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A tredici giorni dalle elezioni...

Regionali siciliane 2012: si profila la corsa a due Musumeci-Crocetta. Intanto, però...

15 ottobre 2012

Si avvicinano le elezioni regionali siciliane e tutto lascia intendere che per la presidenza della Regione sarà una corsa a due tra Nello Musumeci e Rosario Crocetta.
Secondo i dati del sondaggio TP/LiveSicilia, infatti, Musumeci ha guadagnato un altro punto attestandosi al 32,9%, con Crocetta che segue in scia con il 27,7% delle intenzioni di voto.
Per il candidato del centrosinistra il principale problema è però rappresentato dall’elettorato dell’Udc. Secondo le rilevazioni, infatti, la scelta di sostenere il sindaco di Gela ha fatto perdere parecchi consensi al partito di Pierferdinando Casini, fermo al 7,6%. Se il dato fosse confermato, l’Udc avrebbe perso circa un terzo dei voti rispetto alle regionali del 2008.
Musumeci, invece, può contare su una lista civica che rappresenta senza dubbio il punto di forza della sua candidatura. Tale lista, infatti, è accreditata del 9,1%. Quasi quattro punti in più della Lista per Crocetta, ferma al 5,2%.

I "terzi incomodi" sono invece molto più lontani dai due principali candidati e non sembrano in grado di insidiare la sfida a due tra Musumeci e Crocetta. Gianfranco Miccichè - candidato dell’alleanza tra Grande Sud, Futuro e Libertà e il Partito dei Siciliani (ex MpA) - è dato al 18,5% e paga la débâcle del partito del governatore uscente. Giovanna Marano, che ha sostituito Claudio Fava come candidato di Sel, Verdi, Federazione della Sinistra e Italia dei Valori, è invece al 7,9%.
Continua a crescere, invece, il Movimento 5 stelle, molto vicino a raggiungere la doppia cifra anche in Sicilia. Il partito di Grillo si attesta infatti al 9,9% delle intenzioni di voto, più di mezzo punto in più rispetto al suo candidato, Giancarlo Cancellieri, dato al 9,3%. Tra gli altri candidati, Caetano De Luca è al 2,1% e Gaspare Sturzo all’1%.

INTANTO A SINISTRA...

"La Sicilia è stata trascinata dentro un baratro del quale i siciliani non hanno ancora piena contezza: il 2013 e il 2014 saranno anni tragici per una terra che ha un bilancio regionale con un 'buco' non ancora quantificabile e con comuni in condizioni di default. È una Sicilia stremata che va incontro a stagioni pesantissime e che non potrà cambiare se prima non si dice chi è stato a ridurla così, cosa ha fatto, perché l'ha sfregiata, chi ha consentito che questo accadesse".
Sono le parole del leader di Sinistra e libertà, Nichi Vendola, a Siracusa per dare sostegno alla candidatura di Giovanna Marano alla carica di governatore regionale.
"Per noi è molto importante che la nostra coalizione provi a dire la verità in una terra nella quale anche la verità è sottoposta a censura e ipoteca", ha aggiunto Vendola. "Cambiare significa, ad esempio, dire la verità su Termini Imerese - ha proseguito -, dire la verità su una generazione che è una specie di vuoto a perdere, che non ha prospettive di futuro in un'Italia in cui lunedì, siccome pioverà, ciò determina l'allarme della Protezione civile e ricordiamo tutti quel che è accaduto qualche anno fa dalle parti di Messina per un po' di pioggia".

Spostandosi a Messina, Vendola ha rincarato al dose: "Il Pd qui ha perso un'occasione a non appoggiare Claudio Fava e poi Giovanna Marano, io sono onorato di dar loro una mano in questa sfida difficile. D'altronde - ha proseguito Vendola - da un lato c'è Nellino Musumeci e le antiche storie della Catania dei cavalieri del lavoro e del neo fascismo. Dall'altro c'è l'incubo siciliano chiamato sogno siciliano: Gianfranco Miccichè, uno dei  costruttori scientifici della devastazione della Sicilia. Poi c'è Rosario Crocetta e la sua spudorata alleanza con pezzi di Sicilia che sono la ragione del degrado dell'Isola". "Il Pd ha sbagliato. Non si poteva essere con il cambiamento, condividendo la responsabilità di tenere in piedi il governo siciliano di Raffaele Lombardo, che è l'evoluzione della specie cuffariana. È stato un delitto sfregiare ciò che resta della Sicilia, una terra del tutto devastata, spolpata, disossata, portata dentro una voragine, un buco nero la cui entità economico finanziaria ancora non è valutabile".
Infine la contrarietà nei confronti della scelta di Susanna Camusso, leader della Cgil, in Sicilia per appoggiare Mariella Maggio, candidata nella lista di Rosario Crocetta. "Quello di Susanna Camusso, che parteciperà a un incontro elettorale del candidato a governatore della Sicilia Rosario Crocetta, è un gesto molto inelegante. Penso che sia mancato il senso dell'opportunità in questa scelta".

Ma la Cgil non è spaccata... - "Nella storia quando si è voluto dare una valenza di test nazionale a una elezione locale si sono fatti dei disastri. In Sicilia il voto è importante, il cambiamento qui è una risposta ai siciliani" ha detto Susanna Camusso, a Palermo per una iniziativa elettorale.
"Credo che non si possa parlare di spaccatura della Cgil, siamo una organizzazione sindacale e la sua unità o divisione si misura sulle questioni sindacali. Possono dire quello che vogliono, in questo caso il merito è il lavoro e quale alternativa si costruisce dopo le giunte che hanno caratterizzato questa Regione - ha risposto ai cronisti in merito alle polemiche sull'appoggio a Mariella Maggio, segretaria dimissionaria della Cgil siciliana e candidata nel listino di Crocetta, avversario di Giovanna Marano, leader storica della Fiom regionale e candidata governatore per Sel, Idv, Federazione della sinistra e Verdi) - I candidati nei diversi schieramenti ci sono sempre stati e continueranno a esserci. Il tema non è il singolo ma quale proposta politica si costruisce e quale coerenza rispetto alle battaglie che ha fatto la Cgil. Con Mariella Maggio abbiamo condiviso una critica forte al governo Lombardo continuo a pensare che sia importante fare una battaglia perché il lavoro sia centrale nel prossimo governo".

Giovanna Marano, prendendo parte alla manifestazione organizzata da Italia dei valori nel capoluogo siciliano, ha invece detto: "Chiediamo il voto ai siciliani perché noi non dobbiamo difendere equilibri politici né di privilegio e di rendita politica con il passato. Noi vogliamo che il cuore di questa terra torni a pulsare a sinistra perché abbiamo davanti le macerie di chi ha vivisezionato questa isola senza saper esprimere la voglia di cambiamento. Oggi, la politica non ha un'anima, una predisposizione ad aiutare chi è in difficoltà. La sanità è stata solo tagli e ticket, il lavoro non è stato tutelato".
"Perché i siciliani dovrebbero fidarsi di Crocetta, Musumeci e Miccichè a prescindere da chi mettono in lista? - ha aggiunto - Loro devono mandare una coalizione al governo con uomini che sono complici del degrado affaristico clientelare in un'isola distrutta, con cinque miliardi di buco in bilancio. La classe politica è sempre la stessa. Hanno governato tutti in questi ultimi dodici anni, dalla destra all'autonomia fasulla di Lombardo, al partito di Crocetta, che gli ha fatto il palo. Li ho incontrati tutti nelle vertenze di lavoro che ho seguito in questi anni. Mi dicevano scrivi un'interrogazione, un ordine del giorno, ma poi non succedeva mai nulla". "Così hanno lavorato fino ad oggi all'Ars. Con la Fiat - ha continuato - i politici dicevano che c'era una soluzione, noi siamo stati gli unici a dire che non era così. All'Ars ci sono stati i professionisti del consociativismo e oggi siamo al default, non perchè abbiamo aiutato i lavoratori in difificoltè ma perchè il bilancio è stato usato per rispondere a esigenze clientelari".
Marano ha infine concluso dicendo: "Crocetta ieri ha firmato per i referendum: dovrà anche spiegare al suo partito e alla Camusso tale posizione, visto che sia il Pd che la Cgil hanno espresso contrarietà alla consultazione popolare".

Contro la la decisione della Camusso anche Giusto Catania, assessore al decentramento del Comune di Palermo. "E' grave che la segretaria generale della Cgil, che è il più grande sindacato d'Italia, venga in Sicilia a fare la campagna elettorale per una candidata. La Cgil è un patrimonio del Paese, è un luogo pubblico che deve rispondere ai suoi iscritti, non può essere utilizzata a fini privati magari per favorire le candidature degli amici". "Non parlo da rappresentante delle istituzioni né da dirigente di partito, ma de semplice iscritto alla Cgil - ha aggiunto - che vede svilito il ruolo della propria organizzazione che sceglie la parzialità di un candidato invece di essere il luogo collettivo della sinistra. Non si può trasformare il sindacato in un comitato elettorale e la segretaria generale della Cgil non può essere la sponsor personale di una singola persona".
Per Catania si tratta di una "una vicenda, assolutamente unica nella storia del sindacalismo italiano e segna un punto di non ritorno nelle dinamiche interne. Credo che la mia opinione sia condivisa da migliaia di militanti siciliani che non condividono la scelta di Susanna Camusso".

[Informazioni tratte da Corriereweb.net, ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, LiveSicilia.it]

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15 ottobre 2012
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