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8, 9... 10 offerte per Termini Imerese

Il ministro dello Sviluppo economico: ''Stiamo valutando le proposte che Fiat non ostacolerà''

08 febbraio 2010

Per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese "abbiamo 8, 9... 10 offerte, che stiamo valutando e che presenteremo il 5 marzo al tavolo dell'auto per valutare qual è quella che può garantire i posti di lavoro: abbiamo tempo un anno e mezzo". Così il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, intervistato da Maurizio Belpietro a Mattino5 su Canale 5 ha fatto il punto sulla vicenda della fabbrica siciliana.
"Con la Fiat - ha proseguito il ministro - il discorso su Termini è chiuso, ma il gruppo concorda non ostacolerà e aiuterà una soluzione diversa''. "La Fiat ha dichiarato di volerlo chiudere, nella riorganizzazione che sta facendo in Italia. Prendiamo atto della decisione, ma abbiamo chiesto che la produzione in Italia aumentasse da 650mila a 900mila pezzi, quindi una grande crescita di produzione e di lavoro''. "Abbiamo chiesto alla Fiat che si impegni insieme a noi a trovare una soluzione industriale.

Quanto a Pomigliano d'Arco, lo stabilimento Campano, Scajola ha osservato che lo stabilimento "soffre della crisi di produzione dell'Alfa Romeo, che è debole in questo momento: ma in accordo con la Fiat si prevede lo sviluppo producendo lì la Panda, che attualmente è prodotta in Polonia e che è il modello di punta delle vendite Fiat".
Tornando infine sulla polemica relativa agli incentivi, il ministro ha parlato dei 270 milioni ricevuti dal gruppo automobilistico per la per ricerca e gli investimenti: "Certo é - ha sottolineato - che questi incentivi sono quelli che hanno permesso di avere prodotti innovativi e quindi di vincere la battaglia per la Chrysler. Non vanno restituiti, ma sono un grande impegno perché la Fiat sviluppi l'italianità e la presenza in Italia". "Nel passato - ha concluso Scajola - la Fiat ha dato diverse prove di poca attenzione all'auto, ma da quando c'é Marchionne ha investito molto sul settore, che è diventato il suo core business. E allora via le polemiche, ma la Fiat si ricordi che l'Italia ha dato alla Fiat come la Fiat ha dato all'Italia".

Su quest'ultimo tema è intervenuto anche il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. "La Fiat da anni è aiutata dallo Stato: se sommassimo gli aiuti in 50 anni, ce la saremmo comprata più volte". Il ministro Brunetta ha precisato che la sua "magari è una battuta da verificare, ma gli italiani hanno questa percezione". "Non dobbiamo abbandonare gli operai di Termini Imerese. Per questo, serve un grande senso di responsabilità, da parte di tutti, a partire dall'azienda, visto che gli operai sono suoi, ma anche del governo", ha poi aggiunto Brunetta. Il ministro ha detto no a chiusure senza alternative per i lavoratori ma, allo stesso tempo, ha anche ammesso che "sarebbe un errore tenere posti di lavoro improduttivi". Quindi, ha aggiunto, "tenere la produzione finché passa la nottata è un impegno di tutti. Fughe in avanti o velleitarismi non servono". Per Brunetta, "in questo momento le grandi aziende come la Fiat devono avere un grande senso di responsabilità perché questa è la fase più difficile, la coda avvelenata della crisi". Da un lato, ha però sostenuto, non si possono "certamente tenere in piedi stabilimenti improduttivi, ma d'altra parte neanche ragionare solo e unicamente in termini astratti di razionalità produttivistica": Bisogna, "con opportuni investimenti, rimettere in produzione ed efficienza" il sito. Il Sud e Termini Imerese "non hanno bisogno di quei posti di lavoro ma di posti di lavoro". Per questo, "finché non ce ne sono di alternativi, il governo fa bene a tenere. C'é bisogno di tempo per costruire alternative".

Il presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, parlando al Tg1 ha sostenuto che per il futuro di Termini Imerese, "la cosa più importante sono gli uomini e le donne che vi lavorano e le loro famiglie". "Ecco perchè - ha aggiunto - vogliamo farci carico con i sindacati, il governo e la regione Sicilia di garantire loro un futuro occupazionale attraverso scelte serie e durature nel tempo per quando la Fiat non produrrà più". "Negli ultimi 5 anni - ha detto ancora Montezemolo - la Fiat ha investito 25 miliardi di cui 16 in Italia quindi i due terzi, abbiamo tutte le intenzioni di proseguire in questo modo". "E abbiamo preso una decisione coraggiosa e rischiosa - ha aggiunto - di trasferire a Pomigliano la produzione della Panda che, insieme alla Punto, è la vettura più importante".

Brusco, infine, l'intervento del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Miccichè, nell’ultimo post del suo blog Sud.  "L'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne è contro il rinnovo degli incentivi perche’ così come accade in altre parti del mondo vorrebbe i soldi diretti dello Stato, è cosciente di non essere stato capace a rendere Fiat competitiva ed è consapevole che di quegli incentivi potrà farsene ben poco, perchè moltissimi italiani li useranno per acquistare auto non Fiat". Miccichè invita la Fiat ad "andare via senza se e senza ma e casomai chiedendo scusa". "Montezemolo dice di non avere mai avuto un euro dallo Stato? Mente – aggiunge Miccichè – sapendo di mentire, oppure ignora le cose. Mi sembra, tuttavia, improbabile che il presidente della Fiat non sappia quello che sanno pure i bambini di quinta elementare". E proprio sul tema incentivi il sottosegretario lancia una proposta al governo Berlusconi: "Non dare più nulla alla casa automobilistica torinese e destinare, invece, la metà di quei fondi alla Sicilia. L’esecutivo risparmierebbe così centinaia di milioni e noi in Sicilia con quei soldi non solo assicureremmo il futuro agli operai di Termini, ma creeremmo sviluppo e altra occupazione". Per Miccichè "Fiat se ne vada pure, ma consegni alla Sicilia le chiavi dello stabilimento di Termini Imerese senza condizioni. Lì si deve continuare a produrre automobili, perchè questo è ciò che gli operai sanno fare e lo fanno pure bene. Vadano via - ha ribadito - senza se e senza ma, casomai chiedano scusa per il disturbo, e ci lascino progettare in santa pace il futuro di una realtà industriale che è il cuore dell’economia siciliana e che non può arrestarsi per i pruriti e le teorie da super manager di Marchionne". "Nessuno si permetta d’intralciare i possibili percorsi alternativi che individueremo per quelle migliaia di nostre famiglie che oggi vivono nell’angoscia e nel terrore. Altrimenti, le prossime riunioni non le faremo né al Ministero dello sviluppo economico, né a Palazzo Chigi, ma sotto casa di Marchionne" conclude Miccichè.

A Termini Imerese, l'amerezza è tantissima. Una quarantina di sindaci del comprensorio di Termini Imerese sfilerà, con la fascia tricolore, in una fiaccolata - che si terrà in contemporanea in ogni Comune, alle 18 del 19 febbraio - per chiedere alla Fiat di cambiare il proprio piano industriale, che prevede, a partire dal 2012, la chiusura dello stabilimento dove attualmente si produce la Lancia Ypsilon.
La decisione è stata presa sabato mattina nel corso di un incontro dei primi cittadini nel municipio di Termini Imerese. Alla riunione hanno anche partecipato il parroco Francesco Anfuso e i sindacati. I sindaci hanno previsto una ulteriore iniziativa per il 27 febbraio, quando manifesteranno davanti ai cancelli della Fiat. "L'azienda - ha detto il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato - tenta di spaccare il fronte dei lavoratori, distinguendo tra vecchi e giovani, pensionabili e non. Noi diciamo che la battaglia è unitaria e comprende tutti i lavoratori, anche quelli dell'indotto".
Infine, i primi cittadini hanno chiesto un incontro al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, per entrare nel dettaglio del piano d'investimenti di 350 milioni per l'area industriale di Termini Imerese, ribadito da Lombardo durante il tavolo al ministero per lo Sviluppo.
Intanto, il segretario regionale della Fiom, Giovanna Marano, chiede al governatore di intervenire sull'esecutivo nazionale, perchè, spiega "la scelta di Invitalia asseconda la volontà della Fiat di smantellare lo stabilimento di Termini Imerese.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, La Siciliaweb.it, LiveSicilia.it, Repubblica/Palermo.it]

- Sotto il cielo di Termini Imerese (Guidasicilia.it, 06/02/10)

 

 

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08 febbraio 2010
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