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Ad attendere il Cavaliere non c'era nessuno...

Berlusconi al processo Mills: il premier ha assistito per circa quattro ore all'udienza senza dire nemmeno una parola

20 giugno 2011

Sabato scorso, Silvio Berlusconi ha assistito, nell'aula della Prima Corte d'Assise d'appello di Milano, all'udienza davanti ai giudici della Decima sezione penale del processo Mills, che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari. L'ultima volta che il presidente del Consiglio era entrato a Palazzo di Giustizia come imputato in uno dei suoi processi era il 16 maggio scorso, sempre per il procedimento Mills.
All'esterno del Palazzo di Giustizia di Milano, questa volta, non si è presentato nessun sostenitore del Pdl. Vero è che non si sono visti neanche contestatori. Ad attendere il premier, prima dell'arrivo, la solita schiera di giornalisti, tutti concentrati dietro le transenne, e un ingente numero di uomini delle forze dell'ordine. Insomma, sembra sempre di più che Berlusconi appartenga al passato, o ancora peggio (per lui), sembra che il suo fallimento sia oramai diventato assolutamente assodato da ogni fronte.

Il Cavaliere non ha rilasciato alcuna dichiarazione, né quando è arrivato né al termine dell'udienza. All'uscita, infatti, Berlusconi non ha voluto parlare con i giornalisti. Dentro, seduto al fianco dei suoi avvocati ha seguito le varie fasi in aula senza dire una parola. Il premier ha assistito per circa quattro ore all'udienza in cui c'è stata la testimonianza dell'armatore napoletano Diego Attanasio e poi è andato via senza fare dichiarazioni.
La difesa del premier aveva avanzato ai giudici la richiesta di considerare Diego Attanasio un teste chiave di questo procedimento, come teste coimputato in un procedimento connesso, in relazione a una condanna per corruzione subita da Attanasio in primo grado dal tribunale di Salerno. Richiesta respinta dopo circa un'ora di camera di consiglio. I giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano, hanno infatti deciso che "l'armatore napoletano Diego Attanasio va considerato come un testimone semplice e, in quanto tale, sarà obbligato a rispondere alle domande delle parti". Se i giudici avessero accolto la richiesta della difesa, Attanasio si sarebbe potuto avvalere della facoltà di non rispondere.
L'armatore Attanasio, quindi, in aula ha negato con decisione che la somma di denaro al centro del procedimento venga dal suo patrimonio. "Non ho mai regalato 600mila dollari a David Mills, né avrei avuto motivo per farlo" ha detto Attanasio. Per di più Mills "non mi ha mai detto di essersi trattenuto dai miei conti 600mila dollari".
Per l'accusa, è noto, Silvio Berlusconi si assicurò una testimonianza compiacente di David Mills compensandolo, appunto con 600mila dollari. Per la difesa del premier quella somma rintracciata dalla magistratura milanese proveniva in realtà dal patrimonio che Attanasio aveva dato in gestione a Mills. Tra il 1997 e il 2000, infatti, Mills gestì qualcosa come 10 milioni di dollari dell'armatore.
"Mills le ha mai detto 'senta ho tenuto per me, per esempio, 600 mila dollari'?" ha chiesto il pm Fabio De Pasquale all'armatore napoletano. "No", ha risposto Attanasio. "Lei ha mai regalato 600 mila dollari a Mills?", ha chiesto ancora il pm e il testimone ha risposto: "Mi sembra proprio di no, non ci sarebbe stato motivo per me per regalare 600 mila dollari a Mills". Attanasio ha chiarito inoltre di non aver mai prestato quella cifra al legale inglese e di non sapere "i movimenti che faceva" Mills nella gestione dei fondi. L'armatore inoltre ha spiegato di aver "firmato diversi documenti in bianco, perché Mills mi disse che per gestire i miei soldi gli servivano alcuni documenti firmati da me in bianco". Infine, alla domanda del pm che gli chiedeva se avesse mai saputo di problemi fiscali e nella movimentazione del denaro avuti da Mills, Attanasio ha risposto: "Mi sarebbe sembrato strano che un esperto di fiscalià si trovasse con problemi fiscali".

Il processo è stato aggiornato al 18 luglio. Il tribunale ha cancellato quattro udienze già fissate per il 20 e 27 giugno e per il 4 e 11 luglio dopo aver preso atto che i difensori di Berlusconi non intendono citare i loro testi prima che siano esauriti quelli dell'accusa. "Da parte della difesa vi è un abuso di diritto", posto che in un procedimento come quello sul caso Mills, a rischio prescrizione "bisogna evitare con tutti i mezzi che questo evento infausto si verifichi" ha dichiarato il pm De Pasquale contrario ad un lungo rinvio del processo.
Una frase, quella del magistrato, che ha suscitato la reazione degli avvocati del premier. In particolare Piero Longo aveva già dichiarato di sentirsi "stanco perché il ritmo dei processi nei confronti di Silvio Berlusconi è per la verità abbastanza peculiare". Il tribunale, dopo una breve camera di consiglio, ha infine deciso di aggiornare i lavori al 18 luglio quando saranno sentiti in videoconferenza alcuni testi residenti in Svizzera citati dall'accusa.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

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20 giugno 2011
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