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A Lampedusa...

La difficile e insostenibile situazione dell'Isola adesso verrà attenzionata dall'Unione europea

13 febbraio 2009

E' arrivata stamane a Lampedusa una delegazione di europarlamentari che visiterà, nella giornata di oggi e di domani, sabato 14 febbraio, il Centro di soccorso e di prima accoglienza di contrada Imbriacola, e l'ex base militare Loran, adibita anche questa a centro di permanenza, identificazione ed espulsione.
La delegazione, formata dai parlamentari italiani Giusto Catania, Vittorio Agnoletto e Roberto Musacchio e dal deputato greco Kostas Droutsas, il tedesco Gabi Zimmer e lo spagnolo Willy Meyer Pleite, incontrerà il sindaco dell'isola, Dino De Rubeis, e i rappresentanti di Ong come Save the Children, Asgi, Arci e i rappresentatnti delle organizzazioni governative come Unhcr, Organizzazione internazionale per la migrazione e la Croce rossa che si occupano di immigrazione o di asilo politico.

Mercoledì scorso in visita a Lampedusa c'è stata una delegazione della Commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei diritti umani del Senato. La delegazione è stata guidata dal presidente della Commissione Pietro Marcenaro (Pd), insieme con il vicepresidente Lorenzo Bodega (Lega) e il senatore Salvo Fleres (Pdl). Marcenaro, rimasto impressionato dalle condizioni limite esistenti nel Centro, ha invitato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a recarsi a Lampedusa per "vedere di persona in quali condizioni sopravvivono gli immigrati nel centro accoglienza". "Se gli italiani sapessero - ha aggiunto - non potrebbero tollerare la situazione attuale" (LEGGI). Anche il senatore della Lega, Lorenzo Bodega, ha amesso che "nel centro di Lampedusa il numero delle presenze è elevato e la situazione delicata". Inoltre, non ha esitato a parlare di "una emergenza che deve essere affrontata anche nelle istituzioni preposte" e ha sottolineato che "tutte le forze dell'ordine, la capitaneria di porto e le organizzazioni umanitarie stanno facendo i salti mortali per gestire questo grave fenomeno".

Ed è notizia di ieri che la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un'inchiesta sulle condizioni di sicurezza del centro di accoglienza e del centro di identificazione ed espulsione. Il fascicolo è stato aperto lo scorso lo 2 febbraio dopo l'incendio che si è verificato nel refettorio dell'ex base Loran nel quale furono trasferiti un centinaio di immigrati. Le fiamme, sprigionate per cause accidentali da un fornelletto, hanno distrutto alcune suppellettili. Presi dal panico due extracomunitari si sono lanciati dalla finestra procurandosi fratture.
I magistrati stanno cercando di accertare se le due strutture abbiano i requisiti di sicurezza richiesti dalla legge. All'attenzione dei pm sarebbero anche le condizioni dei migranti ospiti. Il fascicolo di indagine è ancora a carico di ignoti.

E sempre nella giornata di ieri il Consiglio comunale di Lampedusa ha esposto denuncia contro il ministro Maroni per sequestro di persona. L'esposto è stato formalizzato in una delibera adottata all'unanimità. Nel provvedimento i componenti del consiglio sostengono che, in violazione delle leggi, i migranti ospiti del Cpa sarebbero stati trattenuti nella struttura ben oltre le 48 ore previste dalla legge. "Centinaia di extracomunitari - secondo quanto scrivono i consiglieri - sarebbero giunti a Lampedusa prima di Natale e solo a fine gennaio sarebbe stato notificato loro il decreto di respingimento". "Contestualmente alla comunicazione del decreto - ha detto il capogruppo del Pd Giuseppe Palmeri - il Viminale ha trasformato il Cpa in Centro di identificazione ed espulsione. Una decisione dettata dall'esigenza di sanare la situazione di illegittimità derivata dal trattenimento così lungo nella struttura di prima accoglienza, dove per legge non si può stare più di 48 ore". A dire dei consiglieri la trasformazione in Cie del Cpa sarebbe avvenuta comunque un mese dopo gli sbarchi, quando "l'illegittimo trattenimento" era già stato realizzato.

Intanto da Bruxelles rimbalza la notizia che il commissario Ue alla Giustizia, sicurezza e Libertà Jacques Barrot si recherà a Lampedusa entro marzo. L'indicazione è venuta dal sindaco De Rubeis, che martedì scorso, con una delegazione lampedusana, ha avuto un colloquio di circa quaranta minuti col commissario europeo. Dino De Rubeis ha spiegato che il commissario ha ascoltato "con attenzione" le indicazioni della delegazione che gli ha ribadito il no al Cie, "perchè Lampedusa è un'isola a vocazione turistica ed ha una superficie di soli venti chilometri quadrati". "La popolazione di Lampedusa è accogliente e non razzista, al contrario di tutti coloro che parlano di accoglienza e poi se ne lavano le mani", ha sottolineato il sindaco. "Ma se tutti quelli che giungono a Lampedusa devono rimanere sull'isola noi vedremo una Guantanamo a cielo aperto", ha affermato il sindaco al termine del colloquio, sottolineando che mentre nel 2007 gli arrivi sull'isola sono stati 13.700, nel 2008 si sono quasi triplicati arrivando a 33.500. "Il popolo di Lampedusa è unito contro il Cie" ha ribadito il sindaco.
Barrot ha ascoltato "con attenzione" quanto riferito dalla delegazione di Lampedusa, ha spiegato il portavoce Michele Cercone, indicando che l'Ue è competente solo per la materia riguardante i richiedenti asilo. Il commissario ha confermato la sua visita a Lampedusa, che sarà preceduta da una tappa a Roma per un incontro con le autorità italiane e ha sollecitato, ha spiegato ancora il portavoce, un approccio non politicizzato, ma il più possibile fattuale per venire incontro alle esigenze della popolazione dell'isola.

[Informazioni tratte da Apcom, Rainews24, ASCA, Ansa, AGI, La Siciliaweb.it]

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13 febbraio 2009
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