerriglia di Che Guevara. Il generale Wilfredo Vargas, comandante delle Forze armate, ha dichiarato al quotidiano boliviano 'La Razón' di rispettare la decisione di Morales di partecipare al tributo al guerrigliero argentino, ma ha assicurato di voler essere presente all'atto in memoria dei 55 caduti del 1967. ''Anche noi abbiamo il diritto di riconoscere i nostri eroi'', ha detto al giornale. ''Il Che non fu un eroe. Stava in un gruppo di individui che aveva una propria ideologia, ma andavano contro la democrazia e la libertà'' sostiene il generale boliviano. Quanto a Morales, ''siamo in democrazia, bisogna rispettare il pensiero di ogni cittadino''.

L'uccisione del comandante verrà ricordata in numerosi paesi latinoamericani. Primo fra tutti Cuba: la commemorazione principale si svolge a Santa Clara e parteciperanno Raúl Castro e Aleida March, la vedova del Che. Nel frattempo Fidel Castro ha già presentato il suo tributo personale all'"eccezionale combattente", con un articolo apparso ieri sul quotidiano 'Granma'. ''Faccio una pausa nella mia lotta quotidiana, per chinare la fronte, con rispetto e gratitudine, di fronte il combattente eccezionale che è caduto 40 anni fa'', ha scritto il 'Lider Maximo'.
Castro, che nel 1955 incontrò in Messico il rivoluzionario argentino che partecipò poi come medico-guerrigliero alla rivoluzione cubana, è il grande assente alla mega manifestazione organizzata per commemorare il Che a Santa Clara, storico luogo di una delle battaglie decisive della rivoluzione. Ma Fidel Castro, convalescente, ha voluto partecipare con uno dei suoi ormai numerosissimi editoriali alle celebrazioni, ricordando che Guevara era ''un predestinato, anche se non lo sapeva'' che continua a ''combattere con noi e per noi''. Ed ha voluto ricordare anche il suo stile di scrittura, ''inconfondibile'', per la sua ''eleganza, brevità e veridicità: nessun dettaglio gli sfuggiva''.

In Venezuela il presidente Hugo Chávez inaugurerà un nuovo monumento in onore del Che nella località del Pico del Aguila (nello stato di Merida), che il guerrigliero visitò nel 1952 (a 24 anni) durante il suo viaggio latinoamericano con l'amico Alberto Granados. In Argentina, patria del medico guerrigliero, le commemorazioni sono state anticipate domenica, con un festival in Plaza de Mayo, di fronte al palazzo presidenziale. Le cerimonie in onore del comandante si moltiplicheranno anche in Messico, in Guatemala, in Nicaragua e in Brasile.

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09 ottobre 2007
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