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A proposito di crolli a Palermo...

Sfiorata la tragedia nella scuola elementare di via Bragaglia: crollato l'intonaco del tetto in una classe

14 febbraio 2014

Il bollettino di guerra delle scuole palermitane si allunga: ieri, una porzione del soffitto della classe quarta dell'istituto elementare e dell'infanzia in via Marinella Bragaglia a Palermo è caduto provocando paura e choc tra i bimbi che erano seduti per la lezione ormai agli sgoccioli. Un nuovo episodio a Palermo nelle classi occupate dai piccoli alunni che settimanalmente assistono a crolli, alla chiusura delle aule per lavori o per la presenza di topi.
Poteva essere una tragedia. Invece non ci sono feriti: solo due gemelle sono state medicate dai sanitari del 118 per graffi. I genitori hanno rifiutato il ricovero. Nella scuola in via Bragaglia ci sono nove classi delle elementari dell'istituto Cavour, chiuso per lavori di manutenzione, e quattro di materna.

Gli assessori comunali Barbara Evola e Agata Bazzi, che si sono recati nella scuola, non hanno fatto cenno alle condizioni in cui si trovano gli istituti palermitani affermando invece che "nessun alunno della scuola elementare Bragaglia è rimasto ferito a seguito di un distacco di intonaco in un'aula". "Anche le foto diffuse via Internet - hanno aggiunto - non si riferiscono a quel plesso". "Spiace notare - hanno affermato ancora i due assessori - che qualcuno ha provato vergognosamente a strumentalizzare quanto accaduto, creando un ingiustificato allarme fra i genitori e gli amministratori". La nota parla esplicitamente di "false foto diffuse su Internet".
Dopo pochi minuti, però, il Comune ha fatto retromarcia e ha diffuso un comunicato in cui ha precisato che "a causa di una errata informazione che le è stata fornita, l'assessore Evola ha definito false alcune foto pubblicate online. Poiché tali foto risultano effettivamente riferite al plesso Bragaglia - ancora la nota -, l'Ufficio Informazione Istituzionale e l'Assessore si scusano con i reporter e le testate coinvolte per l'involontaria ed immotivata accusa".

A parte la gaffe del Comune, la preside della scuola, Gerlanda Uschera, ha cercato di minimizza l’accaduto. "I bambini erano dentro l'aula e stavano finendo le lezioni. Ma non è successo nulla di grave. Non ho notizia di bimbi feriti. È chiaro che erano molto spaventati per quanto successo, ma sia la maestra che tutto il personale ha agito in modo professionale facendo uscire i piccoli dalla classe". "Erano le 13.10 - ha raccontato la preside - Ho subito chiamato i vigili del fuoco e il personale del 118 per dare assistenza ai bambini. Non è successo nulla di grave. Sono arrivate l'assessore regionale Nelli Scilabra, e quelli del Comune Barbara Evola e Agata Bazzi per rendersi conto di quanto successo. Credo che in poco tempo le due aule interdette dai vigili del fuoco saranno presto agibili. Vorrei tranquillizzare tutti i genitori che mi hanno chiamato - ha concluso la preside - ho visto foto pubblicate su internet che non corrispondono al vero che non sono della scuola. Non è successo nulla di grave".

Ma i genitori sono furiosi. "A dicembre abbiamo segnalato alla preside la presenza di crepe in alcune classi della scuola". I parenti hanno visto uscire di corsa i propri figli spaventati. Erano fuori ad attendere i loro piccoli dopo una giornata a scuola. Hanno visto arrivare i vigili del fuoco, i carabinieri e le ambulanze del 118. Ora non vogliono che i loro figli entrino più in quei quei locali di una scuola che secondo loro assomiglia più a uno scantinato adattato alle esigenze didattiche. I genitori di alcuni alunni hanno contestato anche la decisione delle autorità scolastiche di non far evacuare le altre aule dell'istituto. Alcune classi hanno svolto regolarmente le lezioni fino alle 16. "Domani mattina porteremo i nostri bambini - annunciano alcuni genitori - davanti alla scuola all'orario di ingresso ma non li faremo entrare. Vogliamo una spiegazione da parte della preside".

E la Rete studenti, dopo l'incidente di ieri mattina, ribadisce l'urgenza di interventi sull'edilizia scolastica. "Ora basta - ha scritto in una nota il portavoce nazionale Daniele Lanni -, nel nostro paese più di una scuola su due non è a norma. È uno scandalo, un emergenza nazionale. Anche questa volta abbiamo sfiorato la tragedia. Troppo spesso sentiamo notizie come questa, e non siamo più disposti ad aspettare l'ennesima tragedia. Si intervenga immediatamente. La situazione è insostenibile. Lo diciamo da anni: non si può avere paura di andare a scuola. Deve essere completata l'anagrafe nazionale degli istituti scolastici, così da avere un quadro chiaro rimettere in sesto gli edifici che non sono a norma. Non si può più attendere".
Anche il Codacons scrive una nota sulla tragedia sfiorata a Palermo, ricordando che "le scuole italiane cadono a pezzi e noi lo diciamo oramai da anni". L'associazione invita i genitori degli alunni della scuola coinvolta e il personale dell'istituto a "chiedere un risarcimento danni al ministero dell'Istruzione in relazione ai rischi corsi in seguito ai mancati provvedimenti per la messa in sicurezza degli istituti scolastici". "Il problema delle strutture scolastiche rappresenta una questione irrisolta nel nostro Paese - afferma il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi - al punto che abbiamo dovuto avviare, e vincere, un'apposita class action contro il ministero dell'Istruzione, affinché venisse emanato il piano generale di edilizia scolastica come stabilito dalle leggi".

Ironia della sorte ha voluto che, giusto il giorno prima di questo ennesimo, vergognoso crollo, venissero resi pubblici i risultati della prima inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico nazionale. Il consigliere dei geologi di Sicilia, Calogero Pecoraro, ha illustrato alcuni dati nazionali partendo proprio dalla Sicilia e dalla violenta perturbazione che ha interessato l'Isola la scorsa settimana segnandola profondamente con la tragedia di Noto ed i danni ed i disagi causati dalle forti mareggiate nel Catanese. "Entro l'anno occorre un grande piano di prevenzione e messa in sicurezza del territorio, in quanto sono milioni i cittadini che vivono in case non sicure ed una scuola su dieci è a serio rischio". "La Sicilia da nord a sud e da est a ovest è stata flagellata da piogge e venti che hanno messo in ginocchio interi territori - ha spiegato Pecoraro -. A livello nazionale siamo passati da poco più di cento eventi l'anno tra il 2002 e il 2006, ai 351 del 2013 e ai 110 solo nei primi 20 giorni del 2014". Pecoraro ha inoltre evidenziato che "tutto converge, come da tempo auspicato dai geologi siciliani ed italiani, in direzione dell'istituzione degli Uffici Geologici di Zona, valorizzando il ruolo strategico di queste specifiche professionalità e della geologia a servizio del Paese".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]

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14 febbraio 2014
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