A due giorni di distanza dallo Sciopero della spesa, ci chiediamo: trionfo o fiasco?
A cosa è servito e quale il numero delle adesioni?
Sullo sciopero della spesa è intervenuto anche il ministro per le Attività produttive Antonio Marzano, sostenendo che "i cittadini dovrebbero scioperare ogni giorno contro i commercianti furbi" piuttosto che farlo una tantum e indiscriminatamente.
Pronta la replica del presidente dell'Adoc, Carlo Pileri: "Se Marzano avesse ragione, ovvero se i rincari fossero opera solo di una parte dei commercianti e non un fenomeno diffuso di speculazione, perché fino ad oggi non si è impegnato per individuare e punire quelli che definisce i furbi?". "Il problema comunque - prosegue Pileri - è più grave e più esteso e non può essere schivato dal ministro con dichiarazioni semplicistiche. Gli aumenti, soprattutto nei generi alimentari e nella ristorazione, sono più che diffusi".
I numeri
Allo sciopero della spesa hanno aderito più di 26 milioni di cittadini.
E' quanto sottolinea l'Intesa Consumatori, aggiungendo che dall'iniziativa sono stati colpiti in particolare supermercati e negozi di abbigliamento e calzature. Ma la grande distribuzione nega.
Dai rilevamenti effettuati in tutto il Paese dall'Intesa, che ha proclamato lo sciopero a cui hanno aderito Cgil, Cisl, Uil e Confsal, emerge una percentuale di adesione pari al 47% dei consumatori.
Le rilevazioni, in due fasce orarie, sono state effettuate dalle strutture periferiche delle 4 associazioni dell'Intesa, che hanno monitorato l'afflusso medio di consumatori presso supermercati e centri commerciali in alcune grandi città nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì scorsi con i dati di afflusso registrati oggi nelle stesse fasce orarie.
Secondo questi dati, a Roma ha aderito il 38% dei consumatori, così come a Milano, a Firenze il 36%, a Bologna il 40%, a Bari il 48%, a Palermo il 52%, a Napoli il 56%, a Torino il 41%, a Catania il 48%, a Cesena il 52%, a Como il 35% e a Cagliari il 33%. L'Intesa prevede comunque che l'adesione allo sciopero possa raggiungere, entro la mezzanotte di martedì, il picco di 30 milioni di cittadini che hanno rinunciato ad almeno un acquisto.