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873mila euro l'anno...

Lo stipendio che Mauro Moretti, ad di Ferrovie, non vuole toccato: "Vediamo se Renzi mi convince"

26 marzo 2014

Non accenna a placarsi la polemica sui compensi dei manager pubblici innescata dalle dichiarazioni dell'amministratore delegato di Ferrovie Mauro Moretti. Venerdì scorso, Moretti, a margine di un convegno a Bologna, aveva detto: "Lo Stato può fare quello che desidera: sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto". E a chi gli chiedeva se in caso di un taglio della sua retribuzione potesse considerare l'ipotesi di andarsene, Moretti si è limitato a replicare: "ma non c'è dubbio". Quindi ha aggiunto: "Io prendo 850 mila euro l'anno (in realtà sarebbero 873mila, ndr), il mio omologo tedesco ne prender tre volte e mezzo tanti: siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire, non dico alla tedesca e nemmeno all'italiana, ma un minimo per poter fare sì che i manager bravi vengano dove ci sono imprese complicate e dove c'è del rischio ogni giorno da dover prendere".

Frasi che hanno scatenato una vera e propria bufera: tra le bordate più ficcanti quella di Diego Della Valle, patron della Tod's e socio di Ntv, concorrente diretto dell'ex monopolista ferroviario, che a Moretti ha chiesto di "andarsene a casa". "Se Moretti avesse il coraggio e la dignità di andarsene - ha detto Della Valle - troverebbe milioni di italiani pronti ad accompagnarlo a casa: sono tutti i viaggiatori costretti a viaggiare con tanti disagi sui treni delle ferrovie italiane, costretti a subire ritardi ingiustificati, a viaggiare su treni vecchi, ad usare stazioni decrepite e poco sicure, senza nessun rispetto per la loro dignità. Spetta a loro, infatti, il diritto di giudicare come le Ferrovie dello Stato sono gestite".

Sul tema, parlando al TG1, è intervenuto anche il premier Matteo Renzi. "Resisteranno a parole" dice dei manager, "ma poi ovviamente è naturale che le cose cambino: non è possibile che l'ad di una società guadagni 1.000 volte in più dell'ultimo operaio, torniamo ad un principio di giustizia sociale. Noi non molliamo".
Per il Governo direttamente al capoazienda delle Ferrovie ha replicato il responsabile dei Trasporti, Maurizio Lupi: "Se un manager ha voglia di andare via è libero di trovare sul mercato chi lo assume a uno stipendio maggiore". Moretti è "un manager efficiente" ed ha "dimostrato di aver lavorato bene", riconosce il ministro, ma "se il padrone, in questo caso lo Stato, decide che rispetto a quello stipendio bisogna dare un segnale anche nella direzione dei cittadini (perché circa 50 mila euro al mese non mi sembra che siano oggettivamente pochi), giustamente siamo in un mercato libero e credo che se Moretti ha altre offerte, se vuole andare alle Ferrovie tedesche, lo può fare tranquillamente".

Ieri, fatto abbastanza scontato, la presentazione del piano industriale delle Fs ad opera di Moretti è diventata l'occasione buona per tornare sulle sue dichiarazioni. "Qui non stiamo a poltrire negli uffici", ha esordito Moretti nella sede di Assolombarda, a Milano, presentando le strategia 2014-2017 che prevedono 24 miliardi di investimenti di cui 8,5 miliardi in autofinanziamento, approvato dal consiglio di amministrazione il 19 febbario scorso.
"Il nostro è il lavoro più duro che si possa pensare in Italia e nel mondo. Ho conosciuto tanti ex amministratori delegati e tutti mi hanno detto che una realtà industriale così dura, complessa e difficile non l’avevano mai vista. Ora la sfida è che il capitale industriale della società venga valorizzato appieno perché va a beneficio di tutta la collettività. Non capisco chi dice che qui la competizione non c’è. Non so in che mondo viva". "Aspetto la proposta di Renzi. La valuterò, toccherà a lui convincermi. Aspetto la proposta - ha detto rispondendo ai giornalisti - perché da quando ricopro questo ruolo ho ricevuto solo riduzioni di stipendio. All’inizio prendevo 1,1 milioni e chi mi ha preceduto ne prendeva anche 1,6. Non è un fatto personale, ma la leva retributiva è fondamentale nelle aziende che stanno sul mercato". Per quanto riguarda eventuali altre proposte dall’estero "l’avete scritto sui giornali sono italianissimo, vorrei continuare a lavorare in un’impresa italiana".

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26 marzo 2014
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