Abok Alfa Akok vivrà
Niente lapidazione per la giovane sudanese condannata per adulterio
La Comunità di San Egidio aveva ripetutamente sollecitato il governo sudanese a risparmiare la vita della giovane donna, madre di una bambina di pochi mesi.
Abok Alfa Akok, appartenente alla tribù Dinka, era stata condannata per adulterio da un tribunale del Sudan, paese musulmano.
Ma il suo caso aveva suscitato scalpore e aveva attratta l'attenzione della stampa mondiale, perché - come ha sottolineato la comunità di Sant'Egidio - la donna non aveva mai avuto l'opportunità di difendersi, né durante le fasi dell'interrogatorio, né nel corso del dibattimento, avvenute in arabo, lingua a lei incomprensibile.
Nei primi giorni di febbraio a favore del suo caso si era mossi - tra gli altri -anche l'associazione per la difesa dei diritti umani, Human Rights Watch, che aveva denunciato l'irregolarità del processo.
Venerdì, aggiunge in un comunicato la Comunità che ha sede a Trastevere, Sant'Egidio ha lanciato un ultimo appello al presidente della repubblica sudanese, Omar Hassan al-Bashir, e a tutti i membri del governo, chiedendo loro di compiere un atto di clemenza.
Sabato pomeriggio, ha detto un membro di Sant'Egidio, ''un membro del governo ha informato la Comunità che l'accusa e la condanna sono stati annullati dalla Corte suprema".
Fonte: CNN-ANSA