Addio Riserve, addio
La Regione siciliana non ha fondi sufficienti e chiude 21 riserve naturali
Ventuno riserve naturali "a scadenza" e sei già chiuse dal 31 dicembre. Lo stallo nelle trattative con Roma per il bilancio provoca le prime vittime: il direttore generale del dipartimento Territorio, Maurizio Pirillo, ha scritto a Legambiente (sei riserve), Wwf (quattro), Lipu (tre), Gre (due), Rangers d’Italia (una), Cai (tre aree) e Cutgana (sette riserve e un’area marina) per comunicare che da dopodomani, sabato 16 aprile, le riserve naturali da loro gestite saranno chiuse.
Peggiore il trattamento per la riserva gestita da Italia Nostra e cinque di quelle del Cutgana, la cui convenzione è scaduta già dall’inizio dell’anno, Il motivo? "Fino all’accordo con Roma - ha spiegato l’assessore Maurizio Croce - in bilancio ci sono 879 mila euro. Abbiamo chiesto una stima dei costi ai gestori: i soldi bastano solo fino al 15 aprile", ossia, fino a domani.
Questa mattina l’incontro tra l’assessore e le associazioni per provare una mediazione. L’obiettivo è stringere la cinghia per tirare avanti. Tirare avanti fino al 30 giugno: "All’appello - dice Croce - manca circa un milione. Ho un accordo con il presidente della Regione Rosario Crocetta e l’assessore all’Economia Alessandro Baccei: se anche entro quella data non arrivasse l’accordo con Roma i soldi si troveranno altrove".
La strada dell’intesa, però, è in salita: "Una presa di posizione di questo tipo - attacca Gianfranco Zanna, leader di Legambiente, che gestisce ben sei riserve - è una follia. Auspichiamo si trovi una soluzione, ma non sarà semplice trovarla. Presentarsi al tavolo con questa lettera non è un buon segnale".
"La sospensione delle attività di gestione delle Riserve naturali è un fatto gravissimo e senza precedenti che rischia, da un giorno all'altro, di vanificare l'enorme lavoro di salvaguardia e la corretta valorizzazione dei tesori naturalistici siciliani", ha detto il presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi. "Si tratta di una decisione incomprensibile - ha aggiunto - e con conseguenze drammatiche non solo per le aree naturali interessate ma anche i tanti lavoratori che hanno garantito (e garantiscono) la gestione delle riserve".
"Così facendo la Regione siciliana procura al proprio territorio un danno di immagine enorme perché invece di investire su località dallo straordinario valore naturalistico e sul turismo sostenibile sceglie un disimpegno totale e improvviso - ha proseguito Bianchi - Si tratta di una scelta irrazionale e pericolosa, in contrasto, per altro, con le direttive comunitarie che non solo non possiamo accettare ma che contrasteremo con tutte le nostre forze perché in gioco c'è, oltre al patrimonio naturale custodito dalle oasi c'è anche il futuro di tantissime famiglie che traggono sostentamento, in modo diretto e indiretto, dall'attività delle riserve".
"Azzerare i presidi che hanno garantito la protezione e la conservazione di luoghi unici al mondo - ha concluso Donatella Bianchi - significa lasciare territori che tutto il mondo ci invidia alla mercé della delinquenza, dell'illegalità, del bracconaggio e della criminalità organizzata".
Il Wwf gestisce in Sicilia 4 delle Riserve naturali regionali che fanno parte del sistema di oltre 100 oasi protette dal Wwf in Italia: tratta Saline di Trapani e Paceco, Torre Salsa, Capo Rama, Lago Preola e Gorghi Tondi.
A chiudere i battenti, oltre a quelle appena citate, saranno anche le Riserve naturali di 'Isola di Lampedusa', 'Macalbue di Aragona', 'Grotta di Santa Ninfa', 'Lago Sfondato', 'Grotta di Sant’Angelo Muxaro', 'Grotta di Carburangeli', 'Grotta dei Puntali', 'Grotta della Molara', 'Grotta Conza', 'Grotta d'Entella', 'Monte Conca', 'Isola delle Femmine', 'Biviere di Gela', 'Saline di Priolo', 'Monte Pellegrino', 'Complesso Immacolatelle e Micio Conti' e 'Isola Bella'.
Tutti paradisi naturali dove fauna e flora sono rimaste incontaminate preservando paesaggi e biodiversità anche grazie al lavoro di uomini e donne che ora rischiano il posto dall'oggi al domani.