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A favore degli Home Restaurant

Un parere del Ministero dello Sviluppo Economico mette fuorilegge tutti gli Home Restaurant italiani e ne scoraggia le nuove aperture

26 maggio 2015

Gli Home Restaurant sono in Italia una tendenza recente che comincia a riscuotere un particolare successo mediatico. Partiti nel 2006 con i guerrilla restaurant a New York su modello delle case particular cubane, per poi diffondersi nel 2009 anche nel Regno Unito, sono approdati da poco in Italia.
Gli Home Restaurant trasformano la passione per la cucina in un veicolo di promozione di un territorio attraverso le sue ricette tipiche e il racconto delle tradizioni familiari e locali a beneficio di amici e sconosciuti che si incontrano a tavola. L'Home Restaurant può anche diventare un piccolo business e una opportunità occupazionale per tutti, dai giovani ai pensionati, che può avvenire nel rispetto di poche e semplici regole previste dalla Legge.

Il recente parere del Ministero dello Sviluppo Economico ha equiparato gli Home Restaurant alle attività di somministrazione di alimenti e bevande caricandoli così di un iter burocratico (*) che, di fatto, scoraggia le future aperture e mette fuorilegge gli Home Restaurant già esistenti.
Solo una legge esclusiva dedicata all'Home Food e alla possibilità di aprire un Home Restaurant in Italia potrà mettere ordine e stabilire un distinguo tra due attività non concorrenti ma complementari.
Tale Legge, è questo il parere dei sostenitori degli Home Restaurant, esiste già: è il DDL S. 1271 del 27/02/2014 nel quale l'Home Restaurant è considerato un anello fondamentale di un circolo virtuoso nel quale antiche ricette, senso dell'ospitalità, peculiarità del territorio, valorizzazione del prodotto tipico, si fondono in una proposta che caratterizza ed eleva l'offerta gastronomica del territorio.

È per questo che è stata attivata una petizione che chiede l'approvazione del DDL in tempi brevi, per non rimanere a guardare, fermi in coda, il mondo che partecipa al mercato globale sempre più incentrato sul modello della economia collaborativa paradigma del futuro.
Link alla petizione: https://www.change.org/p/parlamento-italiano-home-food-approvazione-ddl-s-1271-del-27-02-2014

(*) Lista degli adempimenti necessari per aprire un locale di somministrazione di alimenti e bevande:
1) Segnalazione Certificata di Inizio Attività da presentare al Comune (SCIA).
2) Dimostrare di avere requisiti morali e professionali, ovvero di aver lavorato nel settore della ristorazione per almeno due anni negli ultimi cinque, oppure di aver conseguito il diploma in una scuola che tratta materie specifiche (es. istituto alberghiero) oppure, di aver frequentato un corso SAB (corso di somministrazione alimenti e bevande, costo circa 600 euro).
3) Nella SCIA si dovrà indicare la rispondenza del locale ai requisiti urbanistici richiesti, dunque l'indirizzo, la metratura, la necessità di sorveglianza esterna per motivi di sicurezza e ordine pubblico, la presenza di parcheggi (in alcuni casi obbligatoria e a una distanza prestabilita per legge) e la condizione acustica, qualora si volesse diffondere musica anche solo via radio, certificata da un tecnico.
4) Con la SCIA si dovrà compilare il modulo della comunicazione unica d'impresa alla Camera di Commercio da cui dipenderanno l'apertura della partita IVA con la ragione sociale più idonea, l'iscrizione all'Inps e quella all'Inail. Entro 30 giorni dal deposito della SCIA, arriverà il controllo dell'amministrazione che verificherà la correttezza delle informazioni fornite.
5) Piano HACCP, ovvero il vecchio libretto sanitario e corso per imparare a preparare, manipolare e somministrare cibi e bevande.
6) Piano di autocontrollo: i dati da indicare riguarderanno le caratteristiche del locale, la ragione sociale, l'indirizzo, il tipo di attività (es: enoteca con preparazione piatti freddi, oppure caffetteria con piatti caldi), il numero di dipendenti e le rispettive mansioni, chi sono i responsabili HACCP (chi riceve la merce, chi si occupa delle pulizie).
7) Requisiti strutturali e funzionali indispensabili per l'attività: l'impianto idrico a norma, la possibilità di utilizzo della canna fumaria, il trattamento dei rifiuti, l'utilizzo e il corretto deposito degli imballaggi.

- www.homerestaurant.com

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- A Casteldaccia il primo "home food" della zona... di Martino Grasso (Lavocedibagheria.it)

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26 maggio 2015
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