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Adesso la posta elettronica acquista valore legale. Nasce l'email con ricevuta di ritorno

Un software, da acquistare da speciali gestori, ''certificherà'' la spedizione e la ricezione delle email

01 febbraio 2005

Il Consiglio dei Ministri ha approvato venerdì scorso in via definitiva il decreto che stabilisce un completo valore legale per la posta elettronica.
Il provvedimento, che diventerà operativo a tutti gli effetti con la prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, stabilisce che l'inoltro di una email spedita con una speciale ricevuta di ricezione ha la stessa valenza di una lettera tradizionale spedita come raccomandata con avviso di ricevimento.
Il decreto, ha spiegato il ministro per l'Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca, "disciplina l'utilizzo della posta elettronica certificata non solo nei rapporti che cittadini ed imprese intrattengono con la pubblica amministrazione, ma anche nelle relazioni tra uffici pubblici, come pure tra privati". "Il provvedimento - ha aggiunto Stanca - è un atto di modernità e siamo tra i primi paesi al mondo ad aver varato una simile disposizione".

"La posta elettronica certificata - ha commentato con soddisfazione il ministro - è una grossa innovazione perché l'email è sempre più diffusa: in Italia ogni giorno vengono spediti almeno 400 milioni di messaggi elettronici (ossia 146 miliardi l'anno), con la proiezione di oltre 500 milioni al giorno nel 2005". Ovviamente non avranno valore legale le "semplici" mail ma solo quelle certificate da uno speciale software e da speciali gestori. "Il servizio - ha spiegato ancora Stanca - sarà acquistabile sul mercato e fornito da operatori qualificati e certificati".
Stanca ha tra l'altro messo in evidenza "i rilevanti benefici che si determineranno nelle comunicazioni, soprattutto da e per la pubblica amministrazione, con effetti positivi non solo in termini di velocità e di efficienza, ma anche di risparmi. Ad esempio, ogni lettera che la pubblica amministrazione invia con i sistemi tradizionali comporta un costo stimato in almeno 20 euro, contro i circa 2 euro di una e-mail". "Solo il ministero degli Esteri - ha ricordato ancora Stanca - con il passaggio dai tradizionali telegrammi, e la loro conservazione, all'email ha diminuito di oltre 17 tonnellate il consumo di carta".

Il decreto regolamenta i due momenti fondamentali nella trasmissione dei documenti informatici: l'invio e la ricezione. "Certificare" queste fasi significa che il mittente riceve dal proprio gestore di posta una ricevuta che costituisce prova legale dell'avvenuta spedizione del messaggio e dell'eventuale allegata documentazione. Allo stesso modo, quando il messaggio perviene al destinatario, il suo gestore di posta invia al mittente la ricevuta di avvenuta (o mancata) consegna, con l'indicazione di data ed orario, a prescindere dalla apertura del messaggio.

Quando il servizio avrà preso piede è prevista l'istituzione di un elenco ufficiale dei gestori di posta elettronica certificata presso il Cnipa, il Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione, al quale sono assegnati compiti di vigilanza e controllo sull'attività degli iscritti.
Quanto ai rischi che importanti comunicazioni possano andare perdute per colpa dei virus informatici, Stanca ha assicurato che verrà creato un doppio filtro da parte dei gestori (del mittente e del destinatario), obbligandoli a bloccare l'invio e la ricezione in caso di presenza di virus e a segnalarlo al mittente.
 

- ''Email certificata sulla pelle di chi?'' da Punto Informatico.it

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01 febbraio 2005
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