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ADHD: il parere dei genitori italiani

Il 96,7% dei genitori italiani ha detto di NO agli psicofarmaci per i bambini ''iperattivi''

20 luglio 2005

Guidasicilia.it ritorna ad occuparsi della delicata tematica sull'utilizzo degli psicofarmaci sui bambini ritenuti affetti da iperattività patologica, in inglese ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), e ritorna ad occuparsene partendo dai risultati ottenuti da un indagine fatta per la campagna nazionale di farmacovigilanza ''Giù le mani dai bambini'' con il patrocinio del Segretariato Sociale della Rai, della Federazione italiana Medici e altri enti.
Il  96,7% dei genitori intervistati ha risposto un secco NO ad una definizione troppo facile di bambino iperattivo e, soprattutto, NO ad un uso 'leggero' di psicofarmaci per calmarli.
Su un campione di 1.300 papà e mamme con un'età media di 36 anni (statisticamente rappresentativo di tutto il territorio nazionale), il 97,1% ritiene che alcuni malesseri infantili o adolescenziali abbiano un'origine ambientale o sociale, quali i rapporti in famiglia o con gli amici, e non di natura organica.
Soltanto il 3,3% è convinto che una pastiglia o uno sciroppo siano la valida soluzione a sbalzi d'umore, depressione o altri disagi, anche meno evidenti. E soltanto il 2,7% condivide la prassi secondo cui una corretta diagnosi di malattia psichica per un bambino possa essere fatta basandosi sulla compilazione di semplici questionari.
E proprio i famosi test sono oggetto di aspra critica da parte dei genitori e della associazioni promotrici del sondaggio.

Parrebbe il classico test da compilare sotto l'ombrellone - osservano - invece bastano sei risposte affermative su due serie di domande, per etichettare il bambino come 'iperattivo', con l'indicazione di ''approfondimento diagnostico e da indirizzare ai centri per la somministrazione di psicofarmaci ai minori in fase di attivazione sul territorio''.
Ai genitori sono rivolte domande che rischiano fortemente di disegnare un profilo di bambino-ragazzino medio italiano molto diffuso: ''Da seduto giocherella con le mani o con i piedi o non sta fermo e si dimena'', ''Non riesce a stare seduto'', ''Ha difficoltà ad aspettare il turno''.
Oppure: ''Ha difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle sue attività'', ''Perde le cose necessarie per il lavoro o le attività (per esempio diario, matite, libri...)''.
Questo spiega - concludono - perché in una recente ricerca del Ministero della Salute 1 bambino italiano su 10 è stato classificato come ''malato di mente''.
Tra l'altro sono già due i casi giudiziari in Piemonte che vedono le famiglie protestare per quella che ritengono un'indebita ingerenza nella vita dei loro figli. Il padre di un bambino di 8 anni si è rivolto alla Procura sostenendo che il piccolo è stato sottoposto a un test senza autorizzazione; una madre perché contesta il supporto di una psicologa per evitare la bocciatura della figlia.

I due casi sopra accennati sono stati segnalati alla redazione di Guidasicilia.it dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani - Onlus (CCDU), e vengono di seguito pubblicati

Test per l'ADHD all'insaputa dei genitori
Ecco quanto ha dettagliatamente riportato il 13 luglio 2005, alla magistratura di Torino il sig. Giorgio Scialuga: ''Tutto è iniziato parecchio in sordina, quasi nel modo più banale: il 27 ottobre sul diario di mio figlio di 8 anni, viene richiesta l'autorizzazione per un test sul deficit di attenzione e iperattività su tutti i bambini della sua classe, su richiesta del dipartimento di neuropsichiatria dell'università di Torino. Essendo io e mia moglie totalmente contrari a qualsiasi tipo di ingerenza nelle attività scolastiche da parte di psichiatri o psicologia abbiamo negato il nostro consenso. Pochi giorni dopo, parlando con mio figlio, scopro che il test è stato ugualmente somministrato, addirittura pochi giorni prima della richiesta di autorizzazione del 27 ottobre, la cosa si è rivelata ancor più grave quando ho scoperto che i test erano tutt'altro che anonimi''.
Il signor Scialuga aggiunge: ''Sono rimasto molto turbato dall'accaduto poiché sono stati calpestati i miei diritti come genitore ed il diritto alla privacy di mio figlio, e poi con quale diritto il dipartimento di neuropsichiatria infantile svolge questo genere di indagini all'interno delle scuole? E senza ottenere prima il consenso scritto da parte dei genitori? Credono forse di essere al di sopra della legge italiana?''.
I genitori del bambino si sono rivolti alla sezione regionale del CCDU per denunciare quanto accaduto e ricevere tutela. Giorgio Scialuga ha quindi deciso di depositare un esposto presso la procura della repubblica di Torino.

Milano, 13 luglio 2005
Ufficio Stampa CCDU

Madre rifiuta di mandare il figlio dalla psicologa e le maestre lo bocciano!
Esposto alla Procura di Torino

Mentre qualcuno denuncia troppe polemiche sul Ritalin, farmaco efficace nella ADHD (deficit di attenzione con iperattività) una mamma di Torino, Gisella ha depositato un esposto presso la procura della repubblica di Torino.
La madre ha dichiarato: ''A fine maggio 2005 le due insegnanti di mio figlio ci hanno messo di fronte ad una scelta, bocciare il bambino facendogli così ripetere la classe seconda elementare oppure promuoverlo alla classe terza a patto che venga seguito da una psicologa. Ci siamo rifiutati. Che cosa vuol dire una proposta del genere? Se mio figlio ha conseguito i risultati attesi per la sua classe deve essere promosso, se non li ha conseguiti deve ripetere l'anno. Cosa c'entra la psicologa: gli psicologi si sono forse sostituiti agli insegnanti? Questo approccio è inaccettabile ed abbiamo così ritirato nostro figlio dalla scuola per iscriverlo ad un'altra".  

Usare la scuola come veicolo di promozione per disturbi che possono portare i bambini a trattamenti farmacologici futuri può avere conseguenze molto pericolose.
Per ogni malattia, dal cancro al raffreddore, dall'infarto al diabete, la medicina possiede: test oggettivi (macchinari, esami di laboratorio, radiografie, ecc.) che ne provano o meno la presenza, al di là del parere di chiunque. Le opinioni dei singoli, i pareri personali non contano nulla in medicina. Questo è ciò che rende la medicina una scienza. Una scienza che è ancora imprecisa, che è ben lungi dal ''sapere tutto'', ma certamente una scienza, in quanto adotta e si avvale unicamente del metodo scientifico.
L'ADHD è di fatto una diagnosi fondata unicamente sul riscontro di sintomi.
Nessuno vuole negare che esistano bambini con problemi di varia natura e genere; che vi siano anche bambini che manifestano un'esasperata iperattività, disattenzione e difficoltà d'apprendimento, ma racchiuderli solo ed in un'unica categoria nosologica ed affermare che questi siano un numero enorme, è semplicemente un'operazione di marketing.

Il Dottor. Roberto Cestari, Presidente del CCDU Italia afferma: ''Il pericolo del fenomeno ADHD non riguarda solo i bambini ed i loro genitori, ma l'intero mondo medico scientifico. Se dovessimo accettare questa tendenza Ritalinpseudoscientifica, ciò potrebbe portare ad un progressivo ed inarrestabile degrado della scienza stessa''.
Riteniamo sarebbe opportuno abbassare i toni della polemica, riaccostando la scienza alle sue caratteristiche di modestia e prudenza.
L'allarme lanciato da molte associazioni ed enti a livello nazionale ed internazionale, scaturisce unicamente dalla constatazione dei seguenti fatti:
- quasi 8 milioni di bambini etichettati e drogati nei soli USA;
- quasi duecento morti correlate al trattamento
- un giro di affari enorme che sostiene questo mercato
Sulla base dei dati sinora emersi il fenomeno ADHD sembra obbedire, più che ad un allarme medico scientifico, ad una precisa strategia di marketing.
Ricordiamoci che ricercatori dell'MD Anderson Cancer Center presso l'Università del Texas, hanno mostrato un danno cromosomico in 12 bambini che assumevano ''Ritalin'' da 3 mesi.
Esperti dell'FDA, (Food and Drug Administration), del NIH (National Institutes of Health) e dell'EPA (Environmental Protection Agency) stanno esaminando i dati dei ricercatori dell'MD Anderson Cancer Center per accertare l'eventuale pericolosità del farmaco.
La Food and Drug Administration statunitense ha tra l'altro disposto il ritiro di uno spot del farmaco ''Strattera'', prodotto da Eli Lilly e indicato per il trattamento del disturbo da deficit di attenzione e di iperattività (ADHD) nei bambini e negli adulti.

Milano, 06 luglio 2005
Ufficio Stampa CCDU

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20 luglio 2005
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