Addio a Sebastiano Tusa
Tra le vittime dell'incidente aereo in Etiopia anche l'archeologo Sebastiano Tusa, Assessore ai Beni culturali della Sicilia
Un'intera vita spesa per l'archeologia, nell'archeologia e... terminata in nome dell'archeologia.
A Sebastiano Tusa, gli è stato fatale l'ultimo viaggio di una vita ricca di missioni archeologiche nelle località più lontane: Pakistan, Iran, Iraq. Uno scienziato dell'antichità di fama internazionale che il destino ha voluto sopra il volo dell'Ethiopian Airlines precipitato ieri e che si è portato con sé, oltre a quella di Tusa, la vita di 156 persone.
L'archeologo assessore era diretto a Malindi, in Kenya, per una conferenza internazionale promossa dall'Unesco con la partecipazione di studiosi provenienti da tutto il mondo. Obiettivo, la realizzazione di un centro per il recupero delle tradizioni e della cultura del Kenya.
Il professor Sebastiano Tusa era stato chiamato proprio in virtù della sua competenza nel settore dell'archeologia marina, alcune ricerche del suo sfaff avevano già evidenziato grosse potenzialità per eventuali ritrovamenti sotto la superficie dell'oceano indiano, al largo di Malindi.
66enne palermitano, figlio del grande archeologo Vincenzo, a Sebastiano Tusa si deve l'invenzione della Soprintendenza del mare, istituita in Sicilia nel 2004 quando assessore al ramo era l'ex vicepresidente della commissione antimafia Fabio Granata, suo grande amico. Tusa era stato anche Soprintendente ai beni culturali di Trapani.
Uomo di destra che godeva di una stima politicamente diametrale, solo di recente aveva abbracciato la politica: una "svolta" arrivata un anno fa di questi tempi, quando Vittorio Sgarbi, fugace e irrequieto assessore ai Beni culturali della giunta Musumeci, aveva lasciato la carica a Tusa, indicandolo pubblicamente come successore, anche in virtù della sua lunga attività da docente universitario (ha insegnato a Trapani, Bologna, Napoli e in Germania) e da dirigente regionale.
E da "tecnico" aveva attraversato la sua esperienza nel governo Musumeci sposando il low profile: "Meglio musei puliti e funzionanti che grandi mostre", era stato il suo mantra. E non aveva disdegnato prese di posizione forti anche contro le indicazioni del ministero: come quando, nella primavera scorsa, si oppose alla norma che limitava gli ingressi gratis ai luoghi della cultura di domenica - posizione ribadita anche di recente -, non facendola applicare in Sicilia.
Proprio Vittorio Sgarbi ha voluto ricordare Sebastiano Tusa con queste parole: "Resta il suo pensiero, l'intelligenza, la disponibilità ad ascoltare, la gentilezza, e tanti studi, tante ricerche sospese, tanti sospiri di conoscenza. In pochi casi l'archeologo, lo scienziato si era fatto politico con tanta naturalezza, continuando a vedere le cose, la storia e il mondo senza calcoli e strategia, per amore della bellezza, per la certezza che il mondo antico in Sicilia era ancora vivo. Potevano risorgere sculture, rinascere kouroi, uscire Venere dall'acqua. E come vive la storia con noi, vive anche lui oltre la sua apparente fine".