A Cuba è finita un'epoca. Il ''lìder maximo'' Fidel Castro lascia la presidenza. Tutto nelle mani del fratello Raul
Il ''lìder maximo'', Fidel Castro, ha rinunciato alla presidenza e alla carica di comandante in capo di Cuba. La notizia è stata riportata ieri dall'edizione online del quotidiano cubano Granma, l'organo ufficiale del partito comunista cubano.
“Comunico che non cercherò né accetterò - ripeto - non cercherò né accetterò, l'incarico di Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo”. Con queste parole, nel messaggio pubblicato dal quotidiano comunista, Castro ha lasciato ufficialmente il potere dopo quasi 49 anni. L'annuncio è arrivato a pochi giorni dal 24 febbraio, data in cui si terrà la riunione della nuova Assemblea nazionale per l'elezione del nuovo presidente del Consiglio di Stato, ovvero del leader cubano. Finora Castro, dal 1959 in poi, era sempre stato rieletto.
Il contenuto del messaggio, firmato di suo pugno e datato 18 febbraio 2008, era stato preannunciato, in un certo senso, dallo stesso Castro qualche giorno fa, quando in un articolo sulla stampa locale, aveva scritto di avere in preparazione un annuncio “di grande interesse”.
A succedergli dovrebbe essere suo fratello minore, il 76enne Raul, settimo e ultimo figlio della coppia formata dallo spagnolo Angel Castro e dalla cubana Lina Ruz, eterno “numero due” e definito dallo stesso Fidel in passato il suo “erede naturale”.
Raul è stato il “reggente” dell'isola per i 19 mesi della malattia che ha colpito lìder maximo a fine luglio 2006. Per i suoi nemici, Raul ha rappresentato il “volto stalinista” della rivoluzione anche se ma avversari e sostenitori gli riconoscono grande capacità organizzativa.
La decisione di Fidel ha provocato, tra gli altri, anche l'intervento del presidente americano, George W. Bush: "Dopo quasi cinquanta anni di potere incontrastato - ha detto Bush in visita in Ruanda - la decisione di rinunciare alla presidenza dovrebbe preludere alla “transizione democratica” per il popolo cubano". Una serie di riforme che “portino a elezioni libere e corrette. E voglio dire davvero libere e corrette, non quel tipo di elezioni che i fratelli Castro tentano di contrabbandare come vera democrazia”. Bush non ha fatto cenno alla possibilità di un allentamento dell'embargo economico che gli Usa mantengono da quattro decenni nei confronti di Cuba e ha aggiunto che “un primo passo” verso il disgelo sarebbe che l'Avana liberasse i prigionieri politici.
LA FINE DI UN'EPOCA
di Alessandro Grandi (www.peacereporter.net)
Per Cuba è la fine di un'epoca: Fidel Castro leader indiscusso dell'isola per 49 anni lascia definitivamente tutti gli incarichi politici. L'annuncio è ufficiale ed è stato diramato dalle pagine del Granma, organo del Partito comunista cubano.
I poteri a Raul. Non ha voluto aspettare il 24 febbraio prossimo, Fidel, data nella quale l'assemblea nazionale sarà convocata per eleggere il presidente del Consiglio di Stato. Il Lider Maximo ha gettato la spugna prima, con l'evidente coscienza di un uomo che sa di non potercela più fare a portare avanti un Paese. Per chi mastica bene il linguaggio di Castro e segue i suoi lunghissimi discorsi da anni, però, era evidente che qualcosa sarebbe cambiato molto presto. Qualche giorno fa, in una sua lettera, infatti, Castro aveva annunciato che a breve avrebbe dato a tutti una notizia di “grande interesse”. E così è stato. “Non cercherò né accetterò l'incarico di presidente del Consiglio di Stato e comandante in Capo” ha detto Fidel, scatenando subito un tam tam internazionale intorno alle sue condizioni di salute. Più semplicemente, Fidel, è consapevole del grande impegno, sia fisico che mentale, che richiede quel ruolo e sembra essere ormai cosciente del fatto che a 81 anni, e una grave malattia che lo tiene fermo da un anno e mezzo, forse non ha più le forze necessarie per andare avanti. Quindi largo a Raul, vicepresidente di Cuba (e fratello di Fidel) che ottiene ufficialmente tutti i poteri previsti dalla Costituzione cubana (almeno fino a domenica 24 data in si deciderà il prossimo futuro di Cuba).
Le ultime elezioni. Erano state quasi un plebiscito per Fidel le ultime elezioni politiche. Sia lui che Raul, infatti, avevano ottenuto una valanga di voti. E lo stesso comandante aveva ringraziato la popolazione per la fiducia accordata: “Mi avete fatto un grande onore eleggendomi a membro del parlamento - ha detto Fidel - adesso è arrivato il momento di eleggere i membri del Consiglio di Stato, il suo presidente e un vicepresidente”. E confida sul mix di anziani e giovani che la classe politica cubana è stata capace di generare nel corso degli ultimi anni, strizzando l'occhio soprattutto ai giovani che avverte con un messaggio: “Il cammino sarà difficile e richiederà lo sforzo intelligente di tutti”.
Che ne sarà dell'isola. Sicuramente dopo l'amarezza iniziale per l'annuncio di Castro i cubani dovranno trovare qualche rimedio. Sembra scontata l'elezione alla presidenza del Consiglio di Stato di Raul, fan della politica socioeconomica cinese anche se sono molti quelli che credono che una piccola percentuale di possibilità la possano avere anche Felipe Perez Roque, attuale cancelliere e giovane di buone speranze e Ricardo Alarcon, presidente del Parlamento e protagonista negli ultimi giorni di un video nel quale i giovani del Partito lo incalzano con domande sul loro futuro e sul futuro del Paese. Di certo Fidel, finchè potrà, vigilerà su tutti quelli che avranno il bastone del comando. “Non vi dico addio - scrive il Lider Maximo nella lettera pubblicata sul Granma - Spero di combattere come un soldato delle idee e continuerò a scrivere e forse la mia voce verrà ascoltata”.
E' sicuro, però che la figura di Castro rimarrà sempre presente e indelebile nel cuore e nell'anima dei cubani. Nel bene e nel male. Pochi giorni ancora e sarà più chiara la direzione di Cuba per i prossimi decenni.
- "Cuba, il lungo assedio del Golia Usa" di Vittorio Zucconi