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Affidato agli sms il passaparola per organizzare feste ''libere''

21 settembre 2001
Intorno agli anni '90 si organizzavano i rave party, in ville abbandonate o in strutture industriali dismesse, lontane dai centri abitati e dai curiosi.

E la gente veniva invitata, con discrezione, con il metodo del "passaparola".

Con l'avvento dei telefoni cellulari e di Internet, il passaparola è stato sostituito dai messaggi sms e c'è chi ne ha approfittato per allestire un fitto calendario di feste, tutte "libere" dai controlli della Siae e dalle misure di sicurezza.

Si organizzano anche in case private feste a pagamento "esentasse", violando la normativa della Siae e in barba a ogni legge fiscale, di tutela dei diritti d'autore e di sicurezza.
In alcuni casi si tratta praticamente di discoteche abusive, capaci di offrire le stesse attrazioni dei locali da ballo regolarmente registrati.

Da alcuni blitz risalenti al mese di luglio è partita un'inchiesta che ha portato alla scoperta di una rete di feste a pagamento lanciate su appositi siti Internet, spiegate per email e sms e confermate in modo tradizionale.

"Oltre alla consistente evasione tributaria - spiegano i finanzieri - il pericolo reale è per l'incolumità delle persone a causa dell'assoluta mancanza dei requisiti di legge necessari a garantire l'incolumità di chi frequenta quei locali. Spesso mancano le uscite di sicurezza e i sistemi antincendio".

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21 settembre 2001
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