A Cefalù è ormai disastro ambientale
Due giorni di fuoco sulle colline della zona: distrutti 1.500 ettari di bosco, diverse case evacuate
A Cefalù è ormai disastro ambientale. Le fiamme continuano a propagarsi nelle colline sopra la cittadina del Palermitano, dove, da quasi 48 ore, stanno andando in fumo oltre 1.500 ettari di bosco e macchia mediterranea, complice un forte vento di scirocco che alimenta diversi focolai.
Ieri pomeriggio i canadair e i vigili del fuoco erano riusciti a spegnere gli incendi, ma nella tarda serata di ieri un altro incendio ha colpito la stessa zona, in contrada Ferla dove tre mezzi dei vigili del fuoco sono impegnati per spegnere le fiamme. Due abitazioni sono state evacuate in contrada Ferla.
Le fiamme sono divampate all'inizio in contrada Aquilea tra Isnello e Castelbuono, hanno poi raggiunto la zona boschiva di pizzo Sant'Angelo, sopra il santuario di Gibilmanna, hanno sfiorato i campi da golf della zona, sfiorato l'osservatorio geofisico e si sono poi estese alle contrade Carbonara e Ferla. Proprio a Ferla sono state evacuate varie case. Tre persone, rimaste intrappolate, sono state soccorse dai vigili urbani.
Purtroppo, il forte vento di scirocco che da giorni soffia sulla Sicilia, ha favorito l'estendersi del vasto rogo, che ha ripreso vigore continuando il suo cammino di distruzione.
"Danni incalcolabili e ora si prospettano seri pericoli di dissesto" dice il sindaco Rosario Lapunzina, che ha ingaggiato una polemica con l'organizzazione degli interventi per ottenere, con un certo ritardo, l'invio di mezzi e di uomini in grado di domare i roghi alimentati dal vento di scirocco e dalla fitta vegetazione. In certi punti le fiamme hanno raggiunto un'altezza di 15 metri e formato un fronte di 6 chilometri. "Sono stati distrutti paesaggi straordinari" lamenta Lapunzina per il quale il disastro poteva essere evitato se il primo canadair intervenuto ieri fosse rimasto nel teatro delle operazioni. Invece, dopo alcuni getti d'acqua, è tornato alla base. La prima spiegazione data al sindaco parlava di un cambio del pilota. Oggi la spiegazione è cambiata: avaria. Con il buio l'incendi è avanzato con una velocità impressionante. Ha raggiunto Gibilmanna, e ha attaccato le contrade di Carbonara e Ferla: le due zone dove sono state poi decise tutte le evacuazioni.
Che ci sia una mano criminale è certo. Forse anche una strategia, adombrata dalla simultaneità dei roghi divampati in un vastissimo territorio, da Termini Imerese fino a Tusa passando per San Mauro Castelverde, uno dei paesi più incontaminati delle Madonie ma anche più bersagliati.
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, GdS.it, Lasiciliaweb.it]