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A Reggio Calabria nuovo atto di intimidazione contro i magistrati

Bomba sotto la casa del procuratore generale di Reggio Calabria Salvatore Di Landro

26 agosto 2010

Nuovo attacco delle cosche contro un magistrato a Reggio Calabria. Nella notte, intorno alle 2, una bomba ad alto potenziale è stata fatta esplodere sotto casa del procuratore generale Salvatore Di Landro, nel cuore della città, in via Carlo Rossella.
L'ordigno aveva un innesco a miccia, che ha dato il tempo a chi l'ha posizionato di potersi allontanare dal posto, ed era confezionato con tritolo. L'esplosione ha frantumato i vetri del portone e delle finestre dell'abitazione del procuratore senza fortunatamente ferire nessuno. Al momento della deflagrazione, udita in tutta la zona, Di Landro era in casa con la famiglia.

L'attentato segue quello del 3 gennaio scorso contro la sede della Procura generale reggina (LEGGI). In quell'occasione due persone, giunte sul posto a bordo di una moto, fecero esplodere davanti al portone dell'ufficio un ordigno di medio potenziale. Successivamente ci sono state una serie di intimidazioni ai danni di magistrati di Reggio Calabria nell'ambito di una strategia messa in atto dalla criminalità, secondo l'interpretazione che nè è stata data a livello investigativo e giudiziario, per delegittimarne l'operato. Buste con proiettili e minacce di morte sono state inviate, tra l'altro, al Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, ed ai pm della Procura reggina Vincenzo Lombardo e Antonio De Bernardo.
La bomba contro la Procura generale di Reggio Calabria e le minacce ai magistrati indussero il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a compiere, nel gennaio scorso, una visita in città per esprimere la sua solidarietà e vicinanza ai magistrati. Il giorno della visita del Capo dello Stato, quando Napolitano comunque aveva già lasciato la città, fu trovata un'automobile, lasciata lungo il percorso seguito dal corteo presidenziale, contenente un consistente quantitativo di armi. La situazione richiamò anche l'attenzione del governo, tanto che il 28 gennaio a Reggio Calabria ci fu una riunione del Consiglio dei ministri, presieduta da Silvio Berlusconi, nel corso della quale fu approvato un piano straordinario per la lotta contro le mafie.

"Non ci sono dubbi che l'attacco è diretto contro la persona del Procuratore Generale Di Landro, che da quando è alla guida della Procura generale ha dato vita a un nuovo corso di strategia di attacco alle 'ndrine calabresi" . Cosi il Procuratore Nazionale antimafia Piero Grasso, all'estero per trascorrere un periodo di ferie, ha commentato la bomba contro l'abitazione del Procuratore Di Landro. "Possiamo affermare - ha poi proseguito Piero Grasso - che l'attentato del 3 gennaio scorso era rivolto proprio alla Procura, adesso non ci sono più dubbi. D'altronde le 'ndrine hanno avuto parecchie batoste negli ultimi tempi".

"Contro di me, a partire dall'attentato a gennaio contro la Procura generale, c'è stata una tensione malevola e delittuosa crescente, da parte della criminalità organizzata, che si è personalizzata", ha detto all'Ansa il Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro. "Vogliono farmela pagare, evidentemente - ha aggiunto di Landro - per il fatto che ho sempre ed in ogni circostanza fatto il mio dovere di magistrato". "Dall'attentato del tre gennaio - ha aggiunto Di Landro - l'attenzione negativa nei miei confronti è aumentata sempre più fino all'attentato della scorsa notte, che rappresenta il culmine di questa strategia". "Evidentemente - ha detto ancora Di Landro - a qualcuno non sta bene che io abbia sempre agito senza infingimenti e sulla base di quella che ritenevo essere la verità, rispettandola fino in fondo". "Sono sempre stato in buona fede - ha aggiunto il magistrato - e ho sempre agito col massimo scrupolo, pur comprendendo che posso sbagliare anch'io, come tutti, ma sempre in buona fede. Una linea di condotta che ha sempre caratterizzato la mia gestione della Procura generale di Reggio Calabria, di cui ho assunto la guida nel novembre del 2009". Di Landro ha detto di essere "grato a quanti, soprattutto colleghi, mi stanno chiamando per esprimermi la loro solidarietà. Il mio cellulare ed il mio telefono di casa, da quando si è diffusa la notizia, non smettono un attimo di squillare".

"Lo Stato è vicino al procuratore generale Di Landro e a tutta la magistratura reggina. Questo ultimo ennesimo vile atto intimidatorio conferma la bontà dell'impegno finora profuso nel contrasto all'Ndrangheta, ma ci impone di mantenere alto il livello di guardia". E' quanto ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano in merito all'intimidazione contro il procuratore generale di Reggio Calabria. "Quanto è accaduto - continua il Guardasigilli - rafforza la determinazione del governo nel portare avanti la lotta alla criminalità mafiosa, cosa che abbiamo fatto finora adottando provvedimenti sempre più incisivi che ci hanno consentito di raggiungere traguardi prestigiosi. La criminalità, come una bestia ferita è in difficoltà, ma proprio per questo siamo consapevoli di quanto possa essere pericolosa".

[Informazioni tratte da Ansa, Apcom, Adnkronos/Ign]

- Allarme bomba al Tribunale di Reggio Calabria (Guidasicilia.it, 07/01/10)

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26 agosto 2010
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