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500 ospedali italiani sono a rischio sismico

Bertolaso: ''Per realizzare la messa in sicurezza degli edifici pubblici servirebbero una decina di Finanziarie''

11 giugno 2009

Sono almeno 500 le strutture ospedaliere che dovrebbero essere posti in sicurezza perché si trovano in zone a rischio sismico.
A renderlo noto è stato il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, in un'audizione alla commissione d'inchiesta sul sistema sanitario nazionale al Senato, aggiungendo: "E' una stima di massima, non abbiamo ancora numeri definiti"
La riqualificazione degli ospedali italiani, per renderli sicuri e a prova di terremoto nelle zone della Penisola a rischio sisma, "procede in maniera lenta e parziale" ha aggiunto Bertolaso.
In passato, ha ricordato il numero uno della Protezione civile, sono stati stanziati 65 mln di euro e successivamente 234 mln per la messa in sicurezza delle strutture strategiche del territorio. Fondi che sono stati utilizzati per eseguire oltre "7.000 verifiche" su edifici strategici: non solo ospedali, dunque, "ma anche Prefetture, questure, caserme dei vigili del fuoco, scuole soprattutto, edifici per anziani. E sono stati fatti i primi interventi di riqualificazione". Si tratta di fondi che, tuttavia, "non sono stati sufficienti". Basti pensare che solo sul fronte degli edifici scolastici "bisognerebbe verificare 15 mila strutture".

"E' importante ora - ha sottolineato Bertolaso - avere disponibilità finanziaria per poter procedere". Nel Ddl per l'Abruzzo approvato da Palazzo Madama, "è previsto un miliardo di euro - ha precisato - per la verifica" non solo degli ospedali, ma di tutte quelle strutture che risultano strategiche in situazioni d'emergenza, "e per la loro messa in sicurezza". E benché il provvedimento riguardi l'Abruzzo, questo capitolo di spesa "concerne l'intera Penisola". E anche se il miliardo previsto nel Ddl, "non basta - ha riconosciuto Bertolaso incalzato dai giornalisti al termine dell'audizione - intanto iniziamo. La verità è che per mettere in sicurezza dal rischio sismico, ma anche vulcanico e idrogeologico le strutture del nostro Paese ci vorrebbero decine di leggi finanziarie tutte insieme. Ma occorre iniziare piuttosto che fermarsi a polemizzare".

L'unico ospedale costruito secondo le migliori pratiche, ha aggiunto Bertolaso, è il nosocomio del Mare di Napoli. "E' l'unico in Italia - ha spiegato - che poggia su isolatori sismici. Non mi risulta nessun altro ospedale che sia stato costruito secondo i più moderni e avanzati sistemi tecnologici". E' stato realizzato, ha precisato, "come la scuola di San Giuliano di Puglia, che abbiamo ricostruito dopo il terremoto del 2002. In realtà, pur essendo stato terminato, l'ospedale del Mare non è ancora entrato in funzione. E' auspicabile che diventi operativo al più presto".

Il capo della Protezione civile, insomma, ha sostanzialmente confermato i dati dell'Aduc del 14 Aprile scorso sul numero di ospedali a rischio sismico. Nell'evidenziare il rischio terremoti-ospedali l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori avevano scritto una lettera al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, chiedendo che i soldi destinati al ponte sullo Stretto fossero destinati alla messa in sicurezza delle strutture ospedaliere. La proposta dell'Aduc fu ripresa da Alberto Quadrio Curzio, editorialista e ordinario di Economia politica alla Facoltà di Scienze Politiche della Università Cattolica.

Questo il comunicato Aduc del 14 Aprile scorso: "I soldi per il ponte sullo Stretto di Messina da utilizzare per mettere a norma antisismica gli ospedali. E' la richiesta al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, del segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni. Investimenti per la vita. Il ponte sullo Stretto dovrebbe costare 6,1 miliardi di euro con una partecipazione dello Stato, cioè di tutti noi, di 1,3 miliardi. Vista la scarsità di risorse pubbliche occorre scegliere tra una opera che può essere rimandata o attribuita al solo settore privato e la salvaguardia di vite umane in caso di terremoto con la messa a norma antisismica degli ospedali pubblici, in particolare quelli che si collocano in aree a rischio geologico. I momenti tragici e drammatici del recente terremoto in Abruzzo dovrebbero far riflettere i nostri governanti e indirizzare le poche risorse disponibili a strutture che sono state, sono e saranno coinvolte in prima istanza nella salvaguardia di vite umane. Nel nostro Paese ci sono 500 ospedali nelle aree a rischio da mettere a norma. Occorre intervenire prima che il prossimo terremoto, che sappiamo si verificherà, semini morte e distruzione. Un capo di Governo che abbia a cuore la vita dei suoi governati dovrebbe saper scegliere".

[Informazioni tratte da Adnkronos Salute/Ign, Corriere.it, Aduc.it]

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11 giugno 2009
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