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Addio ad Angelo d'Arrigo

Il deltaplanista catanese, che ha volato sopra le vette più alte del mondo è tragicamente scomparso

27 marzo 2006

''Spingendo quotidianamente i nostri limiti, riusciamo, a piccoli passi, a superare le paure che ci vietano il possesso della nostra esistenza''

La notizia dell'improvvisa morte di Angelo d'Arrigo è stata una di quelle notizie che lasciano senza parole. Eppure, un personaggio come lui, in tutta la sua vita agonistica-scientifica ha fatto i conti con la morte continuamente, ogni volta che le sue sfide si spostava una tacca più avanti, sempre più vicino ad un nuovo limite estremo. Solo che le imprese di Angelo d'Arrigo non erano folli esibizioni da sportivo svitato, non erano sfide al destino mirate solo a fare diventare il confine dell'estremo sempre più arduo, le sue erano ricerche scientifiche, erano un regalo a tutti noi che tramite queste comprendevamo i segreti della natura e le meravigliose possibilità della tecnologia. Gli occhi di Angelo d'Arrigo erano i nostri occhi che volavano sopra il mondo.

Angelo d'Arrigo, nato 45 anni fa a Catania, dove viveva con moglie e tre figli sulle pendici dell'Etna, è precipitato ieri con un velivolo a motore durante una dimostrazione a Comiso. Con lui c'era un ufficiale dell'aeronautica in pensione suo amico, il generale Giulio De Marchis, 70 anni, anche lui morto.
I due si trovavano a bordo di un piccolo aereo da turismo, un biposto ultraleggero Sky Arrow, modello 650 Tnt, alla cui guida era il generale De Marchis, che all'improvviso - per cause da accertare - è precipitato. Testimoni oculari hanno riferito agli investigatori di non avere visto il velivolo esplodere in aria ma precipitare di punta. Inutili i soccorsi, pur se tempestivi. Subito sul posto il procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, che coordina le indagini della polizia.
La manifestazione di volo ultraleggero era stata organizzata dall'amministrazione provinciale di Ragusa e dall'istituto tecnico Fabio Besta del capoluogo ibleo all'aviopista di Comiso, nei pressi dell'aeroporto. L'ultraleggero intorno alle 11.30, poco dopo il decollo, è stato visto virare bruscamente e schiantarsi su alcuni alberi di ulivo. L'aereo è precipitato da una altezza di circa 150 metri. I due piloti sono deceduti sul colpo.

L'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo ha aperto un'inchiesta sull'incidente e ha già disposto l'invio di un proprio investigatore per gli accertamenti tecnici di competenza. Il velivolo è stato messo sotto sequestro dal magistrato inquirente.
''Sono arrivata a Comiso venerdì a bordo di questo aereo, pilotato dal generale De Marchis. L'aereo era uno dei più nuovi, era perfettamente collaudato e la manutenzione era stata effettuata di recente. Era uno degli aerei di proprietà della ditta, che li mantiene sempre in perfetta efficienza''. A dirlo è Arabella Bortolotti, dell'ufficio commerciale di Sky Arrows, la ditta costruttrice dell'aereo. ''Il generale De Marchis era stato il collaudatore di questo aereo, prima che esso venisse immesso in commercio. Lo conosceva benissimo e lo aveva pilotato più volte - aggiunge -. L'aereo stava effettuando una virata in fase d'atterraggio. Probabilmente è andato in stallo. Appare tutto assurdo. A bordo di quell'aereo c'erano due tra i migliori piloti italiani''.
Di 'stallo in virata' ha parlato anche Biagio Picarella, istruttore di volo della 'Sorvoliamo Onlus', l'associazione che ha organizzato, in collaborazione con la provincia, la manifestazione a Comiso. E Toti Costanzo, presidente dell'associazione, ha aggiunto: ''Il generale De Marchis era uno dei migliori piloti che io abbia conosciuto. Un errore del genere è inspiegabile. È accaduto qualcosa che possiamo paragonare a quello che succede al falegname esperto che si sega le dita, o al pilota di Formula Uno che non si ferma allo stop. L'incidente è stato causato da una tragica fatalità''.

Molto caute le dichiarazioni del procuratore di Ragusa, Agostino Fera, che coordina l'indagine: ''Non possiamo dire nulla circa le cause dell'incidente. Potrebbe trattarsi di errore del pilota, o di un guasto meccanico. Abbiamo richiesto la consulenza di un pilota specializzato dell'Aeronautica militare che arriverà da Sigonella''. ''L' inchiesta è in corso'', ha aggiunto il sostituto procuratore Nicoletta Mari. ''È ovvio che solo le perizie tecniche potranno dirci quali siano state le cause di questo terribile incidente''.



L'Uomo Aquila, il Condor delle Ande
Angelo d'Arrigo, deltaplanista catanese, recordman di traversate internazionali, il 31 dicembre scorso con il suo deltaplano aveva sorvolato la massima cima della Cordigliera delle Ande, toccando i 9.100 metri di altitudine. L'atleta siciliano è stato anche il primo uomo a sorvolare l'Everest con un deltaplano, nel 2004, ed era famoso in tutto il mondo per avere attraversato in volo libero il Sahara nel 2001 e la Siberia nel 2002. In Sicilia d'Arrigo aveva compiuto una delle sue imprese più ardite: in occasione di un reportage per una rete nazionale francese aveva sorvolato per la prima volta il vulcano più alto d'Europa in piena eruzione, l'Etna. E lì, alle pendici del vulcano, aveva creato una scuola di volo libero, l'Etna fly, poi trasformatasi in un centro turistico basato sulla pratica di sport estremi, il No Limits Etna Center.
Istruttore di volo, maestro di sci e guida alpina, nel corso della sua carriera agonistica ai vertici internazionali del volo sportivo, Angelo d'Arrigo ha avuto modo di volare in giro per il mondo. Laureato all'Universita dello Sport di Parigi, ma innamorato della montagna, ha progettato e realizzato imprese assolute sulle Alpi nelle sue tre specialita: sci estremo, volo libero e alpinismo. Con i documentari amatoriali sulle sue iniziative, che ha divulgato nelle scuole e nei centri culturali della capitale francese, ha contribuito allo sviluppo e alla diffusione degli sport estremi.
Dopo anni di agonismo in volo libero e due titoli mondiali con il deltaplano a motore, d'Arrigo si era poi allontanato dal circuito delle competizioni, per potersi dedicare ai voli record, ma soprattutto all'emulazione del volo dei rapaci per la ricerca del volo istintivo, avviando un progetto intitolato ''Metamorphosis'', uno studio analitico delle tecniche di volo dei piu grandi rapaci dei cinque continenti. L'anno scorso D'Arrigo aveva raccolto le sue esperienze in un libro, ''In volo sopra il mondo'', che definiva ''la sua impresa più impegnativa''.

Angelo d'Arrigo la settima scorsa proprio dalla Sicilia, dalla base dell'Aeronautica militare di Sigonella aveva annunciato quale sarebbe stata la prossima sfida in volo: ''Il mio obiettivo è sorvolare il sesto continente: l'Antartide'', aveva detto. ''Io mi sto già preparando perché tutto sia pronto nei prossimi mesi. Non ci sono limiti a quello che si può fare ma occorre una grandissima preparazione fisica e un eccellente supporto scientifico e tecnologico''

- Le incredibili imprese dell'Uomo Aquila (La Sicilia)

L'omaggio del Comune di Linguaglossa (CT)

- www.angelodarrigo.com

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27 marzo 2006
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