Adesso si aspetta la 'short list'...
Il ministro Scajola al Senato per parlare di Termini Imerese: ''Finora sono state presentate 14 proposte...''
"Finora sono state presentate 14 proposte, riguardanti diverse tipologie di attività, per indicare una prospettiva futura allo stabilimento Fiat di Termini Imerese". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, che oggi è intervenuto al Senato sulla situazione dello stabilimento Fiat siciliano, precisando che verrà presentata una ’short list’ sulle iniziative più idonee. "Il Governo ha ritenuto che anche in Italia sia giunto il momento di tornare alla normalità del mercato dell’auto, non rinnovando gli incentivi e intensificando invece il sostegno alla ricerca e all’innovazione", ha dichiarato Scajola, ribadendo "ancora un volta che il Governo è determinato a garantire la vocazione industriale dell'area, privilegiando i progetti del settore automotive".
"Altre iniziative, nel settore terziario, multimediale, turistico, agroindustriale e logistico - ha proseguito Scajola - potranno concorrere a supportare i processi di sviluppo dell'area, integrando e non sostituendo l'utilizzo produttivo del sito. Tra i potenziali investitori vi sono anche imprese straniere e spero che ulteriori manifestazioni di interesse possano scaturire dai contatti avviati anche nel corso delle mie recenti missioni all'estero".
"Per ampliare ulteriormente la gamma delle possibili soluzioni - ha sottolineato il ministro - stiamo poi valutando la possibilità di rivolgere un invito internazionale a tutti i soggetti potenzialmente interessati al rilancio industriale dell'area, sottolineando che sono a disposizione 450 milioni di finanziamenti statali e regionali per migliorare le infrastrutture e sostenere la ristrutturazione del polo produttivo. La situazione è in continua, rapida evoluzione e il Governo - ha assicurato Scajola - è fermamente impegnato ad esaminare a fondo ogni possibile soluzione che consenta di salvaguardare i livelli occupazionali, la professionalità dei lavoratori, la capacità produttiva dell'intero territorio". Perché "Termini Imerese non è un problema solo della Sicilia, ma dell'Italia intera''.
Nello stabilimento siciliano, ha proseguito il ministro, "sono impegnati 1.658 lavoratori. A questi se ne aggiungono altri 300 che operano nell'indotto. Si tratta quindi di 2.000 posti di lavoro in un territorio che offre scarse alternative di impiego. Per questa ragione, l'annuncio del nuovo Piano Fiat ha suscitato comprensibile preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie, allarmate per il proprio futuro". "Il nostro obiettivo è ora individuare quanto prima nuove imprese e nuovi progetti produttivi che possano assicurare la sopravvivenza e lo sviluppo futuro di Termini Imerese dal 2012". Ma "non dobbiamo agire in modo affrettato e approssimativo sull'onda dell'emotività comprensibile, ma che potrebbe farci prendere decisioni poco meditate: abbiamo tempo per selezionare, in modo trasparente, proposte serie ed affidabili". In quest'ottica, "già a gennaio" è stato istituita presso il dicastero "un'apposita task force, con il compito di raccogliere, analizzare e valutare le diverse manifestazioni di interesse per nuove attività produttive". "I lavori della task force, di cui faremo una prima verifica il 5 marzo prossimo nel tavolo tecnico con la Regione, la Fiat e i sindacati - ha fatto sapere - potranno consentire di individuare i progetti più adeguati alle esigenze del territorio". ''Imprescindibile'' per il Governo ''il mantenimento dell'occupazione e la salvaguardia della presenza industriale sul territorio".
"La situazione specifica dello stabilimento siciliano - ha evidenziato ancora il ministro per lo Sviluppo economico - va inquadrata nella prospettiva più ampia del settore automobilistico, che nell'ultimo decennio ha subito profondi cambiamenti. Bastano pochi dati per comprendere quanto sia mutato lo scenario: in Europa il numero dei marchi automobilistici è diminuito dai 58 del 1964 agli attuali 22; il numero dei modelli in produzione, per contro, è aumentato da 72 a più di 200". Negli ultimi anni, ha sottolineato Scajola, "l'offerta di auto nel mondo è stata superiore alla capacità di assorbimento del mercato: le aziende hanno aumentato considerevolmente la propria capacità produttiva, anche attraverso la realizzazione di molti nuovi impianti produttivi". Per quanto riguarda il nostro Paese, "il Governo ha ritenuto che anche in Italia sia giunto il momento di tornare alla normalità del mercato dell'auto, non rinnovando gli incentivi e intensificando invece il sostegno alla ricerca e all'innovazione".
L'esposizione del ministro è stata interrotta da un colorato scambio di battute con il senatore siciliano del Pd Costantino Garraffa che ha accusato Scajola di dire delle bugie sulla situazione della Fiat a Termini e sulle iniziative del governo. "Lei non si può permettere di dire che un ministro dice bugie!! Lei è un maleducato e un bugiardo", ha replicato uno Scajola urlante. Il presidente di turno dell'assemblea, Domenico Nania, dopo aver richiamato energicamente il senatore Garraffa ha sospeso la seduta.
"Siamo tutti impegnati, governo, parti sociali e imprese", aveva detto il ministro prima dell'interruzione. "Mi rendo conto - aveva proseguito, vedendo che montava la protesta dal settore dell'opposizione - che siamo in campagna eletttorale per le regionali ...".
Il segreatrio del Partito democratico a Termini Imerese... - "Dieci-dodici offerte per lo stabilimento della Fiat di Termini Imerese sono troppe, ne serve una e che sia seria". Questo il punto di vista del leader del Pd, Pier Luigi Bersani, ieri a Termini Imerese dove ha incontrato il sindaco Salvatore Burrafato e una folta rappresentanza di lavoratori e i sindacati. "Sono qui - ha aggiunto - per esprimere la vicinanza e la solidarietà del Pd ai lavoratori della Fiat. Questa è una vicenda che non può essere solo siciliana ma nazionale e di cui tutti dobbiamo caricarci perché abbiamo qui la prospettiva industriale, prospettiva che non può prescindere dal Sud".
"Il governo ha commesso una ingenuità legando il tema degli incentivi alla questione Termini Imerese", ha detto ancora Bersani. Rispetto al ruolo che dovrebbe assumere la Fiat nella vertenza Termini Imerese, Bersani ha aggiunto: "bisogna tenere la Fiat al tavolo di confronto, fino a che non si trovi una soluzione industriale credibile".
Bersani si è poi recato davanti ai cancelli dello stabilimento dove agli operai che uscivano dal secondo turno ha detto: "Lo stabilimento di Termini Imerese non può e non deve essere chiuso". Gli operai hanno applaudito, anche se lo stato d'animo più evidente continua ad essere la rassegnazione e la rabbia: "Hanno già deciso di farci fuori", ha gridato qualcuno. "Noi faremo in modo che non sia così", ha risposto Bersani.
Quando un operaio gli ha porto una maschera colorata raffigurante il volto di Sergio Marchionne con i denti da Dracula, Bersani l'ha indossata, incoraggiando i lavoratori, alcuni dei quali indossavano la stessa maschera. "Non mollate e non molliamo, non siate pessimisti", ha proseguito, annunciando che costituirà un gruppo di lavoro nel Pd sull'auto, sulla Fiat e sulla crisi di Termini Imerese. "Sappiate - ha infine assicurato alle tute blu che lo ascoltavano - che la sede romana del partito per voi sarà sempre aperta". "Non perdete la fiducia, questa è una battaglia che non bisogna perdere".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, La Sicilaiweb.it, LiveSicilia.it]