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Addio italico tipo da spiaggia. L'estivo abbordatore inpenitente è andato in pensione

Da uno studio di Riza Psicosomatica emerge che sul bagnasciuga trionfa la timidezza e l'insicurezza

18 agosto 2005

Sembra che in questa estate 2005 ci abbia detto addio per sempre uno dei personaggi che caratterizzavano meglio la tipica spavalderia italica: il ''Tipo da spiaggia'', ossia il tipo sempre pronto alle avventure d'agosto e all'abbordaggio sotto l'ombrellone.
Notizia di tale estremo saluto è stata data della rivista Riza Psicosomatica (rivista diretta dal popolare ''psichiatra televisivo'' Raffaele Morelli), che ha condotto uno studio realizzato su 1.065 italiani (uomini e donne) di età compresa fra i 26 e 60 anni.
Secondo lo studio per ben 7 italiani su 10 l'approccio balneare è diventato un tabù, e confessano di sentirsi a disagio nel fare conquiste sulla spiaggia. Sulle roventi spiagge d'agosto sembra che trionfi invece, la timidezza e l'insicurezza, tanto che le parole d'ordine sono diventate; nascondersi e mimetizzarsi, evitare confronti.

''Adesso sulla spiaggia - sottolinea lo studio di Riza Psicosomatica - si sta immobili, protetti da chili di crema abbronzante e da occhialini neri, isolati dal resto del mondo grazie a telefonini e palmari. Insomma, l'italico tipo da spiaggia sembra essere definitivamente andato in pensione, e l'approccio balneare si insabbia in un mare di timidezza, ansia e imbarazzo. Con buona pace delle turiste straniere in cerca di avventure estive''.
Spogliati di abiti e oggetti quotidiani, gli italiani si sentono persi ed esposti (32%), in balia degli sguardi troppo insistenti dei vicini (44%). Tant'è che solo 1 italiano su 3 afferma di sentirsi a proprio agio in costume, mentre 2 italiani su 10 confessano di sentirsi nudi e a disagio.
Sono però soprattutto i maschi a sentirsi maggiormente in imbarazzo una volta indossato la divisa balneare, il costume da bagno. Il maggior timore per 7 su 10 poi (71%) sono gli approcci da parte di sconosciute, soprattutto se straniere (c'è da non crederci!).

Ma a mettere a disagio è anche il topless e la nudità altrui (65%), e il confronto con chi è fisicamente più bello (52%). Insomma, sulla sabbia invece della spavalderia e l'intraprendenza trionfa la timidezza (62%) e l'insicurezza (56%).
Il risultato è che 1 italiano su 3 (32%) in spiaggia ci va soltanto per prendere il sole, cercando di farsi notare il meno possibile, 1 su 4 (26%), per non socializzare con i vicini di asciugamano, si isola dal mondo ricorrendo a telefonini, lettori mp3 o alle classiche riviste (un buon libro mai), mentre per il 18% l'unica preoccupazione è nascondere ad ogni costo i propri difetti. Solo il 12% cerca di comportarsi in modo naturale e spontaneo.
Le uniche eccezioni nel ''mare di solitudine'' sono le famiglie (32%) con figli, che proprio grazie all'esuberanza dei bambini riescono a rompere l'isolamento da spiaggia, e le coppie di lungo corso (16%), più che disposte ad avvicinare altre coppie per rompere la monotonia della vacanza a due.

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18 agosto 2005
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