A Taormina un progetto pilota per il restauro di libri antichi
Si chiama "deacidificazione a libro integro del materiale cartaceo" e per ora è solo un esperimento innovativo su alcuni dei volumi più pregiati tra i 22 mila contenuti nella biblioteca comunale di Taormina (l'ex convento dell'ordine degli Eremiti di Sant'Agostino), ma in futuro potrebbe essere applicato all'intero patrimonio librario a rischio della Regione.
È a Taormina, infatti, che il Centro regionale di progettazione e restauro sta portando avanti uno dei progetti pilota della Carta del rischio del patrimonio culturale e ambientale della Regione siciliana, che ha il suo referente scientifico nella sezione Beni architettonici del Centro.
"Stiamo siglando un protocollo d'intesa con il Comune di Taormina - spiega Gianfilippo Villari, direttore del Centro del restauro - che ci consentirà di trasformare completamente l'attuale biblioteca comunale e il suo sistema di conservazione dei volumi, fortemente compromessi per la cattiva qualità della carta e per gli sbalzi di umidità e di temperatura intervenuti nel corso dei secoli".
Grazie alla collaborazione con l'Università dei Beni culturali di Udine, a Taormina arriverà infatti un'azienda spagnola, la Conservaciòn de sustratos celulosicòs di Barcellona, con un particolare sistema di attrezzature che consente di immergere i libri in soluzioni basiche per combattere gli acidi presenti, senza separarne le pagine né smontare il libro in varie parti. L'intervento dei gas in un contenitore coibentato è meno traumatico per i libri rari, e molto meno costoso dei metodi attuali.
Il progetto della Carta del rischio, che entro sei anni, grazie ai fondi di Agenda 2000, censirà circa 20 mila beni architettonici in Sicilia, continua ad andare avanti.