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A due giorni di distanza dallo Sciopero della spesa, ci chiediamo: trionfo o fiasco?

A cosa è servito e quale il numero delle adesioni?

18 settembre 2003
Grande successo o fallimento totale? Le associazioni di consumatori promotrici dello sciopero della spesa ne rivendicano i risultati, ma la controparte (i commercianti) sono di tutt'altro avviso. La Fipe-Confcommercio sostiene, in base a propri rilievi condotti su un campione significativo del territorio, che gli oltre 200mila pubblici esercizi italiani non si sono neanche accorti dello sciopero. Secondo la Fipe in alcune grandi città, come Roma, Firenze e Milano e nei centri storici delle città d'arte i consumi fuori casa di martedì sono stati addirittura superiori a quelli degli altri giorni, sia per la prima colazione che per la pausa pranzo, nei singoli esercizi come nelle grandi catene di ristorazione.

Sullo sciopero della spesa è intervenuto anche il ministro per le Attività produttive Antonio Marzano, sostenendo che "i cittadini dovrebbero scioperare ogni giorno contro i commercianti furbi" piuttosto che farlo una tantum e indiscriminatamente.
Pronta la replica del presidente dell'Adoc, Carlo Pileri: "Se Marzano avesse ragione, ovvero se i rincari fossero opera solo di una parte dei commercianti e non un fenomeno diffuso di speculazione, perché fino ad oggi non si è impegnato per individuare e punire quelli che definisce i furbi?". "Il problema comunque - prosegue Pileri - è più grave e più esteso e non può essere schivato dal ministro con dichiarazioni semplicistiche. Gli aumenti, soprattutto nei generi alimentari e nella ristorazione, sono più che diffusi".

I numeri
Allo sciopero della spesa hanno aderito più di 26 milioni di cittadini.
E' quanto sottolinea l'Intesa Consumatori, aggiungendo che dall'iniziativa sono stati colpiti in particolare supermercati e negozi di abbigliamento e calzature. Ma la grande distribuzione nega.
Dai rilevamenti effettuati in tutto il Paese dall'Intesa, che ha proclamato lo sciopero a cui hanno aderito Cgil, Cisl, Uil e Confsal, emerge una percentuale di adesione pari al 47% dei consumatori.
Le rilevazioni, in due fasce orarie, sono state effettuate dalle strutture periferiche delle 4 associazioni dell'Intesa, che hanno monitorato l'afflusso medio di consumatori presso supermercati e centri commerciali in alcune grandi città nei giorni di martedì, mercoledì e giovedì scorsi con i dati di afflusso registrati oggi nelle stesse fasce orarie.

Secondo questi dati, a Roma ha aderito il 38% dei consumatori, così come a Milano, a Firenze il 36%, a Bologna il 40%, a Bari il 48%, a Palermo il 52%, a Napoli il 56%, a Torino il 41%, a Catania il 48%, a Cesena il 52%, a Como il 35% e a Cagliari il 33%. L'Intesa prevede comunque che l'adesione allo sciopero possa raggiungere, entro la mezzanotte di martedì, il picco di 30 milioni di cittadini che hanno rinunciato ad almeno un acquisto.

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18 settembre 2003
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