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Addio alla toga...

Antonio Ingroia abbandona definitivamente la magistratura, in polemica con il Csm

14 giugno 2013

Si dedicherà "a tempo pieno" alla politica, appendendo la toga al chiodo. Antonio Ingroia ha deciso di lasciare definitivamente la magistratura. "E' stata la decisione più sofferta dei miei 54 anni".
Ingroia lo ha annunciato in un'intervista a Repubblica, spiegando che "per mesi" si è sentito "un uomo e un magistrato solo" ma non ha "mai smesso di difendere la Costituzione e di cercare la verità" su chi e perché ha ucciso il suo "maestro" Paolo Borsellino.
Una toga, comunque, abbandonata a "malincuore". "Non ci sono più le condizioni perché la tenga ancora indosso e ci sono invece delle gravi ragioni per le quali è venuto il momento di dedicarsi a tempo pieno all'attività politica".

Nell’intervista l'ex pm di Palermo si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe nei confronti del Csm, la cui decisione di reintegrarlo in magistratura assegnandogli la sede di Aosta è stata vissuta dall'ex candidato premier come una scelta punitiva di chiara matrice politica. "Sono così affezionato a questa toga che sarei rimasto in magistratura se mi fosse stata data la possibilità di mettere a frutto la mia esperienza ventennale di pm antimafia in Sicilia. Ma c'è chi non vuole, il Csm in testa". "Quella su Aosta è stata una scelta punitiva con motivazioni politiche. Il Csm poteva, anzi doveva, destinarmi alla procura nazionale antimafia, ma ha voluto tenermi alla larga da fascicoli connessi alle stragi e alla trattativa". "Adesso sono convinto - ha sottolineato - che la magistratura, nelle condizioni in cui si trova, non possa fare grossi passi avanti se non cambia la politica".
Solo pochi giorni fa la Procura generale della Cassazione ha avviato un procedimento disciplinare nei sui confronti perché avrebbe "continuato a fare politica" una volta rientrato dal'aspettativa ottenuta per motivi elettorali, e dunque da magistrato (LEGGI).

Ingroia ha maturato la decisione prima dell'avvio di procedura su Messineo: "Negli ultimi anni è cresciuto dentro di me il senso di estraneità rispetto alle logiche 'politiche' del Csm e alle timidezze e all'ingenerosità dell'Anm nel difendere i magistrati più esposti della procura di Palermo".
La decisione di non lasciare subito la magistratura lo scorso dicembre, quando entrò in aspettativa per fini elettorali, Ingroia l'ha motivata spiegando di "non credere ai professionisti della politica", e di aver valutato la possibilità di tornare a fare il magistrato, qualora ci fossero state le condizioni opportune una volta chiusa la parentesi politica. Infine, su ciò che porterà con sè dell'attività da magistrato, per Ingroia questo è lo spirito volto all'unico obiettivo del perseguire sempre la verità: "Solo quando avremo una politica alleata della magistratura e della ricerca della verità a ogni costo - ha concluso - il nostro Paese potrà crescere, perché senza verità non c'è democrazia. Ecco allora che metto tutte le mie forze e il mio impegno per cambiare la politica e aiutare la magistratura a trovare la verità".

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14 giugno 2013
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