Affari online. Sequestrati millecentosessantasette reperti archeologici di origine siciliana venduti in un'asta online
Mentre si attendono ulteriori mosse, da un parte dal Getty Museum di Los Angeles, dall'altra dal ministero italiano per i Beni culturali, per quel che riguarda il ritorno in Italia delle tante opere d'arte trovate nel suolo nazionale in tempi più o meno recenti, e mentre sembra che a far ritorno da Malibù in Sicilia, sarà molto probabilmente la bella ''Venere di Morgantina'', nei giorni scorsi i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale in collaborazione con i militari dell'Arma del comando provinciale di Catania, hanno sequestrato ben millecentosessantasette reperti archeologici, di epoche diverse e tutte di origine siciliana.
I pezzi erano nelle case di due indagati per ricettazione, ad Acireale e Catania che, secondo gli investigatori, li avevano messi in vendita all'asta su eBay, la più celebre e utilizzata asta online, della quale il provider è comunque risultato completamente estraneo alla truffa, e che ha collaborato attivamente alle indagini.
Tra i reperti sequestrati la maggior parte (733 pezzi), sono costituiti da monete antiche in oro, argento e bronzo, tutte ricollegabili ad antiche zecche siceliote, greche, romane, bizantine ed arabe. Sono stati, inoltre, sequestrati piccoli oggetti in bronzo quali fibule, anelli, punte di freccia, statuette ed ancora oggetti fittili quali unguentari, lucerne, pesi da telaio e piccoli vasi acromi ed a figure nere del periodo greco e romano.
Tutto il materiale sequestrato è stato affidato alla locale Soprintendenza, i cui funzionari archeologi hanno già provveduto ad una loro prima schedatura tecnica, riconoscendo tutti i pezzi come autentici.
I prezzi dei reperti finiti all'asta online, variavano da poche decine di euro a qualche centinaia, come per le monete greche in argento in buono stato di conservazione. L'attività si ricollega, per le modalità d'indagine ed operative, ad una più vasta operazione denominata 'Archeoweb', la cui prima fase si è conclusa ad opera dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Sicilia nello scorso mese di marzo e che ha già portato alla denuncia di 25 persone ed al sequestro di quasi 9.000 reperti archeologici, che fortunatamente non hanno preso il volo verso lontani paesi.