Accusato... assolto... accusato...
Continua (all'infinito) la storia dei processi a Silvio Berlusconi: colpevole o perseguitato?
I processi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono celebri agli italiani, e agli stranieri, tanto quanto il ''milione di posti di lavoro'', il ''contratto con gli italiani'', i ''trattamenti tricologici'', ''l'uscita in bandana con Blair e la di lui consorte''. Conflitti d'interesse vari, presunti finanziamenti illeciti, falsi in bilancio a iosa: questi i ''peccati'' di cui, dicono alcuni, il Cavaliere si è macchiato. La sua ''scesa in campo'', dicono altri (spesso gli stessi di prima), la maniera per non capitolare penosamente e magari finire in gattabuia.
Fino ad ora, comunque, nessuna sentenza ha rilevato il bisogno di punire il ''cittadino Berlusconi'' però, a dire il vero, qualche sentenza a favore del ''cittadino Berlusconi'' è nata grazie alla figura del ''politico Berlusconi''.
Per fare ad esempio un esempio, il ''cittadino Berlusconi'' dal processo denominato ''All Iberian'', che lo vedeva imputato per finanziamento illecito al Psi di Craxi e falso in bilancio, pochi giorni fa è stato assolto perché il fatto... non è più reato!
Spieghiamo meglio: il presidente del Consiglio e tre ex manager della Fininvest sono stati assolti nell'ambito del processo stralcio All Iberian, conclusosi il 26 settembre scorso a Milano, perché le accuse che erano state loro contestate all'epoca non costituiscono più reato per la nuova legge sui reati societari.
Silvio Berlusconi, presidente della Fininvest fino al 1993, e i tre manager Ubaldo Livolsi, Giancarlo Foscale e Alfredo Zuccotti erano stati accusati di falso in bilancio e false attestazioni, imputazioni da cui i giudici li hanno prosciolti in base alla nuova legge: ''Non risulta... contestato uno degli elementi costitutivi della fattispecie con la conseguenza che gli imputati devono essere prosciolti perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato''. ''Alla stessa conclusione deve pervenirsi con riferimento al reato avente a oggetto le false attestazioni alla società di revisione Arthur Andersen''.''S'impone pertanto declaratoria di non doversi procedere nei confronti degli imputati stessi in ordine ai reati loro ascritti essendo i medesimi non più previsti dalla legge come reato''.
Ecco cosa hanno scritto e come hanno concluso i giudici di Milano.
La legge italiana sul falso in bilancio, promulgata durante i primi mesi del governo Berlusconi, prevede in sintesi un abbassamento del tetto di pene massime previste, un termine di prescrizione sostanzialmente più breve (da sette anni e mezzo al massimo a quattro anni e mezzo) e la perseguibilità del reato in presenza di una querela e non più d'ufficio.
Lo stralcio processuale in cui era imputato Berlusconi, è un troncone del processo che partì da capo nella primavera del 2000, dopo che il procedimento venne diviso in due alla vigilia della sentenza, nel luglio del '98, perché la procura non aveva indicato la Fininvest come parte offesa del presunto falso in bilancio. Per questo reato si ripartì quindi da zero mentre, per la parte con l'imputazione di finanziamento illecito dei partiti, Berlusconi venne condannato a due anni e quattro mesi di reclusione in primo grado, per essere poi prosciolto per intervenuta prescrizione del reato in Appello e infine in Cassazione nel '99.
E a questo non aggiungiamo altro...
...Beh, no, a questo bisogna per forza aggiungere qualche altra cosa, ossia ''l'invito a comparire in tribunale'' che la Guardia di Finanza ha rivolto a Silvio Berlusconi, per rispondere dei reati di corruzione di un teste e concorso in falsa testimonianza.
''Non meno di 600 mila dollari'', versati ''nel 1997 da Carlo Bernasconi (manager Fininvest morto nel 2001), a seguito di disposizioni di Silvio Berlusconi e al fine di favorire Silvio Berlusconi'', su conti svizzeri dell'avvocato inglese David Mills affinché costui, chiamato a testimoniare in inchieste italiane sulla Fininvest, ''dichiarasse il falso, negasse il vero o tacesse in tutto o in parte fatti a sua conoscenza'' in due sue deposizioni dinanzi al Tribunale di Milano: il 20 novembre 1997 nel processo per le tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza (dove Berlusconi rispondeva di corruzione), e il 12 dicembre 1988 nel processo All Iberian (vedi sopra).
Questo il capo d'imputazione per il quale il presidente del Consiglio ha ricevuto l'invito dalla Guardia di Finanza di Milano, nel quale la Procura di Milano gli contesta due ipotesi di reato: la corruzione in atti giudiziari del teste (il testimone di un processo è equiparato a un pubblico ufficiale), e il concorso nella falsa testimonianza addebitata a Mills.
Solo che qua si rischia di fare confusione con i tempi. Infatti, questa notizia, data dal Corriere della Sera, è degli ultimissimi giorni ma l'invito a comparire è stato consegnato dalla Finanza allo staff del premier alla fine di novembre, con annessa convocazione dei due indagati per il 3 dicembre, giorno nel quale né Berlusconi né Mills si sono però presentati per l'interrogatorio.
Le circostanze sopracitate, per le quali l'avvocato Mills (ideatore dell'architettura della tesoreria estera, e ''parallela'', della Fininvest, a cavallo degli anni '80/'90) è accusato di aver mentito, riguardano direttamente il Cavaliere.
Nel primo caso, cioè nell'aula del processo per le tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza, il 20 novembre 1997, Mills rispose di aver appreso solo dai giornali dell'avvio dell'inchiesta All Iberian, quando invece (come egli stesso ha nel 2004 ammesso in uno dei nuovi interrogatori ancora coperti però da numerosi omissis) la notte del 23 novembre 1995 aveva avuto sull'argomento un colloquio telefonico con Berlusconi.
Nel secondo caso, ovvero nella deposizione invece del 12 gennaio 1998 proprio al processo All Iberian, Mills affermò di nulla poter dire sulla effettiva proprietà delle società offshore Century One e Universal One, quando invece (come si sarebbe scoperto solo di recente, anche qui con sua ammissione) ''beneficiari economici'' delle due società ''erano Marina e Piersilvio Berlusconi sotto il controllo di Silvio Berlusconi''.
''Ma allora queste storie non finiranno mai'', si chiede il ''cittadino italiano'' che a fatica capisce quali esattamente siano le accuse fatte a Berlusconi e come lo stesso puntualmente risulta innocente.. però no. E con una crescente diffidenza, lo stesso ''cittadino italiano'', guarda e guarderà la politica, della quale comprende benissimo essere utilizzata sempre per fare gli interessi del governante di turno.
Dalla parte di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Silvio Berlusconi, grida - indignato -allo scandalo: ''È iniziata la campagna elettorale. E puntualmente la Procura di Milano e il Corriere della Sera, con precisa unione di intenti, prospettano fatti destituiti di ogni fondamento già più volte resi noti e già più volte smentiti''. ''Questa condotta - prosegue Bonaiuti- perdura ormai dal 1994 con il noto avviso di garanzia di Napoli, che provocò sostanzialmente la caduta del governo e che a distanza di 10 anni è stato riconosciuto del tutto infondato dalla Corte di Cassazione. [...] È la solita tecnica, ben collaudata, per tentare di influire sugli elettori e sul risultato elettorale''.
A sostegno del premier scende in campo anche il deputato di Forza Italia Niccolò Ghedini, difensore di Silvio Berlusconi: ''La sintesi dell'intera vicenda è una sola e non è giuridica. È iniziata la campagna elettorale''. ''Come sempre, la pubblicazione di tali notizie avviene in coincidenza di delicati momenti della vita del Paese''.