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700mila posti di lavoro in meno

La Banca d'Italia lancia l'allarme occupazione: in due anni l'occupazione è dimunuita del 3,1%

16 aprile 2010

Gli effetti della crisi in Italia continuano a farsi sentire pesantemente. A lanciare l'allarme stavolta è la Banca d'Italia: la ripresa è debole, i consumi non ripartono e la disoccupazione è sempre in aumento.

La ripresa in Italia è ancora debole sottolinea Bankitalia nel Bollettino economico. Anche se "il rialzo dell'attività industriale nel primo bimestre del 2010, unitamente ai segnali congiunturali positivi provenienti dai sondaggi qualitativi, prefigura una ripresa della crescita nei primi tre mesi dell'anno", sull'intensità e i tempi della ripresa "pesano tuttavia la perdurante debolezza dei consumi delle famiglie e l'incertezza sulla capacità dell'economia italiana di agganciarsi al recupero degli scambi internazionali". Nel complesso del 2009 la contrazione dei consumi (-1,8%) ha riflesso soprattutto l'andamento del reddito disponibile delle famiglie.
Esauritisi gli effetti temporanei degli incentivi fiscali alla rottamazione degli autoveicoli, la spesa per consumi "è frenata dall'andamento sfavorevole delle sue principali determinanti". Sulla base di un insieme informativo ancora incompleto "il reddito disponibile è calato di oltre due punti percentuali in termini reali nella media dello scorso anno".

Migliorano invece i giudizi delle imprese sull'andamento degli ordini e sulle attese di produzione. La fase di decumulo delle scorte "sembra essersi infine esaurita". Segnali di "un miglioramento delle aspettative" sono emersi anche nel settore delle costruzioni. Il clima di fiducia dei consumatori "è tornato tuttavia a peggiorare", riflettendo "accresciute preoccupazioni sulla situazione economica e sulle prospettive del mercato del lavoro". La caduta del numero di occupati, che già lo scorso anno si era tradotta in una sensibile contrazione del reddito disponibile, "è proseguita nei primi mesi del 2010". La propensione delle imprese a investire "risente della riduzione dei profitti e del basso grado di utilizzo della capacità produttiva". Le imprese "continuano a segnalare il permanere di difficoltà di accesso al credito", pur se "l'irrigidimento delle condizioni di offerta da parte delle banche si è fermato".
Incide sui giudizi dei consumatori anche il deterioramento dei bilanci familiari: "le prospettive di risparmio sono viste come sensibilmente meno favorevoli". Inoltre le percezioni d'inflazione "sono aumentate nell'ultimo semestre, in sintonia con la risalita dell'indice dei prezzi al consumo".

Anche sul fronte dell'occupazione i dati non sono affatto rassicuranti. "Rispetto al picco raggiunto nell'aprile del 2008, il numero delle persone occupate è diminuito di oltre 700 mila unità (-3,1%)". Bankitalia vede proseguire il calo dell'occupazione anche nei primi mesi del 2010: in gennaio e febbraio, infatti, "la flessione è stata pari in media allo 0,4% sull'ultimo trimestre 2009", spiega ancora Palazzo Koch, ricordando come tra ottobre e dicembre scorso l'occupazione abbia registrato, "per il sesto trimestre consecutivo", un ulteriore calo dello 0,2 sul trimestre precedente.
A febbraio il tasso di disoccupazione "ha raggiunto l'8,5%, 1,2 punti percentuali in più" rispetto allo stesso mese del 2009. Ed è tra i giovani, nella fascia compresa tra i 15 ed i 24 anni, che si registra l'aumento più pesante: il tasso di disoccupazione infatti "è cresciuto di 4 punti, raggiungendo il 28,2%".
Un aumento, quello della disoccupazione, registrato, anche se in tono minore, nell'ultimo trimestre del 2009 nel corso del quale, dice ancora Palazzo Koch, era salito rispetto ai tre mesi precedenti di 0,3 punti percentuali raggiungendo l'8,2%. Un tasso che arriva al 10,2% se si includono nel calcolo gli scoraggiati e i lavoratori che usfruiscono della Cig. "Una misura più ampia degli squilibri tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, che includa tra i non occupati anche i lavoratori che usufruiscono della Cig e i lavoratori scoraggiati nella ricerca di un impiego, risulterebbe di circa due punti superiore al tasso di disoccupazione", si legge ancora ne Bollettino di Bankitalia.
E sono in particolare gli immigrati ed i giovani a farne le spese. I primi con un aumento "forte" di circa 3,8 punti rispetto al IV trimestre 2008; i secondi con un aumento di 4 punti che è "relativamente più intenso al Centro e nel Nord (1,8 e 1,7 punti percentuali) rispetto al Mezzogiorno". Una minore crescita della disoccupazione che Palazzo Koch spiega con il forte senso di scoraggiamento che si respira tra i giovani al Sud: il dato infatti "è interamente spiegato dalla caduta del tasso di partecipazione al mercato del lavoro (-1,1 punti rispetto al quatro trimestre del 2008)", si legge nel Bollettino. [Adnkronos/Ing]

 

 

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16 aprile 2010
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