A quasi un anno e mezzo dall'inizio dell'invasione dell'Iraq i morti Usa hanno raggiunto quota 1002
George W. Bush aveva promesso una guerra giusta e breve
A nemmeno un anno e mezzo dall'inizio dell'invasione anglo-americana dell'Iraq, il numero dei militari statunitensi caduti è arrivato a 1002. L'annuncio è stata fatto nei giorni scorsi dalla Casa Bianca. I militari americani feriti sarebbero quasi 7.000, dall'inizio dell'invasione.
Il ministro della difesa Donald Rumsfeld ha commentato il superamento della soglia dei mille caduti con la facile previsione che il bilancio di sangue americano versato si aggraverà ulteriormente. Ma ha anche insistito nell'affermare che oggi il paese è più sicuro, dopo l'abbattimento del regime di Saddam Hussein.
Il generale Richard B. Myers, capo degli stati maggiori americani riuniti, ha ammesso per la prima volta che le forze della coalizione non controllano intere zone dell'Iraq, tra cui parte del cosiddetto triangolo sunnita e il quartiere sciita Sadr City a Bagdad, e che molto probabilmente le forze Usa non saranno in grado di averne il controllo prima della fine dell’anno.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan ritiene che, date le condizioni della sicurezza in Iraq, sia difficile pensare di rispettare il calendario della transizione e in particolare sembra difficile andare in queste condizioni alle elezioni a gennaio del prossimo anno. Secondo Annan oltre alla criminalità, l’insicurezza è determinata anche dai gruppi della guerriglia come dalle milizie armate dei diversi partiti o fazioni politiche.
E' stato inoltre calcolato che per l'America il costo quotidiano della guerra in Iraq è di 177 milioni, 122.820 dollari al minuto.
- Il costo della guerra in Iraq