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Addio Eluana... E ora silenzio

''E' il tempo che hai perduto per la tua rosa che rende la tua rosa così importante''

04 febbraio 2009

Volevamo mettere solo la sua foto, dove bellissima, diciassette anni fa, sorrideva di un sorriso luminossissimo. Volevamo scrivere solo "addio Eluana", sotto quell'immagine diventata di tutti, simbolo di tantissime cose, ma sopra ogni cosa, simbolo dell'amore filiale, simbolo di coraggio, correttezza, rispetto e della laica dignità che non deve e non può essere negata a nessuno.
Salutandola per l'ultima volta, e salutando papà Beppino e mamma Sati, volevamo "staccare la spina dell'informazione e mettere fine all'accanimento mediatico" e, come il nome della casa di cura di Udine che l'ha accolta, lasciare attorno a tutta questa storia che va avanti da troppo tempo: la Quiete.

Purtroppo non ci hanno lasciato questa possibilità... Ci risulta infatti impossibile ignorare la crudeltà di chi si trova ad impersonare l'idea opposta della scelta fatta dalla famiglia Englaro e che ha trovato nella legge piena e assolutamente legittimità. Ci risulta impossibile non sottolineare e condannare, sì condannare, la crudeltà del  ministro del Welfare e della Salute, Maurizio Sacconi che stamane ha fatto sapere che "il caso Englaro non è chiuso". "Il governo - ha annunciato Sacconi attraverso il Gr1 Rai - sta valutando l'idononeità della clinica "La Quiete" di Udine, dove Eluana è stata portata per effettuare il distacco del sondino, e le modalità del ricovero della giovane. Abbiamo chiesto alla Regione Friuli informazioni circa il grado di abilitazione di questa casa di riposo perché lo stesso ricovero sembra sia stato realizzato con un fine di accudimento. Mio dovere è quello di non girarmi dall'altra parte di fronte a un tema così grande e, nel dubbio, insisto nel prendere la posizione che ho già preso, anche a nome del governo".

Nella speranza che si veramente l'ultimo viaggio di Eluana - Eluana Englaro è arrivata alla clinica "La Quiete"di Udine nel tardo pomeriggio di ieri. Qui per Eluana, in accordo con il padre e tutore di Eluana, Beppino Englaro, verrà seguito un rigido protocollo concordato tra medici, tecnici specializzati e consulenti, che sono il primario anestesista dell'ospedale di Udine, Amato De Monte, il prof. Gian Domenico Borasio della Clinica di cure palliative di Monaco di Baviera e il prof. Carlo Alberto Defanti, che da anni segue la signor Englaro e che effettuerà quanto previsto dal decreto della Corte d'appello di Milano: la graduale sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione.
Giuseppe Campeis, avvocato che assiste gli Englaro, ancora ieri ha ripetuto che "lo stato di irreversibilità della donna era stato acclarato tre anni dopo l'incidente, ed è stato confermato da 14 anni di stato vegetativo". Le procedure per la sospensione dell'alimentazione erano già in parte previste nella sentenza della Corte d'Appello di Milano.

Per i primi tre giorni alla clinica, Eluana continuerà ad essere nutrita. Poi l'alimentazione via flebo, che avviene ora con un sondino naso-gastrico, verrà sospesa. Il sondino, comunque, non verrà staccato. Gradualmente saranno sospesi alcuni farmaci, ma saranno mantenuti quelli antiepilettici e sedativi. Una volta eliminato il sondino, i medici dovranno eliminare eventuali disagi da carenza di liquidi, umidificando le mucose. Secondo le previsioni dei medici, potrebbero passare 15-20 giorni prima che Eluana si spenga.
La sedazione, spiega Mario Riccio, l'anestetista che ha seguito Piergiorgio Welby, non servirà per evitare che la donna senta dolore - obiezione sollevata da molte persone che si oppongono all'applicazione della sentenza per la fine delle cure ad Eluana - ma per evitare che la mancanza di sali minerali provochi uno stato di tensione muscolare e crampi. Eluana, continua Riccio, non può sentire dolore, fame o sete, perché tali stimoli dipendono dalla corteccia cerebrale, che, nella donna, non funziona più. Posizione condivisa anche dal prof. Borasio, che domenica, in un intervento su Repubblica, ha ricordato come in uno studio americano condotto su 100 pazienti morti per interruzione della nutrizione artificiale, chi li accudiva ha classificato la loro morte come pacifica ad un livello di otto su una scala da uno a nove. Sottolineando anche come nessun medico potrebbe tollerare che il proprio paziente raggiunga l'ultima meta con una dolorosa agonia.

ADDIO ELUANA
Vogliamo salutare Eluana riportando alcune parole di suo papà e promettendo a quest'ultimo quanto ha chiesto e continua a chiedere per sua figlia: un po' di silenzio...
"C'è un limite, c'è un momento in cui intorno a un letto di ospedale viene tirata un tenda, o no? Non voglio nascondere nulla, anzi rifarei tutto daccapo, in questa battaglia che era ed è la stessa di mia figlia. Credo anche che la libertà e la forza di volontà sopravvivono a Eluana e sopravviveranno anche a me [...] Tutti sono liberi di giudicarmi, l'hanno già fatto e lo faranno. Anche adesso lo fanno, ma io chiedo, chiedo davvero il silenzio. Il silenzio io stesso l'ho rotto, è vero, ma non voglio fermare il dibattito della ragione che, ancora una volta, io stesso ho fortemente voluto. Sui diritti e la libertà e il ruolo delle leggi il dibattito è fondamentale. Che continui e si sviluppi la discussione se è giusto o se è legale interrompere un vita artificiale, e se e come e chi ha il diritto di farlo, massì. Ma credo davvero che sia necessario che tutto questo si svolga un po' più lontano dal corpo di Eluana. Direi lo stesso se non fosse mia figlia, se non fossi io il padre. Non stiamo parlando solo di politica, di affari legali o di medicina, ma di quello che accade durante una malattia. Ha senso che vengano descritti giorno per giorno i dettagli operativi, buttandoli in pasto a chi con essi si vuole commuovere, emozionare, adirare?".

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04 febbraio 2009
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