Accordo per le aree di crisi di Gela e Termini Imerese
Siglata l'intesa Regione-sindacati: cassa integrazione per 750 lavoratori
Accordo fra Cgil, Cisl e Uil e l’assessore regionale al lavoro, Gianluca Miccichè per gli ammortizzatori sociali in deroga destinati ai lavoratori delle due aree di crisi di Gela, dove è in corso la riconversione della raffineria, e Termini Imerese, dove fra qualche settimana dovrebbe iniziare l'attività Blutec che ha rilevato lo stabilimento Fiat. Nel primo caso di tratta di 600 persone, nel secondo di 150.
"Considerata la situazione di grave allarme sociale determinatasi nelle due aree di crisi complesse di Gela e Termini Imerese, che coinvolge oltre 700 lavoratori, in attesa della definizione dell’Accordo Quadro per la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2016, e’ stato sottoscritto, tra l’assessore al Lavoro Gianluca Miccichè e le organizzazioni sindacali regionali e provinciali Cgil, Cisl e Uil, un accordo che destina la quota del 5% delle risorse che saranno assegnate dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali alla Regione Siciliana, per gli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2016 ai lavoratori e alle imprese coinvolte nei processi di ristrutturazione e reindustrializzazione delle aree di crisi complesse di gela e Termini Imerese". E’ quanto si legge nella nota dell’Assessorato regionale al Lavoro. "Inoltre - prosegue la nota -, ai lavoratori già sospesi o licenziati, nell’anno 2015, saranno destinate le risorse residue dell’anno precedente, così da poter ottenere il sostegno al reddito".
La segretaria regionale della Cgil, Monica Genovese, ha commentato positivamente l’intesa che ha definito "un indubbio passo avanti per i lavoratori delle aree di crisi".
"Con la sigla di questo accordo - ha affermato il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta - si mostra concretamente l'atteggiamento del governo regionale nei confronti delle due aree di crisi complessa della Sicilia. Avevamo preso questo impegno con i sindacati e - ha concluso - lo abbiamo mantenuto".
Di Gela ha parlato anche il premier Matteo Renzi, in direzione nazionale Pd. "Ci sono gas e petrolio in Italia e sono orgoglioso della qualità della ricerca italiana" ha detto Renzi. "Qualcuno vorrà chiudere Gela e la Basilicata, io no. Per Eni non sarebbe un problema perché ha fatto investimenti nel mondo. Ma discutiamo nel merito senza i falsi slogan e la demagogia da strapazzo".
"Vogliamo continuare - ha detto il presidente del Consiglio - a fare giochini da semplificatori dei social media per cui si dice che le multinazionali sono il nemico? O vogliamo dire che sono una parte dell'economia del paese, che creano posti di lavoro e che quando vanno via c'è una crisi da risolvere?".
Il premier ha poi mostrato una slide che spiega come le multinazionali in Italia hanno "13.165 controllate per 1 milione e 200 mila occupati, creando il 14% del pil italiano e il 25% dell'export italiano". E ha quindi rivendicato anche i contatti del governo con i manager delle multinazionali: "Sì, se viene Tim Cook io lo ricevo... pensate che stranezza: un ministro, un presidente del Consiglio che incontra un imprenditore".
"Sulla questione energetica oggi l'Italia è in una posizione di leadership a livello europeo. Abbiamo chiuso 3 centrali a carbone, impostato una strategia aggressiva sulle rinnovabili, siamo leader in Europa sull'energia", ha spiegato il premier che sulla questione energetica ha invitato ad un "ragionamento più ampio: deve essere chiaro che da qualche parte l'energia dobbiamo prenderla e che noi pensiamo sia meglio non sprecare l'energia che c'è anziché incrementare i portafogli dei russi, degli arabi e di altri".
[Informazioni tratte da ANSA, €conomiaSicilia.com - Italpress, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]