Accendete quel Muos! Anzi, no...
La paradossale storia sull'accensione dell'impianto dell'esercito Usa di Niscemi, rinviato a data da destinarsi
Il Muos, il tanto discusso impianto militare di telecomunicazioni statunitense sito a Niscemi, è veramente pericoloso? L’unica maniera per scoprirlo è accenderlo e, magari, spararlo a manetta. Solo così si potrà appurarne l’ipotetica pericolosità e, con piena cognizione di causa, muoversi per evitarne l’utilizzo da parte degli americani.
Per questo il Consiglio di giustizia amministrativa aveva deciso, nei giorni scorsi, di pigiare il tasto ON e permettere ai propri verificatori di misurarne i campi magnetici e fornire così ai giudici una relazione sugli eventuali rischi per la salute degli abitanti del territori.
Quello delle nuove verifiche sulle radiazioni elettromagnetiche in tutta la base Usa di Niscemi - quindi mentre sono contemporaneamente funzionanti le 46 antenne e le tre parabole - è un passaggio fondamentale per il futuro dell'impianto, bloccato da quando il Tar ha dichiarato, lo scorso Febbraio, "abusivi" i lavori per il completamento del Muos, perché privi delle necessarie autorizzazioni paesaggistiche e "viziati da difetto di istruttoria". Tra l’altro, i giudici del Tribunale amministrativo regionale, in quell'occasione si sono espressi indirettamente anche sui rischi per la salute dovute alle onde elettromagnetiche, affermando che "lo studio dell'Istituto superiore di sanità si è basato su procedure di calcolo semplificate che non forniscono accettabili indicazioni nell’ottica del caso peggiore".
Si arriva così alla decisione del Consiglio di giustizia amministrativa che, lo scorso 3 settembre, emette una sentenza non definitiva che dispone nuovi accertamenti sul Muos.
Tempo necessario tre giorni, dal 13 al 15 Gennaio. I periti avevano chiesto al Cga 90 giorni per completare il lavoro, ma i giudici ne hanno concessi 40. Il collegio avrebbe dovuto quindi consegnare le sue conclusioni entro il 26 gennaio.
Avrebbe dovuto, sì. Il condizionale è d’obbligo per un semplicissimo motivo: ieri, mercoledì 13 Gennaio 2016, il Muos è rimasto spento.
Quale il motivo? Ma il più semplice e basilare che potesse esistere, ossia, siccome nessuno era ed è a conoscenza dei potenziali rischi per la popolazione, la Prefettura di Caltanissetta ha deciso di sospendere l’intenzione di avviare le rilevazioni elettromagnetiche dell'impianto Usa.
Lunedì scorso, la presidente del collegio di controllo del Cga - la docente dell'università Sapienza di Roma, Maria Sabrina Sarto - ha scritto al dirigente della Digos di Caltanissetta Fabio Lacagnina, confermando che "nei giorni 13 e 14 gennaio 2016 è prevista l'accensione dei sistemi radianti". "Si porge tale comunicazione - ha scritto ancora Sarto - al fine di consentire l'implementazione, da parte delle amministrazioni territoriali competenti, di tutte le misure precauzionali che si possono ritenere necessarie".
Tale richiesta ha scatenato la consapevolezza che nessuno aveva mai fatto presente la necessità di "prendere misure cautelative per l'incolumità delle popolazioni locali". Di conseguenza il prefetto Maria Teresa Cucinotta ha scritto al Cga la seguente missiva: "La scrivente ha tenuto nel pomeriggio di ieri (lunedì, ndr) una riunione tecnica di coordinamento allargata alla partecipazione dei rappresentanti dell'Asp, dell'Arpa, dei vigili del fuoco e dell'amministrazione comunale di Niscemi nel corso della quale è emersa l'impossibilità di indicare alcuna misura precauzionale da adottare, in assenza di ogni elemento di conoscenza e valutazione in proposito".
Quindi, niente accensione.
Inoltre, fa specie il fatto che, se l'impreparazione delle autorità locali può essere compresa per via dell'eccezionalità dell'argomento in questione, si è potuto constatare che anche tra i componenti del collegio dei verificatori sembrerebbero esserci poche certezze. A renderlo noto è, ancora una volta, Cucinotta, la quale, dopo aver chiesto a Sarto di indicare le azioni da intraprendere, riceve una risposta tutt'altro che rassicurante. "Il medesimo presidente (Sarto, ndr) ha assicurato, per le vie brevi, che avrebbe approfondito la questione con gli altri componenti del collegio - scrive la prefetta al Cga - e che nella giornata di domani (martedì, ndr), a seguito di un programmato incontro con le autorità statunitensi, teso ad acquisire - sottolinea - ulteriori dettagli sul funzionamento del citato sistema, avrebbe proposto l'accensione dei sistemi radianti alla minima potenza così da poter escludere ogni riflesso negativo sulla popolazione".
Dunque, non solo il collegio dei verificatori non ha saputo suggerire alcuna misura precauzionale, ma, a meno di quarantotto ore dall'accensione dell'impianto, si trovava nelle condizioni di dover chiedere lumi sul suo funzionamento...
Come è facile comprende, l’accensione dei sistemi radianti alla minima potenza "così da poter escludere ogni riflesso negativo sulla popolazione" vanificherebbe l’utilità del test. Sulla situazione paradossale venutasi a creare è intervenuto l’avvocato del Comitato No Muos, Nello Papandrea: "Monitorare la pericolosità del Muos raccogliendo dati alla minima potenza sarebbe un controsenso. La sospensione già ieri mattina ci aveva stupito. Adesso, però, si rimane ancora più perplessi circa il grado di organizzazione che sta dietro a queste rilevazioni".
Morale della "favola"? Le misurazioni sono state rinviate a data da destinarsi. Per buona pace degli abitanti di Niscemi e dell’esercito americano.
[Informazioni tratte dagli articoli di SALVO CATALANO e SIMONE OLIVELLI per MeridioNews.it]