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A Natale niente ananas... siamo italiani!

Il ministro delle Politiche agricole invita gli italiani a fare lo ''Sciopero dell'ananas''

18 dicembre 2008

"Uno sciopero dell'ananas al posto di quello dello zampone; sarà questo il simbolo di questo Natale, contro tutto quello che non è agricoltura italiana".
Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, pur riconoscendo al fresco e giallo frutto ottime proprietà nutritive, digestive e disintossicanti, lo addita come simbolo di un esotismo che fa perdere alle nostre italiane tavole natalizie quel valore in più che soltanto il prodotto made in Italy può avere. Quindi, "come simbolo di ciò che non è italiano", l'ananas è stato esiliato, almeno per questo periodo natalizio.

"Suggerisco di cominciare lo sciopero dell'ananas e preferire, per il pranzo di Natale, qualcuno degli oltre 2.500 prodotti tipici di questa stagione", così ha lanciato la battuta-provocazione il ministro Zaia durante una conferenza stampa tenutasi presso la sede del Ministero per fare un bilancio del 2008.
"Basta essere esterofili, e basta con i prodotti che arrivano da chissà dove" ha aggiunto il ministro ribadendo l'importanza di rendere obbligatoria l'origine sulle etichette degli alimenti, soprattutto di alcune filiere.
"Io immagino un punto vendita dove il consumatore può scegliere se dirigersi verso la gastronomia made in Italy o verso altre origini - ha detto Zaia - è questo il messaggio che dobbiamo far passare in Europa affinché non sia un'Europa di multinazionali che diffondono gusti e sapori standardizzati. Noi non vogliamo questo - ha aggiunto il ministro - perché abbiamo oltre 4.500 prodotti tipici e vogliamo difenderli e valorizzarli. La qualità in agricoltura non è un lusso e noi non vogliamo ritrovarci come l'Inghilterra che vende sugli scaffali i prodotti Ogm per i meno abbienti e i prodotti organic food per quelli che hanno i soldi".

Luca Zaia è convinto della sicurezza e della qualità della produzione e dell'agricoltura italiana e anzi definisce questo periodo "un nuovo rinascimento agricolo dietro il quale ci sono, molto spesso, giovani contadini che purtroppo l'opinione pubblica non conosce".
La "provocazione" di Zaia, in quanto una provocazione lanciata da un leghista, ha ricevuto diverse manifestazioni di scetticismo. L'uscita del ministro, invece, non è sembrata così campata in aria a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che ha ammesso: "Se praticata con intelligenza, senza essere integralisti, mi sembra un'idea interessante. E' giusto in questi frangenti sostenere i nostri prodotti, dando valore all'economia agricola locale. Basta una sana autodisciplina, facendo ogni tanto un'eccezione. Altrimenti dovremmo rinunciare anche al caffè".

[Informazioni tratte da Help Consumatori, Corriere.it]

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18 dicembre 2008
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