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963 immigrati stipati in un vecchio barcone

Maxi sbarco nel ragusano: i profughi, provenienti dall'Africa subsahariana, sono partiti dalla Libia quattro giorni fa

31 maggio 2011

Un barcone con 963 immigrati, tra i quali circa 130 donne e una quarantina minori, è stato soccorso in nottata a Sud di Capo Passero dalle motovedette della Guardia di Finanza. Dopo essere stati accompagnati nel centro di accoglienza temporanea di Pozzallo in questo momento i profughi vengono smistati verso altre strutture a causa del loro numero elevato.
Il barcone utilizzato per la traversata è un vecchio peschereccio in ferro di circa 25 metri. Due unità della Guardia di Finanza lo hanno intercettato a Sud di Capo Passero, l'estremo lembo meridionale della Sicilia. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato anche alcune motovedette della Guardia Costiera.
I profughi, provenienti dalla Libia e originari di paesi dell'area subsahariana, hanno viaggiato in condizioni disumane. Una cinquantina di loro è stato trasportata in ospedale. "Tutti erano stremati - hanno spiegato i finanzieri che hanno accolto i migranti a Pozzallo - una massa umana impressionante che aveva occupato ogni millimetro dell'imbarcazione. Tantissimi i bambini e le donne. Questa volta, infatti, sono partite famiglie intere". I profughi hanno raccontato di essere partiti dalla Libia quattro giorni fa.
Agganciati prima dai maltesi, la navigazione è stata fatta proseguire verso la Sicilia: i finanzieri li hanno intercettati 14 miglia da Pozzallo e li hanno immediatamente soccorsi.

Dunque, un sbarco che diventa un nuovo motivo di malumori nei confronti di Malta. "Nella mattina di ieri - hanno raccontato fonti della Guardia di finanza - erano stati agganciati dalle motovedette maltesi nella acque di loro competenza, ma si sono limitati a dare loro un po' d’acqua e qualche salvagente, senza preoccuparsi di verificare se avessero bisogno di aiuto né tanto meno hanno voluto prenderseli in carico, considerato, peraltro, che il barcone era pieno all’inverosimile. Forse era il caso di condurli subito sulla terra ferma. Invece, sono stati semplicemente monitorati e li hanno fatti proseguire verso l’Italia. E quando è toccato a noi li abbiamno soccorsi senza farci domande sulla competenza".

La sorella della première dame contro il cognato - "Non ho visto le immagini di Lampedusa, ma penso che lì sia successo qualcosa di violentissimo, di insostenibile con tutti i morti che ci sono stati anche fra mamme e bambini". Così l'attrice e regista Valeria Bruni Tedeschi sorella della première dame francese Carla Bruni, ieri a Roma per la presentazione di "Tutti per uno", il film di Romain Goupil, in uscita il primo giugno, che racconta il dramma dei sans papiers dalla prospettiva dei bambini.
Un giudizio sulla politica francese rispetto ai respingimenti è venuto dal regista: "Il modo di reagire del governo francese e di Sarkozy - ha detto Goupil è stato vergognoso, quello che aveva fatto il governo italiano concedendo dei permessi temporanei era ciò che avrebbe dovuto fare tutta l’Europa. Quello che sta succedendo in Paesi come Egitto, Tunisia, Libia, e speriamo anche in Siria, è uno sconvolgimento grande come quello del Muro di Berlino. L’Europa dovrebbe avviare delle politiche per aiutare questi Paesi. Non voglio fare una classifica di chi è peggio tra Berlusconi e Sarkozy, ma il governo francese si è comportato nel modo sbagliato". Valeria Bruni Tedeschi, cognata del primo ministro francese Sarkozy, sul tema si è limitata a dire: "Io la penso come lui".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Il Fatto Quotidiano, Corriere del Mezzogiorno]

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31 maggio 2011
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