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A proposito della ''Fuga dei cervelli'', anche la Francia comincia a risentirne

Un richiamo in patria per le personalità francesi fuggite all'estero

15 aprile 2003
La giornalista Caroline Talbot, su ''Le Monde'' fornisce alcuni dati che vanno commentati alla luce della presa di coscienza che in Francia come in Italia si avverte verso il valore dei nostri ricercatori all’estero, personalità di statura, scienziati ed imprenditori i cui talenti spesso non poterono essere investiti in Patria. Il Primo Convegno degli scienziati e ricercatori italiani a Roma a metà marzo scorso ne è stata una prima testimonianza, diremmo europea, coinvolgendo nello stesso tempo le regioni, quindi non soltanto strettamente italiana, dato il rammarico che anche nella vicina Francia si risente di averli lasciati partire, magari verso i più generosi lidi americani, nei loro anni verdi.

Il rimpianto sembra ora prendere le movenze, per quanto concerne i cugini d'oltralpe, dall'amarezza americana e da alcune reazioni negli Stati Uniti per la posizione francese nella Seconda Guerra del Golfo. In alcune località si è arrivati ad incitare al boicottaggio dei prodotti francesi. Ed è ora che si vuol dare rilievo per risposta in Francia alla decisione di Frederique Serre, un giovane francese molto affermato nella scuola superiore di Fisica della Silicon Valley in Usa, di ritornare in Patria. In verità Serre aveva programmato di tornare in patria già prima della crisi irachena. Ma ora i media francesi fanno pubblicità sul suo impegno nella Digital Keystone, un recente complesso d’alta tecnologia a Aix-en-Provence. La Provenza, la più latina delle regioni francesi, ''Provincia Nostra'' la chiamavano i Romani, è all’avanguardia in questo appello al ritorno della intelligenza e della genialità francesi nel mondo.

Pierre Distinguin, direttore di ''Provence Promotion'', lo strumento di lobbyng economica nella regione in seno alla camera di commercio di Marsiglia, ha dichiarato che le Aziende e le società finanziarie nordamericane hanno sempre meno tendenza ad impiantarsi in Europa. ''Ci lamentiamo della perdita di apporti, presenze, clientele americane – esclama Pierre Distinguin – mettiamoci a corteggiare invece un'altra razza di creatori, i giovani francesi audaci, avventurosi, partititi per vivere altrove negli ultimi 5-10 anni e che desiderano ritornare per ricreare tra noi le loro imprese''. ''Possiamo trovarci alla vigilia di un rimpatrio massiccio di cervelli 'casquette de createurs d’enterprise sur la tete' ''. E' un pensiero che è anche un augurio di Caroline Talbot. Un altro grosso nome in arrivo in Provenza è Philippe Vaglio, portatore del progetto Modul Bio nell’industria farmacologica.

Le prospettive della rieuropeizzazione di managers e ricercatori francesi risalgono a prima degli avvenimenti recenti in e ricercatori francesi risalgono a prima degli avvenimenti recenti in Iraq, ai colloqui di Mountain View in California del gennaio scorso, dove fu organizzato un seminario d’informazione d’affari franco-americano, non proprio a dispetto dei numerosi imprenditori e scienziati statunitensi che vi parteciparono.

Riferisce sempre Caroline Talbot che uno dei candidati prossimi al ritorno, Oliver Zelphati, portatore dl progetto Biotehcnologie OZ Biosciences ha dichiarato in chiusura del seminario che in Usa, almeno in California, avrebbe trovato più fondi nei capitali a rischio privati che non aiuti dallo Stato, mentre in Francia faceva affidamento sul contrario.

Fonte: Aise

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15 aprile 2003
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