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6 milioni di bambini l'anno muoiono di fame

In Africa 11 milioni di piccoli non raggiungono i 5 anni. Rapporto Fao 2005 sulla fame nel mondo

23 novembre 2005

Pianeta Terra, 23 Novembre 2005.
Ogni anno circa sei milioni di bambini muoiono per fame e denutrizione, praticamente l'intera popolazione prescolare di un paese grande come il Giappone.

In Africa, 11 milioni di piccoli non raggiungono i cinque anni.

Milioni di bimbi nel mondo muoiono per malattie come la dissenteria, la malaria, la polmonite.

Già, ecco il Pianeta Terra nell'anno 2005...
Potremmo non aggiungere più alcuna parola, e magari riflettere e... vergognarci. Tutti.


L'annuale rapporto della Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations) sullo ''Stato di insicurezza alimentare nel mondo'' è ancora una volta un pugno nello stomaco e uno in faccia all'indifferenza dei paesi ricchi. Quei paesi non hanno rispettato, e non rispettano, gli impegni presi e sono colpevolmente troppo lontani dal realizzare gli obiettivi del millennio.
La Fao anche quest'anno ha fotografato una situazione tragica, in cui le cause di mortalità infantile restano malattie curabili come la dissenteria, la polmonite e la malaria.
Oggi nel mondo sono 852 milioni le persone che soffrono di fame, di cui 815 nei paesi sottosviluppati, 28 milioni in quelli in transizione e 9 milioni nei Paesi industrializzati.
Se fame e malnutrizione sono le cause della povertà, dell'analfabetismo e degli alti tassi di mortalità, il rapporto dell'organizzazione Onu si sofferma sulla necessità di mettere in pratica le politiche di aiuto utili per combattere la fame nel mondo, obiettivo del World Food Summit (Wfs) del 1996 e uno degli obiettivi del millennio (Mdg), da realizzare nel 2015.

Ecco quello che ha scritto nelle conclusioni del rapporto Jacques Diouf, il rieletto direttore della Fao: ''I progressi per dimezzare il numero di persone che soffrono di fame nei Paesi in via di sviluppo sono molto lenti e la comunità internazionale è ancora lontana dal raggiungere gli obiettivi e gli impegni assunti al Wfs e Mdg. Se ognuna delle regioni in via di sviluppo continuerà di questo passo, solo il Sudamerica e i Caraibi raggiungeranno gli obiettivi del millennio. La maggior parte, se non tutti, gli obiettivi del Wfs e del Mdg possono essere raggiunti, ma solo se gli sforzi saranno raddoppiati e ripensati''.
I Paesi industrializzati sono sotto accusa.
Le richieste di Diouf sono chiare: tariffe più basse ma soprattutto meno sussidi ai produttori nordamericani e europei e più aiuti ai Paesi più poveri che sono le chiavi per permettere al Sud del mondo di raggiungere un livello di sviluppo soddisfacente.

Dei 852milioni di persone che soffrono la fame nel mondo, il 75% vivono in zone rurali nei Paesi più poveri, soprattutto in Africa. Qui vive la maggior parte dei circa 11 milioni di bambini che non superano i cinque anni, delle 530mila donne che muoiono durante la gravidanza ed il parto e dei 300 milioni di persone che muoiono di malaria.
Quasi tutti vivono nelle zone rurali - viene spiegato nel rapporto -, ma ciò nonostante negli ultimi 20 anni le risorse all'agricoltura sono diminuite del 50%.
Fortunatamente si intravede anche qualche segnale di inversione, come dimostra la decisione dell'Unione Africana di aumentare la percentuale di budget nazionali destinata allo sviluppo rurale e al settore agricolo del 10% in cinque anni.
''La riduzione della fame'', ha scritto Jacques Diouf, ''dovrebbe diventare la forza trainante e il motore del progresso e della speranza, perché una migliore alimentazione è alla base di migliori condizioni di salute, fa aumentare la frequenza scolastica, riduce la mortalità infantile e materna, dà la possibilità alle donne di avere maggiori strumenti, abbassa l'incidenza e i tassi di mortalità da HIV-AIDS, da malaria e da tubercolosi''.

Insieme al tragico quadro, la Fao propone anche una strategia, da poter svolgere su due fronti. Da un lato, investimenti a livello nazionale e internazionale per rafforzare la produttività e i redditi, tra cui la costruzione di infrastrutture e la promozione della pesca e del settore agricolo; dall'altro, il sostegno alimentare e sociale attraverso reti di sicurezza per i poveri, programmi di alimentazione per le madri e i neonati.
''La fame è un affronto alla dignità umana, tollerarla è una violazione dei diritti umani, combatterla un imperativo morale'', ha dichiarato il direttore generale della Fao, che ha sottolineato che il messaggio centrale del rapporto di quest'anno ''è che la lotta alla fame è una delle condizioni per raggiungere gli obiettivi del millennio''.

F.M.

- Rapporto Fao sulla fame nel mondo

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23 novembre 2005
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