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A Palermo e Catania record di imprese chiuse

Ancora clima di stagnazione per l'economia siciliana: pochi gli investimenti produttivi, asticella verso il basso anche per l'occupazione e il livello dei redditi

14 luglio 2011

Clima di stagnazione per l'economia siciliana che pur registrando timidi segnali positivi non fa immaginare per i prossimi mesi scenari luminosi. Lo denuncia la Fondazione Res nel suo report congiunturale periodico che offre uno spaccato della situazione in questi ultimi mesi nell'isola.
Qui la crescita, pur con i dovuti distinguo, cammina a marce basse. Pochi gli investimenti produttivi, asticella verso il basso anche per l'occupazione e il livello dei redditi.
Ma andiamo con ordine guardando proprio nel portafoglio delle famiglie siciliane: i consumi, malgrado tutto, mantengono un livello e una dinamica leggermente superiori a quelli della produzione regionale, sia in termini di prodotto lordo sia in termini di valore aggiunto.
Ma la situazione sul fronte occupazionale offre luci ed ombre: aumentano di tremila unità gli addetti nell'agricoltura, segnale positivo anche nel settore manifatturiero con 12 mila unità in più, nessun mutamento invece per il settore industriale. Battuta d'arresto brusca invece per il settore dell'edilizia: ben novemila uomini impiegati in meno. Vanno giù anche gli impiegati nel terziario scesi da 635 a 621 mila, con una flessione imputabile soprattutto ai settori del commercio, alberghi e ristoranti (29 mila unità in meno). La manodopera femminile impiegata nel terziario segna però un aumento di 16 mila unità, nonostante la flessione di 6 mila registrata nel settore commercio, alberghi e ristoranti.
Nel 2010 risultavano attive nell’isola 380 mila imprese, oltre 32 mila quelle costrette a chiudere i battenti. Guardando nello specifico, le aziende legate ai servizi sono quelle che tengono: sono in tutto 211 mila, il 55% del totale. Preoccupanti i dati sul fronte della cessazione delle attività: nel 2010 ben 5139 soltanto nella provincia di Palermo, oltre 10 mila a Catania e nell'hinterland. Infine, per quanto riguarda il turismo, risorsa di fondamentale importanza per l'isola, dopo cinque anni di caduta libera il primo trimestre del 2011 segna incrementi medi del 4-5% con un prolungamento della permanenza media dei visitatori nell'isola e una destagionalizzazione crescente in molte delle tradizionali località turistiche, coinvolte nei meccanismi del turismo congressuale. [Fonte Corriere del Mezzogiorno - Italpress]

- Se le difficoltà delle famiglie italiane si leggono nei consumi... (Guidasicilia.it, 05/07/11)

 

 

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14 luglio 2011
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