600 milioni di euro finanziamenti appesi a un filo
La Regione Sicilia continua ad essere incapaci a spendere i fondi europei
[Articolo di Claudio Reale - Repubblica/Palermo.it] - Un passo avanti c’è. Ma non basterà. Il nuovo monitoraggio del ministero della Coesione territoriale sulla certificazione della spesa europea 2007-2013, che dovrà essere completata entro la fine di marzo, descrive una Sicilia ancora ferma al palo: i dati, aggiornati al 31 dicembre, fotografano una spesa con le carte in regola per meno dell’86 per cento dei finanziamenti comunitari del Fondo europeo di sviluppo regionale, un pacchetto da 4,3 miliardi. All’appello mancano i documenti per 611 milioni che fanno della Sicilia - con la Calabria - il fanalino di coda del Belpaese: basti dire che tutti i programmi europei italiani lanciati fra il 2007 e il 2013 valevano 45,7 miliardi e all’appello, da Bolzano a Lampedusa, mancano meno di 900 milioni.
L’allarme era già stato lanciato alla fine dell’anno scorso. E al dipartimento Programmazione, la struttura della Regione che si occupa dei fondi europei, è scattata così una corsa contro il tempo. Con una consapevolezza: molti Comuni sono indietro nella realizzazione delle opere, e dunque una parte dei finanziamenti sarà quasi certamente restituita a Bruxelles. C’è da dire che qualche risultato è stato raggiunto proprio nel secondo semestre del 2016: a luglio la certificazione del Fesr era ferma al 71,5 per cento, e dunque negli ultimi cinque mesi dell’anno scorso hanno ricevuto il "bollino" ministeriale 629 milioni. Più o meno la stessa cifra che bisognerebbe giustificare negli ultimi tre mesi.
Un po’ meglio la situazione del Fondo sociale europeo, l’altro mega-programma di investimenti. Anche in questo caso, però, la Sicilia è in coda alle classifiche nazionali, seguita solo dal Lazio: la certificazione è al 96,3 per cento, con una crescita di oltre otto punti percentuali in cinque mesi. L’accelerazione, insomma, è arrivata anche su questo fronte, nonostante alcuni ostacoli burocratici: "Di certo - dicono dalla Regione - non hanno aiutato alla certificazione sia il blocco alla spesa imposto dalla Finanziaria regionale 2015 sia la riorganizzazione degli uffici nella scorsa estate".
Probabile, comunque, che entro marzo arrivino i documenti per gli ultimi 51 milioni che mancano all’appello per il Fse, mentre per il Fesr l’accelerazione rischia di rimanere inutile.
I primi giorni del 2017 non hanno visto lo stesso ritmo dei mesi precedenti. "Adesso - garantiscono da Palazzo d’Orléans - siamo arrivati a 3 miliardi e 801 milioni". Cioè, rispetto al 31 dicembre, si è andati avanti di soli 53 milioni. "Il punto - ammettono dalla Regione - è che ci sono state molte rinunce e revoche. Inutile fare finta che ce la faremo: non riusciremo a giustificare tutta la spesa entro la fine di marzo. Ci arriveremo vicino, però: faremo meglio delle volte precedenti".