A Palermo un itinerario natalizio tra negozi e articoli ''equi e solidali''
Strumenti musicali, cibi e artigianato dai sud del mondo
Non si tratta di griffe all'ultimo grido, ma di creazioni artigianali provenienti dai sud del mondo.
Lo scopo è quello di privilegiare i canali diretti nei rapporti commerciali con il lavoratore, saltando le società multinazionali che spesso incentivano lo sfruttamento minorile e l'impoverimento delle popolazioni d'Africa, Asia e Sud America.
Il commercio alternativo propone tre affari in uno: si acquista un oggetto di qualità, si aiuta il produttore del dono, e si regala un simbolo di pace e solidarietà.
All'Amaca di Macondo di via Nunzio Morello 26, in zona Notarbartolo, si trovano strumenti musicali africani, artigianato e oggetti in juta e paglia prodotti dalla Jute Works del Bangladesh, organismo non governativo che dà lavoro a quasi 7 mila donne.
Con i proventi delle vendite, la Jute Works raccoglie fondi finanziari per progetti di sviluppo agricolo e di formazione contabile. Per i regalini più golosi non mancano il miele cileno e messicano al mirtillo e alla nocciola, le confetture del Burkina al cocomero, carcadè, fragola, arancia e banana, né la squisita cioccolata e il cacao prodotti in Ecuador dalla Mcch, cooperativa che dal 1985 ha coinvolto 260 mila lavoratori.
Il reparto alimentare propone ancora zuppe del Sud America e cous cous proveniente da piccole comunità rurali della Palestina in cui anche le donne sono autorizzate a lavorare.
L'organizzazione che incentiva la creazione di cooperative agricole mediorientali è la Parc.
Per pensierini biologici da fare agli amici c'è un'ottima scelta tra caffè classico o robusto, tea verde, al mango e ai frutti di bosco, e camomille del Kenya. Tra le tisane alle erbe la miscela irò aiuta la digestione, quella di agrumi è rilassante, e il burrito, ottimo in periodi di festa, combatte l'acidità gastrica.
Naturalmente sono numerosi gli oggetti natalizi come i presepi peruviani in ceramica o le figure sacre in legno. Per i bambini ci sono i giochi e i pupi dello Sri Lanka, confezionati a mano da una ditta che oggi dà lavoro a 300 operai di Kunergala, e che si impegna ad utilizzare solo materie prime naturali. Se sulle tavole natalizie non deve mancare la frutta secca, la bottega Macondo ha noci di Xapurì. In questa località india, il sindacalista Chico Mendez ha fondato una cooperativa allo scopo di difendere i diritti degli abitanti della foresta amazzonica.
In via Paternostro, traversa di corso Vittorio Emanuele, c'è Le Rose di Atacama. La bottega "equo e solidale" del centro storico propone abbigliamento etnico e libri con tematiche sociali. Anche qui la scelta artigianale è vasta. Oggetti colorati come scacciapensieri, bijou in copinol, seme di un albero di El Salvador, e alimenti confezionati nel pieno rispetto dell'agricoltura biologica. Lo zucchero, simbolo storico dello sfruttamento e della schiavitù, viene direttamente acquistato da produttori paraguaiani e filippini.
Dal Venezuela arrivano gli oggetti in ceramica e gres (argilla cotta a temperatura elevata) come i servizi da tè e i fermacapelli creati in laboratori artigianali che fanno capo a un organismo di volontariato per la formazione e lo sviluppo comunitario.
Entrambe le botteghe sono centri di scambio e confronto tra venditori (spesso volontari) e clienti solidali. Si organizzano incontri e discussioni a sfondo sociale e si tengono corsi di artigianato e mostre di pittura.
Ogni iniziativa ha lo scopo di avanzare progetti di sviluppo e promuovere il lavoro tra i popoli più svantaggiati.
Buon Natale equo e solidale a tutti!