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A Singapore è legale vendersi gli organi

Il parlamento di Singapore ha approvato una legge che legalizza il mercato degli organi tra vivi

28 marzo 2009

Il parlamento di Singapore ha approvato una legge che legalizza la vendita degli organi attraverso una forma di 'rimborso' ai donatori. La quasi totalità' dei parlamentari, 79 su 84, ha votato a favore.
I prezzi saranno determinati in base alle richieste. Probabilmente per un rene, l'organo più richiesto, si parla già di prezzi intorno ai 5 mila euro. Inoltre, la nuova legge potrebbe favorire il turismo sanitario a Singapore, in quanto anche gli stranieri avranno la possibilità di acquistare un organo da donatore vivo.

La decisione, ovviamente, ha scatenanto polemiche a mai finire. Secondo il ministro della salute di Singapore, Khaw Boon Wan, non si tratta propriamente di una legalizzazione delle vendite di organi, "ma è intesa a correggere la posizione estrema che criminalizza tutti i tipi di pagamenti per chi decide di donare". La proposta del Governo della città-stato è arrivata in seguito all'arresto, lo scorso giugno, del miliardario Tang Wee Sung che aveva cercato di comprare un rene da un donatore indonesiano. In seguito all'accaduto, il Governo ha deciso di regolamentare le donazioni, consentendo ai donatori di ricevere un pagamento per vie legali.
Halimah Yacob, uno dei parlamentari dissidenti, è però convinto che molti lavoratori in questo periodo di crisi potrebbero essere indotti a donare gli organi. "Per chi viene licenziato - ha dichiarato Halimah Yacob - anche un rimborso di 6,600 dollari sarebbe meglio che tornare a casa senza lavoro e a mani vuote".

"Così l'uomo diventa una cosa in vendita" - «Nel mondo asiatico c'è da sempre una maggiore apertura rispetto all'occidente nei confronti della donazione d'organida vivente, condizionato in parte da visioni religiose che rendono più problematico l'espianto da cadaveri, ma soprattutto dalla carenza di un'organizzazione ben strutturata finalizzata al reperimento di donatori in morte cerebrale» commenta il professor Franco Filipponi, direttore del programma di trapianto di fegato della Regione Toscana. «Non credo che la risoluzione adottata dal governo di Singapore, qualora venga confermata, sia da giudicare come accettabile in una visione di sanità equa». «Fra l'altro questa strategia rischia anche di dare il via a una serie di "viaggi della speranza" alla ricerca di un organo, che potrebbero far sì che i trapianti si trasformino da simbolo di solidarietà a elemento di profonda di profonda disuguaglianza e di perdita della dignità dell’uomo, che viene equiparato in questo modo a un oggetto in vendita». [Luigi Ripamonti]

[Informazioni tratte da Ansa.it, Corriere.it]

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28 marzo 2009
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