A fronteggiar sciocchezze e contraddizioni....
Raffaele Lombardo al Tribunale di Catania. Il pentito D'Aquino: "I boss chiesero di portare voti al MpA"
Ieri, venerdì 27 aprile, per la prima volta il governatore della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, si è presentato in aula al Tribunale di Catania, per partecipare all'udienza del processo in cui è imputato per voto di scambio, assieme al fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa.
"Avevamo dichiarato che noi ci difendiamo nel processo, e per fare questo partecipiamo al procedimento per fronteggiare le sciocchezze e le contraddizioni che questo collaboratore propala da qualche tempo a questa parte", ha spiegato il presidente della Regione. Il riferimento di Lombardo è al pentito Gaetano D'Acquino, ascoltato ieri in in videoconferenza.
Il processo si celebra davanti alla quarta sezione del giudice monocratico di Catania, presieduta da Michele Fichera. Il dibattimento, che riguarda le elezioni alla Camera del 2008 e la campagna per far eleggere Angelo Lombardo, nasce da uno stralcio dell'inchiesta "Iblis" su rapporti tra mafia, politica, pubblica amministrazione e imprenditoria dopo le indagini avviate dai carabinieri del Ros su Cosa nostra di Catania. La posizione dei fratelli Lombardo è stata stralciata dal fascicolo principale, e l'accusa iniziale di concorso esterno in associazione mafiosa è stata derubricata in reato elettorale con la citazione a giudizio diretta disposta dalla Procura davanti al Tribunale monocratico. La scelta dell'allora procuratore facente funzioni, Michelangelo Patanè, e dell'aggiunto Carmelo Zuccaro, che la motivarono richiamando la sentenza di assoluzione della Cassazione su Calogero Mannino, imputato di concorso esterno, non fu condivisa dai quattro sostituti titolari dell'inchiesta.
Il fascicolo per concorso esterno è passato al vaglio del gip Luigi Barone, che non ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura e ha disposto invece l'imputazione coatta per il governatore e suo fratello davanti a un nuovo gip. L'udienza preliminare si terrà il prossimo 9 maggio.
"I boss chiesero di portare voti al MpA" - "Mi incontrai con Angelo Santapaola (parente del boss ergastolano Benedetto assassinato dallo stesso clan, ndr) e parlammo di portare voti al Movimento per le autonomie, partito che aveva chiesto appoggio al clan, e lui mi disse che portava appoggio a Pippo Limoli". Lo ha affermato in videoconferenza il pentito Gaetano D'Aquino deponendo al processo per reato elettorale al governatore siciliano e a suo fratello Angelo davanti al Tribunale monocratico di Catania.
Il collaboratore ha aggiunto che era "stato sensibilizzato da parte di Alessandro Porto per portare appoggio elettorale a Giovanni Pistorio". "Con Orazio Pardo - ha aggiunto - successivamente riflettemmo sull'eventualita di votare l'Mpa, ma per l'Mpa non abbiamo avuto nessun vantaggio. Erano stati dati tanti voti. Poi di politica non si parlò più fino al 2008".
D'Aquino ha parlato anche di rapporti con un commerciante di scarpe, definito un grande usuraio a Catania ma estraneo alla criminalità organizzata e deceduto da anni: "Due settimane prima della gara di calcio Catania-Albinoleffe, nel 2006, mi disse che la segretaria o il segretario di Raffaele Lombardo, non ricordo bene, gli aveva mandato un sms chiedendo un appoggio politico e lui mi disse 'io non gliene do, in passato gli avevo chiesto un favore per mia figlia laureata in medicina e non lo lo fece'". "Lui era contrariato - ha sostenuto il pentito - ma io gli dissi di cogliere l'occasione: 'appoggialo, poi si pensa...'".
Lombardo ha ribattuto alle accuse del pentito. "Mi rendo conto che è comunque opportuno essere presente a tutte le udienze perché, come è ovvio che sia, dettagli e particolari che riguardano sia l'esperienza politica e la mia personale non possono che essere conosciuti in maniera approfondita solo dall'interessato, in questo caso solo da me", ha detto il presidente della Regione siciliana, dopo aver assistito alla deposizione di D'Aquino.
Per Raffaele Lombardo, "le contraddizioni che emergono nel corso di questo interrogatorio sono notevolissime e poi bisognerà vedere obiettivamente per chi avrebbe votato lui o i suoi amici. Certo, pare che non ha votato assolutamente per nessun Lombardo, né nel 2006 né nel 2008. Avrà votato per altri, anzi ha anche dichiarato che ha votato per altri. Ma questo poi sarà la conclusione di questo interrogatorio, che dovrà ancora continuare e dovrà vedere poi nell'ultima parte il professore Ziccone e l'avvocato Granata fare le loro domande", ha concluso Lombardo, riferendosi al controesame dei suoi legali, previsto per il 25 maggio, quando dovrà pure concludersi l'interrogatorio da parte dei Pm. La prossima udienza del processo è stata però fissata dal giudice monocratico Michele Fichera per il 15 maggio, quando verranno sentiti Rosario Di Dio, boss di Ramacca, e un sottufficiale dei carabinieri del Ros.
"Altra cosa strana, anzi molto strana - ha detto ancora il governatore - quella delle cooperative rifiuti. D'Aquino dice che tutto è lottizzato e poi lui e i suoi cari non sono stati lottizzati. Comunque siucuramente non saranno stati assunti con la mia o la nostra intercessione, questo è poco ma è sicuro. E' una storia molto lunga questa, molto lunga, che vede la verità in posizione del tutto diversa dalle parole del signor D'Acquino".
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]