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A Palermo: morta di parto perché non c'era posto per il ricovero. La direzione sanitaria dell'ospedale si difende

L'ennesima tragedia causata dalla mala sanità o tragica fatalità?

01 settembre 2005

Quando è arrivata in ospedale il bimbo che portava in grembo era già deceduto, tre ore dopo è morta anche lei a causa di un'emorragia interna. I familiari di Angela Pagano, 39 anni dipendente del comune di Bagheria (PA), adesso accusano di negligenza medici e i sanitari del Buccheri La Ferla che per mancanza di posti letto nel reparto di Ostetricia avevano disposto il trasferimento della paziente al Policlinico, dove è deceduta.
Ma la direzione sanitaria dell'ospedale replica: ''Abbiamo agito secondo le regole''.

La donna, madre di altri due bambini di quattro e sette anni, è morta venerdì scorso intorno alle 4.40 sul lettino della sala operatoria del Policlinico dove sarebbe arrivata in condizioni disperate. Sono stati i medici del Policlinico ad estrarre dal ventre della donna il bimbo morto circa tre ore prima, il cui decesso era stato accertato dai sanitari dell'ospedale Buccheri La Ferla, dove la paziente era stata condotta da un ambulanza del 118 dopo che in casa aveva accusato dei malori.
Secondo i familiari della vittima, i medici del Buccheri La Ferla, dopo aver accertato la morte del bimbo, non avrebbero fatto alcun esame alla donna. ''Ci hanno detto che non c'erano posti letto per ricoverarla - dice il fratello Pietro Pagano, vice sindaco Ds a Bagheria -. Mio cognato allora ha controfirmato il referto per il trasferimento. Mia sorella aveva dolori forti all'addome e al petto e i medici del Policlinico, dopo la sua morte, ci hanno detto che aveva perso circa quattro litri di sangue''.

La Direzione sanitaria del Buccheri la Ferla sostiene che ''le condizioni della paziente sono sempre state monitorate e non lasciavano assolutamente presagire una evoluzione così drammatica. Infatti la stessa paziente, informata assieme al marito del programma di trasferimento che si sarebbe effettuato, ha controfirmato per accettazione il referto di pronto soccorso''. Ma il fratello della vittima replica: ''Abbiamo accettato il trasferimento solo perché non c'erano posti letto e se avessimo saputo che le sue condizioni erano gravi non l'avremmo fatto''.
Ai parenti secondo cui i medici non avrebbero eseguito i necessari esami sulla propria congiunta, la direzione sanitaria replica che ''la donna è stata visitata e sottoposta agli accertamenti che hanno messo in evidenza la morte intrauterina del feto, evento che non impone l'immediata estrazione dello stesso'', che ''sono stati effettuati accertamenti sulla paziente, che hanno escluso problemi che avrebbero potuto impedirne il trasferimento'' e che ''il trasferimento è stato effettuato esattamente dopo mezz'ora dall'arrivo''.

I familiari, che si sono rivolti a un legale, puntano il dito anche contro i sanitari del 118, i primi a intervenire dopo i malori accusati in casa dalla donna. ''Erano in cinque, compreso un medico - dice il fratello Pietro Pagano, vice sindaco Ds a Bagheria - Quando sono arrivati a casa non l'hanno neppure visitata. Le hanno fatto scendere a piedi due piani di scale e l'hanno portata al Buccheri La Ferla, dove mia sorella non voleva andare perché proprio in quell'ospedale aveva perso il primo figlio''.
I funerali della donna si sono svolti lunedì scorso nella Chiesa madre di Bagheria, di fronte a circa duemila persone. Nella stessa bara della donna è stato sistemato il corpo del bimbo.

Fonte: La Sicilia, 31 Agosto 2005

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01 settembre 2005
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