Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

A schifiu finiu!

Pizzo allo chef Giunta, bagarre dei parenti degli imputati al Tribunale di Palermo

08 febbraio 2014

È stato un confronto dai toni accesi quello tra l'imputato Maurizio Lucchese e lo chef Natale  Giunta, noto per la sua partecipazione al programma televisivo la "Prova del cuoco", parte civile nel processo per avere avuto richieste estorsive. I due sono però rimasti sulle loro posizioni iniziali. Il processo si svolge davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo e sotto accusa, oltre a Lucchese, c'è anche Giovanni Rao.
Secondo il pm Caterina Malagoli, i due avrebbero chiesto il pizzo all'imprenditore assieme ad altre tre persone che hanno scelto l'abbreviato.

Giunta ha raccontato di aver visto Lucchese in via Siracusa nel 2012. "Mentre andavo all'Asp, intorno alle 9 di mattina - ha detto lo chef - ho parcheggiato la macchina in via Siracusa e sono stato fermato da Lucchese che mi ha detto di incontrarmi con i suoi amici che mi volevano parlare. Ho detto vediamoci  nell'ufficio e invece lui voleva incontrarmi fuori". Opposta la  versione di Lucchese, titolare di un autonoleggio e per questo conoscente di Giunta, che dice di non averlo incontrato in via Siracusa quella mattina.      

"Non so che sta combinando con me - ha detto l'imputato - cosa vuole combinare. Io non c'entro niente in questa storia. Ci  rispettiamo perchè mi hai dato tante confidenze". E poi rivolgendosi a Giunta, Lucchese ha proseguito: "Perché ti stai accanendo con me? Tra noi passava una buona amicizia, tu mi hai  raccontato i tuoi problemi".
Al termine dell'udienza ha reso dichiarazioni spontanee l'altro imputato, Giovanni Rao. Il giudice ha rigettato la richiesta del difensore Giovanni Castronovo di fare accertamenti sulle celle telefoniche intercettate dal cellulare del suo cliente per capire se Rao si trovasse negli uffici di Giunta quel giorno. "Come devo fare per provare la mia innocenza? - ha chiesto al collegio - Ho parlato del telefonino perché lo avevo sempre appresso, si può vedere dove ero il 2 marzo. Io sono sicuro al 100% che non ero da Giunta quel giorno. Sono dieci mesi che soffro, non ce la faccio  più, la notte non dormo. Dieci mesi sono come dieci anni. Non avevo bisogno di questi soldi. Questa è la prima volta che vedo il signor Giunta. Di questo reato non so niente".

I parenti di Rao e Lucchese, appena si è conclusa l'udienza, hanno inveito contro i giudici e contro il pm, sostenendo l'innocenza dei loro congiunti, vittime, a loro dire, delle menzogne di Giunta. Le urla dei familiari sono scoppiate appena il giudice ha rinviato il processo per le discussioni. Sono partiti insulti nei confronti del collegio, del pm, di Natale Giunta e degli avvocati di Addiopizzo. Lo chef e l'associazione, sono rei, secondo i parenti degli imputati, "di volersi fare pubblicità e soldi" accusando i loro congiunti.
Il figlio dell’imputato Rao, disabile dopo un incidente, ha prima preso a pugni le porte dell'aula e poi si è gettato a terra. Qualcuno ha fatto volare una delle panche di legno del tribunale, mentre la figlia di Rao è svenuta. Così è scoppiata una rissa con i carabinieri che hanno cercato di calmare gli animi. "Se mio padre avesse fatto qualcosa allora dovrebbe pagare, ma noi sappiamo che non ha fatto niente - urla nei corridoi del Tribunale - Ci ha fatto segno, prima di uscire dell'aula, che si vuole uccidere. È innocente, vuole uscire. Si vede che il giudice è prevenuto, la prova del telefono non è stata accettata. La legge non è uguale per tutti, è uguale solo per loro. Giunta ha detto bugie perché aveva molti debiti e voleva farsi un'ottima reputazioneVogliamo che venga a galla la verità. Chiediamo a Giunta, che mio padre non aveva mai visto, di farsi venire uno scrupolo di coscienza. Sta rovinando la nostra famiglia".

Chiedono giustizia anche i parenti di Lucchese, che durante il confronto con Giunta ha ribadito la sua innocenza. "Giunta è un falso - ha detto la moglie - mi può denunciare se vuole, io continuerò a dirlo fino alla fine, fino alla morte. Quello che hanno fatto oggi non è stato un confronto reale, è stata l'ennesima buffonata. Questo cuoco ci ha rovinato le famiglie, si è fatto i soldi, si è fatto pubblicità, mentre noi  abbiamo dovuto chiudere l'autonoleggio perché da noi non ci viene più nessuno. E poi questi di Addiopizzo? Noi pure siamo addiopizzo, siamo onesti, non abbiamo fatto niente".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, Lasiciliaweb.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

08 febbraio 2014
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia