Ad Agrigento l’aumento del ticket per i beni culturali non va giù. A farne le "spese" saranno i turisti
Per Agrigento è quasi una rivoluzione. Sono tante le novità introdotte per l’accesso a siti e musei e a spiegarlo è il sindaco Marco Zambuto: "Dal punto di vista normativo c’è, intanto, un riconoscimento importante: con il decreto dell’assessorato regionale ai Beni culturali viene riconosciuto per la prima volta il diritto dei residenti a fruire dei siti archeologici al prezzo simbolico di un euro". Il sindaco è soddisfatto della decisione dell’assessore Gaetano Armao, di concedere l’ingresso a un euro ai residenti di tutta la provincia, in cui ricade un sito culturale. Appena qualche giorno addietro aveva chiesto l’estensione anche agli agrigentini del privilegio limitato ai trapanesi, per i siti di Segesta e Selinunte. Dall’insediamento, il sindaco e la Giunta avevano destinato una parte della decurtazione del 30% delle proprie indennità, per garantire l’ingresso gratuito ai residenti. Adesso un euro è un prezzo accessibile per tutti: l’amministrazione comunale non si farà carico di rimborsare i biglietti di tutti i residenti della provincia, che vogliano visitare templi o museo. Lo conferma il sindaco: tali fondi potranno essere destinati ad altro.
Chi invece dovrà sobbarcarsi davvero una spesa per godere dei beni sarà il turista: prezzi aumentati del 25% o perfino raddoppiati, come ad Eraclea Minoa o alla Casa Natale di Pirandello. La vera mannaia è la scomparsa del biglietto unico cumulativo. Nessuno sconto per chi visita Valle e Museo archeologico: la spesa sarà di 18 euro. 36 euro a coppia. Prima, con 10 euro ci si poteva inebriare di templi, parco e reperti. Questi gli aumenti, in vigore dal primo giugno: da 2 si è passati a 4 euro per la Casa di Pirandello e il sito di Eraclea, mentre da 6 a 8 per il museo archeologico e da 8 a 10 per la visita della Valle. Costa 10 euro anche la zona archeologica di Siracusa o la Villa del Casale di Piazza Armerina. Gli altri siti rimangono invariati o a prezzi inferiori ai 10 euro. Selinunte e Segesta sono passati da 6 a 8 euro.
Certo che è una curiosa strategia, quella di aumentare i prezzi in momento di crisi, nell’industria del turismo, quando per qualsiasi altro comparto produttivo si punta su promozioni e incentivi. Eppure, ad evidenziare la necessità di studiare una strategia che stimoli la visita nella Valle dei Templi sono proprio i dati pubblicati sul sito del Parco archeologico: dal 2006 al 2009, in 4 anni, si sono perduti 250 mila visitatori paganti, che a 8 euro ciascuno significano 2 milioni di euro. Nel contempo sono rimasti pressoché stabili i non paganti. Nel 2008, su 382 mila paganti, 234 mila erano i non paganti; nel 2009, su 318 mila paganti, non paganti 239 mila. Se guardiano al 2006, 436 mila erano i paganti, 246 mila i non paganti. Per il presidente del Consorzio turistico Valle dei Templi, Gaetano Pendolino, non è possibile che la diminuzione dei paganti sia legata ad un incremento di flussi turistici di anziani o di studenti (i soggetti esenti dal pagamento del ticket). "Non c’è una scelta oculata sui target di riferimento. Basterebbe – sostiene Pendolino – limitare gli ingressi gratuiti in certi periodi dell’anno, per favorire la destagionalizzazione. In 4 anni, ci sono state 220 mila presenze in meno nelle strutture ricettive, e poiché la spesa pro capite nella filiera turistica si traduce in 75 euro al giorno, vuol dire che si sono perduti 16 milioni di euro. Calcolando l’indotto, che è pari a 7 volte, parliamo di 120 milioni di euro in meno, con conseguente perdita di posti di lavoro. Non è in questo modo che si può incentivare il turismo. Ipotizziamo un tour in Sicilia di una famiglia di 4 persone: tra la Valle e altri siti dell’Isola, dovrebbe spendere circa 50 euro al giorno per le visite culturali". Per una vacanza di 6 giorni, non meno di 300 euro, considendo anche gli ingressi ridotti per i minori. [Anna Maria Scicolone, €conomiaSicilia.com]