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A/H1N1: INARRESTABILE

In Argentina la prima vittima italiana dell'influenza A. Misure di prevenzione e difesa a Buckingham Palace e in Vaticano

27 luglio 2009

Il primo italiano morto a causa dell'influenza A - Giulio Masserano, era romano e aveva 56 anni, dal 1993 viveva in Argentina: è il primo italiano morto a causa dell'influenza A. "Mio padre è morto stamane alle 6.30 (ora locale ndr) all'Ospedale italiano di Buenos Aires", ha detto la figlia Erica precisando che "era stato ricoverato in terapia intensiva per polmonite virale più di un mese fa". "Al momento del ricovero era una settimana che aveva la febbre e la tosse", ha detto ancora la donna.
Giulio Masserano in Argentina aveva aperto l'agenzia di viaggi Erica, dal nome della figlia. Cominciò ad andare nel Paese per ragioni di lavoro, si occupava di telecomunicazioni, "e anno dopo anno, sono rimasto in Argentina - scriveva lui stesso su un sito -, un Paese dove noi italiani siamo sempre bene accolti e dove in ultima analisi ti senti un po' come a casa tua, in Italia".
L'Argentina è fra i Paesi in cui l'influenza A/H1N1 sta provocando il maggior numero di morti: in poco più di un mese il virus ha ucciso almeno 137 persone. Le vittime del virus pandemico sono finora più numerose soltanto negli Stati Uniti, dove ad oggi se ne sono registrate 302, e in Messico (140).

Paura sulla Ruby Princess - La Ruby Princess, una delle navi da crociera più grandi del mondo, era partita dal Pireo, in Grecia, il 15 luglio scorso con 3.389 passeggeri a bordo. Il 19 luglio una crocierista americana si era sentita male e si era rivolta al medico di bordo. Nei giorni a seguire era toccato a quattro membri dell'equipaggio - composto complessivamente di 1.192 persone - quindi ad una quattordicenne messicana e a un tedesco. Tutti e sette i malati hanno poi passato il viaggio in isolamento, nelle rispettive cabine. Ieri, prima di entrare in porto a Venezia la Ruby Princess è stata bloccata: la Sanità Marittima ha dato infatti disposizione alla Guardia Costiera di far restare a bordo passeggeri ed equipaggio, in attesa di ulteriori accertamenti sanitari. Dopo i controlli, la dirigente medico dell'Usmaf (Ufficio sanità marittima aerea di frontiera), Sonia Moras, ha riferito che, tra i sette malati tre erano già guariti: l'americana e due membri dell'equipaggio. Altri due membri del personale della nave finiranno oggi la terapia prevista. Mentre per gli altri due passeggeri - la messicana e il tedesco - c'è stata la raccomandazione di restare in isolamento. Pur non presentando più alcun sintomo di febbre, infatti, non hanno ancora terminato la terapia antivirale che continuerà per altri tre giorni. La Sanità marittima nel primo pomeriggio di ieri aveva intanto dato il permesso di sbarco. La nave domani dovrebbe ripartire per Dubrovnik.

Negli Stati Uniti a rischio il 40% della popolazione - L'influenza A/H1N1 potrebbe colpire quasi la metà degli americani in 2 anni, con il rischio di centinaia di migliaia di morti senza una campagna efficace di vaccinazione e altre misure di controllo della pandemia. E' la proiezione dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi, secondo cui il 40% della popolazione potrebbe essere contagiato fra quest'anno e il prossimo. Il doppio rispetto a una normale influenza stagionale.
Al momento, negli Usa, i Cdc hanno registrato 43.771 casi e 302 decessi. Ma il virus si diffonde a una velocità tale che rende difficile 'contare' il numero esatto dei casi. Secondo alcuni esperti, oltre un milione di persone si è già preso la nuova influenza. I Cdc, in queste nuove proiezioni sull'andamento dell'epidemia, calcolano che i morti potrebbero variare da 90 mila a diverse centinaia di migliaia se non dovesse essere disponibile un vaccino e altre misure si rivelassero inefficaci. L'Organizzazione mondiale della sanità prevede che nel giro di due anni l'influenza A/H1N1 potrebbe contagiare 2 miliardi di persone, quasi un terzo della popolazione mondiale.

Due casi di contagio a Buckingham Palace - Allarme influenza A a Buckingham Palace. Secondo quanto rivelato dal tabloid britannico 'News of the world', due casi di contagio da virus H1N1 sono stati registrati nella residenza della regina Elisabetta, che ha ordinato la pulizia accurata del Palazzo e il rispetto delle linee guida del ministero della Sanità per evitare il diffondersi dell'epidemia. "Data la velocità con cui può diffondersi, è importante che chiunque avverte i sintomi, in particolare intorno alle cucine, venga tenuto in isolamento - ha detto una fonte di Buckingham Palace, dopo la diffusione della notizia secondo cui uno dei contagiati lavorerebbe nel settore catering - L'ultima cosa che vogliamo è che siano contagiati la regina o il duca di Edimburgo". E un caso di influenza A, scrive il tabloid, è stato registrato anche al castello di Windsor, dove Elisabetta II trascorre di solito il weekend: a essere contagiato sarebbe stato uno dei coristi della cappella di St. George che si trova all'interno del castello.

In Vaticano si pensa a stop udienze - Anche in Vaticano si pensa all'influenza A. L'Osservatore Romano, ha intervistato il professor Giovanni Rocchi, direttore di Sanità e Igiene dello Stato pontificio. "Niente allarmismi - ha detto al giornale - dinanzi allo spettro dell'influenza AH1N1, di derivazione suina. Solo una seria, attenta ed equilibrata osservazione dei dati che provengono dall'Organizzazione mondiale della sanità(Oms) per predisporre il nostro consueto piano di vaccinazioni" . Quindi nessuna previsione, per il momento, di un provvedimento "per evitare la contemporanea presenza, in uno stesso luogo, di più persone provenienti da Paesi a rischio", come accade per esempio all'udienza generale o a una celebrazione liturgica. Ciò però non significa "prendere la pandemia con leggerezza - ha assicurato il direttore - né significa escludere in maniera assoluta che in Vaticano, nel caso in cui dovessero venire indicazioni in questo senso dall'Oms e fossero adottati in Italia determinati provvedimenti, si possa decidere coscientemente di sospendere momentaneamente avvenimenti di massa". Secondo l'articolo dell'Osservatore Romano, comunque, in Vaticano ci si sta attrezzando per non farsi prendere alla sprovvista "soprattutto perché - ha detto Rocchi - è nostro compito assicurare la salute, oltreché naturalmente al Papa e ai suoi collaboratori più stretti, a quanti sono indispensabili al funzionamento e alla sicurezza dello Stato: dal personale medico e infermieristico, ai gendarmi, alle guardie svizzere, a tutto il personale della Segreteria di Stato e via via a quanti prestano la loro opera in Vaticano".

[Informazioni tratte da Ansa.it, Repubblica.it, Adnkronos/Ing]

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27 luglio 2009
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