Addio al "fritto misto"...
Manifestazioni di tutte le marinerie italiane contro il nuovo regolamento europeo sulla pesca nel Mediterraneo
Dall'altro ieri, 1 giugno, con l'entrata in vigore del Regolamento Mediterraneo approvato dalla Commissione Europea, sono a rischio estinzione dalle tavole degli italiani seppie, calamaretti, telline e la frittura di paranza.
Un duro colpo al Made in Italy, oltre a un danno economico per il settore e i ristoratori stimabile sui 5 milioni di euro l'anno. "L'Unione Europea, ancora una volta, fa prevalere la logica delle grandi multinazionali dei surgelati a discapito del diritto degli italiani e dei popoli mediterranei a difendere la propria cultura gastronomica - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - con il nuovo Regolamento Mediterraneo sarà difatti praticamente impossibile vedere sulle nostre tavole alcuni piatti tipici della tradizione ittica mediterranea, dalle seppie alle telline per finire con la frittura di paranza. E' l'ennesimo duro colpo di matrice europea al Made in Italy, molte Regioni saranno penalizzate, dal Lazio alla Liguria passando per Veneto, Calabria fino alla Sicilia. E ripercussioni ci saranno anche dal punto di vista economico, per il settore ittico della piccola pesca, che rappresenta il 5% della flotta italiana e per la ristorazione stimiamo un danno economico di almeno 5 milioni di euro l'anno. Inoltre, c'e' il rischio concreto di uno sviluppo della pesca di frodo e del mercato nero, con risvolti economici molto gravi sull'intero settore e sui consumatori"
Il divieto europeo ha però scatenato una vera e propria protesta interclassista che mette fianco a fianco i locali più chic della penisola, a cominciare dal patron dell'Harry's bar Arrigo Cipriani e i piccoli pescatori che vivono del piccolo strascico sottocosta, catturando e vendendo seppioline, telline, cannolicchi, calamaretti, rossetti. All'entrate in vigore del Regolamento, tutte le marinerie d'Italia hanno alzato i remi e aperto il fronte delle manifestazioni: dalla Liguria alla Toscana dalla Calabria alla Sicilia.
Il ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan (che arrivato in via XX settembre ha mantenuto la passione e la delega per la pesca) ha detto che il Regolamento non si cambia anche se resta un margine di trattativa su alcune deroghe per rendere meno duro l'impatto sui piccoli pescatori (circa 4.000 imprese) facendo anche ricorso al Fep (Fondo europeo della Pesca con in pancia più di 800 milioni di euro).
Le regole che mettono a rischio i piatti prelibati di Arrigo Cipriani e il destino di tanti padron 'Ntoni, impongono la distanza di 0,3 miglia dalla costa per le draghe idrauliche con cui si pescano telline e cannolicchi (l'Italia chiede di poter andare più vicino alla costa) e la distanza del miglio e mezzo (definita dal presidente di Agci Agrital Giampaolo Buonfiglio "la nuova muraglia cinese") e dei 50 metri di profondità per la pesca a strascico (l'Italia chiede per alcune regioni come Calabria, Liguria, Friuli, che hanno coste molto alte di poter pescare fino a 0,7 miglia dati i fondali molto profondi).
Niente da fare invece per le nuove reti che devono allargare le maglie: 40 millimetri maglia quadrata, 50 millimetri maglia romboidale. Millimetri preziosi per allungare le speranze di vita e di ripopolazione marina. "Comprendiamo bene la necessità di impedire una pesca indiscriminata e distruttiva" dice Giancarlo Deidda, Vice Presidente di FipeConfcommercio (Ristoratori), "ma così si favorirà la pesca di frode e contemporaneamente l'importazione di alcune di tali specie ormai 'irrinunciabilI' in molti ristoranti. Si tratta - conclude Deidda - di un vero e proprio impoverimento della nostra grande tradizione gastronomica e di un'altra tappa verso una perdita dell'identità della nostra grande cucina".
A rassicurare i ristoratori è intervenuto persino il ministro Galan che nei giorni scorsi ha assicurato che "le seppie si continueranno a pescare con le reti da posta e altri sistemi", e non scompariranno nemmeno telline e cannolicchi assicura il presidente dei pescatori Agci Agrital Giampaolo Buonfiglio: "ancora pescabili con rastrelli da natante e a mano" (sempre che Bruxelles accetti di escludere il divieto dei rastrelli visto che non si tratta di attrezzi trainanti).
Per il resto addio "alla frittata di bianchetto" in cui finiscono migliaia di pesci appena nati. Ben venga allora un pò di rinuncia in nome dei piccolini, lo dicono per primi i pescatori: "l'abitudine a consumare taglie piccole - afferma Buonfiglio - sono sempre state discutibili e sicuramente hanno contribuito a impoverire le risorse ittiche". L'importante è "evitare pesanti ricadute sociali sulla piccola pesca a cui è dedita il 5% della flotta italiana". Se ne riparlerà il 9 giugno al Mipaaf dove il Ministro ha convocato tutte le organizzazioni della pesca.
[Informazioni tratte da AGI, La Siciliaweb.it]