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Addio a Salvatore Licitra

Dopo nove giorni di coma, il grande tenore di origine siciliana, erede di Luciano Pavarotti, è morto. Aveva 43 anni

06 settembre 2011

E' morto ieri notte il tenore Salvatore Licitra, 43 anni, tra le voci della lirica più amate nel mondo. Era stato ricoverato lo scorso 27 agosto, quando un malore improvviso lo aveva fatto cadere dallo scooter sul quale stava viaggiando insieme alla fidanzata, a Donnalucata. Durante la sua breve vacanza in Sicilia avrebbe dovuto ricevere anche il Premio Ragusani nel Mondo. Licitra era stato ricoverato all'ospedale Garibaldi di Catania in gravissime condizioni, dove gli era stata diagnosticata una grave ischemia cerebrale, e da allora non aveva più ripreso conoscenza.
Ieri notte, dopo che i medici del reparto di Rianimazione dell'ospedale Garibaldi vecchio hanno accertato la morte cerebrale, i familiari hanno dato il consenso all'espianto degli organi.
Gli organi del tenore hanno salvato tre pazienti in lista d'attesa. Il fegato è stato trapiantato all'Ismett su un uomo di 53 anni di Catania. Sempre all'Ismett il rene sinistro è stato assegnato a un 57enne di Palermo. Il rene destro è stato trapiantato all'Ospedale Civico su un paziente di 37 anni di Barcellona Pozzo di Gotto. Le cornee sono state depositate alla Banca degli occhi dell'ospedale Cervello per essere utilizzate nei prossimi giorni.
"Mio figlio - ha detto la madre, sig.ra Paola, che ha sempre incoraggiato il suo talento - ha avuto il dono del bel canto che lo ha fatto grande in tutto il mondo. Chi lo ha conosciuto sa bene quanto generoso sia stato sempre. Questo atto adesso lo rende testimone straordinario della sua umanità, che mette a disposizione di chi soffre".
Una camera ardente sarà allestita nel teatro massimo 'Vincenzo Bellini' di Catania.

In Sicilia, proprio durante una vacanza, Licitra, diciottenne, aveva scoperto per caso le sue doti di cantante lirico. I genitori, emigrati per lavoro in Svizzera, tornavano spesso d'estate nella loro terra, ad Acate. Lì, ascoltando una canzone alla radio, Licitra comincia ad imitarla rivelando le sue capacità canore.  Salvatore Licitra era nato a Berna da genitori di Acate, in provincia di Ragusa. Dopo avere studiato con Carlo Bergonzi e diplomatosi ai Corsi Verdiani a Parma, debutta nel 1998 in Un ballo in maschera.  Poco dopo si fa conoscere dal grande pubblico alla Scala di Milano, dove nel 2000 ha cantato in "Tosca" diretto da Riccardo Muti. La consacrazione internazionale avvenne nel 2002 al Metropolitan di New York,  quando sostituì Pavarotti nel ruolo di Caravadossi. Il New York Times lo saluta come un "tenore degno della grande tradizione italiana".

Nella sua carriera si è esibito alla Wiener Staatsoper, interpretando Norma di Bellini, Andrea Chenier di Giordano, Aida e Forza del destino di Verdi; al Metropolitan Opera di New York in Tosca, Aida, La Forza del destino e Un Ballo in maschera debuttando anche nel Tabarro di Puccini e nei Pagliacci di Leoncavallo; alla Deutsche Oper di Berlino in Ernani di Verdi; alla Los Angeles Opera in Don Carlos di Verdi e alla Royal Opera House di Londra in Tosca. Nella stagione 2010-2011 ha tra l'altro inaugurato il cartellone del Washington National Opera con Un Ballo in maschera, interpretato Cavalleria rusticana di Mascagni al Teatro alla Scala e Andrea Chenier alla Deutsche Oper di Berlino. Oltre a debuttare alla San Diego Opera nel ruolo di Don Josè nella Carmen di Bizet. A settembre era atteso a Tokyo con Ernani, a ottobre alla Royal Opera House con la Turandot e a Taipei con l'Aida, mentre nel 2012 a Chicago.

"La notizia della prematura scomparsa di Salvatore Licitra mi lascia costernato" ha detto il maestro Riccardo Muti all'Adnkronos ricordando il tenore. Raggiunto a Vienna dove concluderà la tournee europea con la Chiicago Symphony, il maestro Muti aggiunge: "Era un artista a cui mi legava una affettuosa amicizia maturata in moltissime collaborazioni in teatro e in disco".

L'omaggio del Washington Post - "Salvatore Licitra era un tenore dotato di una voce forte, una "figura solare": il Washington Post ha reso omaggio all'artista, morto ieri all'età di 43 anni , e ne ha ricordato "l'irruzione sulla scena negli Stati Uniti", quando "all'ultimo minuto sostituì Luciano Pavarotti in quella che doveva essere la sua ultima performance della Tosca al Metropolitan, nel 2002". Ma prima di allora, ha scritto la critica di musica classica di punta del giornale, Anne Midgette, Licitra aveva già "avuto una ascesa stellare in Italia, con il suo debutto alla Scala nel 1999, con 'La forza del Destino'". La Midgette ha ricordato anche un'intervista che Licitra le rilasciò a maggio via Skype dal Giappone, "nel pieno della notte". "In quello che era il suo inglese caldo e stentato, disse: 'Mi piace dire che solo la carriera può parlare di un tenore. Se un tenore può parlare della sua carriera per tre, quattro, cinque anni e basta, vuol dire che forse ha fatto qualche errore. Ma una carriera che può parlare di 20 o 25 anni è qualcosa. Io ne ho già 13. Il mio progetto è di continuare, provando ad imitare Domingo e Pavarotti: una lunga carrier'. Sfortunatamente - ha concluso la giornalista - questo sogno è stato infranto".

Il cordoglio e il dolore dell’associazione "Ragusani nel Mondo"


La consegna del premio dedicato a Licitra, sabato scorso, nelle mani del fratello Fabio

Il direttivo dell'associazione "Ragusani nel Mondo" esprime profondo cordoglio per la scomparsa del tenore Salvatore Licitra i cui familiari sono di origine di Acate, cittadina della provincia di Ragusa. Era stato proprio questo il motivo per il quale, per la diciassettesima edizione dell'omonimo premio, quest'anno si era pensato di celebrare la carriera internazionale del tenore invitandolo per la consegna del giusto riconoscimento. Una notizia che aveva trovato il grandissimo compiacimento da parte dell'artista, pronto a smentire il detto "nemo profeta in patria". Poi l'incidente di una settimana fa con la prognosi riservata e il coma. Infine il triste epilogo di oggi. Sabato sera, a ritirare il premio pensato per Licitra, è intervenuto il fratello Fabio che ha commosso l'intera platea. Con le lacrime e tremando, cercando di vincere la rabbia per le condizioni di salute in cui versava il fratello, ha detto: "Ma fra', mio fratello come lo chiamo io, è una persona speciale. Mi dispiace che voi non avete avuto il piacere di conoscerlo. Ma fra' è stato sfortunato perché quella maledetta sera non aveva trovato un posto al ristorante e siccome si doveva spostare con la moto di 200 metri per andare in un altro locale, ha lasciato il casco nel baule. Tutti avremmo fatto così. Lui era prudente sempre, io sono più spericolato. Ha avuto un malore e ha sbattuto a terra senza nemmeno avere la possibilità di proteggersi. Usate il casco sempre. A Catania ho visto che famiglie intere in motore non usano il casco". Poi l'intera comunità iblea si era stretta attorno al dolore della famiglia e aveva consegnato il riconoscimento esclusivamente in segno di affetto e di speranza. "Salvatore Licitra, ha ragione il fratello, era davvero una persona speciale - spiega Sebastiano D'Angelo, direttore dell'associazione Ragusani nel Mondo - Quando sono andato a prenderlo in aeroporto è subito scoppiata una sintonia. Non vedeva l'ora di riabbracciare la sua terra e di esibirsi per i suoi concittadini. Purtroppo non ce l'ha fatta nonostante la sua tempra forte. Mi piace ricordare solo un episodio, proprio all'aeroporto, a testimonianza dell'amore per questa terra. Al momento di pagare il caffè, ha cercato di pagarlo lui, ma gli ho detto che l'avrei pagato io perché così si usa fare in Sicilia per gli ospiti di riguardo. E lui mi ha risposto in dialetto dicendo: anche io sugnu sicilianu. Con la sua morte non solo la Sicilia ma il mondo intero ha perso un grande uomo e un grande talento".

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06 settembre 2011
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