A Messina 500 assunzioni ''elettorali'', a tre giorni dal voto per il nuovo consiglio comunale
Un emendamento alla Finanziaria, sponsorizzato da An, sblocca 500 precari del Comune di Messina
A Messina assunzioni elettorali
di Carmelo Lopapa (Repubblica.it, 24 novembre 2005)
Un emendamento di An alla Finanziaria spalanca le porte della pubblica amministrazione a 500 precari del Comune di Messina.
Accade a tre giorni esatti dalla competizione elettorale nella quale proprio un candidato del partito di Fini, Luigi Ragno, contenderà all'avversario dell'Unione Francantonio Genovese la poltrona di sindaco.
Un'operazione che porta il sigillo dello stesso leader di An, in accordo col ministro dell'Economia Tremonti. È bastato un piccolo tratto di penna per correggere il provvedimento, inserito nel decreto fiscale, che in un primo tempo prevedeva la stabilizzazione per i precari delle città con almeno 300 mila abitanti. La modifica ha ridotto la soglia alle ''città con almeno 250 mila residenti'', sufficiente a far rientrare in gioco appunto Messina e i suoi 500 lavoratori socialmente utili.
''Si risolve così un'annosa questione che era stata sollevata, tra gli altri, dal candidato sindaco della Cdl a Messina, Luigi Ragno'', sottolineano non a caso i coordinatori siciliani di Forza Italia, Angelino Alfano, di An, Domenico Nania, e dell'Udc, Domenico Sudano. Il blitz nella Finanziaria ricorda molto la decisione adottata a ridosso del voto catanese del 15 maggio dal candidato sindaco Umberto Scapagnini. Il medico del premier, in quell'occasione, aveva erogato in busta paga ai circa 4 mila dipendenti comunali una somma extra compresa tra i 300 e i mille euro quali contributi previdenziali, da restituire poi senza interessi in 11 anni all'ente previdenziale. La concomitanza con l'immediata vigilia elettorale è valsa a Scapagnini un avviso di garanzia per abuso d'ufficio e delitto elettorale, inviatogli dalla Procura etnea.
''La vicenda messinese è incredibile, segno che hanno paura di perdere - commenta Romano Prodi, in visita nella città dello Stretto per sostenere la candidatura di Genovese -. Prima escludono una città e a pochi giorni dalle elezioni la riammettono nella lista, come se i diritti di una città fossero solo dei diritti elettorali''. E se a Catania Scapagnini l'ha spuntata, ''stavolta non finisce così - dice il Professore - qui vinceremo senza andare al ballottaggio''. Poi Prodi ha affrontato il nodo della lotta alla criminalità: ''Senza un ritorno alla legalità non c'è sviluppo al Sud. I voti della mafia puzzano e noi ne facciamo volentieri a meno''. E sul ponte ha tagliato corto: ''Ci sono altre priorità''.
L'ultimo colpo di scena sulla campagna messinese lo assesta il Tar di Catania, che accoglie il ricorso del segretario del Nuovo Psi Bobo Craxi contro la lista presentata da Gianni De Michelis. Il ricorso riguardava l'utilizzo del simbolo del partito a Messina. Oggi il secondo round davanti alla giustizia amministrativa.
E a conferma delle acque sempre più agitate dentro la Cdl siciliana, arrivano le dimissioni dell'eurodeputato Nello Musumeci, ex An, dalla carica di vicesindaco di Catania. Musumeci dice addio al centrodestra, dopo aver dato vita con Lombardo al ''polo autonomista'', in corsa a Messina con un proprio candidato.