Abbandonati in mare...
Nuovo sbarco ieri a Gela (CL). Recuperati i cadaveri di due migranti, mentre altri quattro risultano dispersi
Un nuovo sbarco, un nuovo dramma. Ieri mattina a Gela (CL) le forze dell'ordine hanno intercettato una ventina di persone, mentre camminavano nei pressi dello stabilimento petrolchimico dell'Eni. Poco dopo, i carabinieri hanno recuperato due cadaveri, mentre quattro migranti risultano dispersi. Un altro immigrato è stato trovato ancora vivo, aggrappato ad una boa del porto isola dell'Eni, a circa due miglia dalla costa. Il giovane è stato accolto in un centro della Protezione Civile, dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Gela. Il superstite è un ragazzo di 16 anni. Il giovane, che era semiassiderato dopo una permanenza in mare di oltre 24 ore. Il ragazzo ha raccontato che li hanno costretti a lanciarsi in mare, quando erano ancora lontani dalla costa. Come unico appiglio per non affogare un vecchio gommone, senza motore né remi, e alcuni bidoni di plastica. Quelli che erano sul gommone sono riusciti a fatica ad approdare sulla spiaggia; loro sette, che volevano raggiungere la riva a nuoto hanno cominciato invece ad annaspare. Lui, il più giovane, è riuscito ad aggrapparsi a una boa del porto isola, dove lo hanno trovato e salvato, gli altri sei compagni sono scomparsi tra i flutti. Il mare ha restituito fino ad ora solo due cadaveri, recuperati dalle motovedette della Guardia Costiera.
Di quelli che sono riusciti a sbarcare sulla spiaggia di contrada "Bulala" (2 km a est dalla città), i primi 18, tutti egiziani, sono già stati rimpatriati ieri dall'aeroporto di Catania. Altri 14 si trovano ancora a Gela, nei locali della Protezione Civile, in attesa di essere trasferiti nel Centro di prima accoglienza di Pian del Lago a Caltanissetta.
[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it]