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Affinché le loro idee continuino a camminare sulle nostre gambe...

A Palermo sono attraccate le Navi della Legalità: una si chiama Giovanni, l'altra Paolo. Per non dimenticare

23 maggio 2013

Sono sbarcate anche quest’anno le Navi della Legalità nella Città tutto porto, Panormus, Palermo. A bordo tremila studenti da ogni parte del Paese.
Si chiamano Giovanni e Paolo le due Navi della Legalità e sono salpate dai porti di Civitavecchia e Napoli. Una grande folla di giovani palermitani ha accolto le migliaia di studenti e professori accompagnatori giunti nel capoluogo siciliano per non dimenticare il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, oggi, nel giorno in cui, 21 anni fa, si consumava la prima strage di mafia, quella che si portava via dalla vita terrena, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

"Abbiamo vinto la sfida del meteo, siamo qui insieme a voi" ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, salutando i ragazzi siciliani che hanno accolto con uno sventolio di bandierine tricolore e con le note dell'Inno di Mameli i coetanei arrivati da tutta Italia. "Al momento di partire stavamo per abbandonare l'idea ma abbiamo deciso che le sfide vanno affrontate e abbiamo vinto questa sfida. Così, nonostante il mare mosso, siamo riusciti ad arrivare. E' la prima volta come presidente del Senato, ma l'emozione è sempre la stessa. Vedere tanti giovani qua è una grande emozione". "Sarebbe stata una giornata molto diversa senza questa accoglienza e l'unione di tutta di tutta l'Italia qui - ha aggiunto -. E' un bellissimo giorno, la Sicilia è sempre accogliente con tutti quelli che vengono in questa terra".
Quindi, rispondendo ai giornalisti in merito alla presunta trattativa Stato-Mafia, il presidente del Senato ha detto che "le indagini sono in corso. I processi si devono fare, alcuni sono già stati fatti, dobbiamo continuare sempre nella ricerca della verità. Verità e giustizia sono valori fondamentali, cui ci hanno educato Giovanni e Paolo". "Spero - ha continuato - che anche la politica possa dare un contributo, per quello che può, attraverso delle commissioni come ci sono sempre state per esempio l'Antimafia per dare un contributo anche ai magistrati e completare il quadro attraverso audizioni che possano essere utili".

Sul palco dopo di lui ha preso la parola anche Don Luigi Ciotti imbarcato sulla Nave proveniente da Napoli per esortare tutti a tenere viva la memoria dei due magistrati e di tutte le vittime della mafia. "Il miglior modo per ricordare Giovanni e Paolo è quello di impegnarsi di più tutti perché la speranza deve portare il nostro nome". Il sacerdote contro la mafia ha sollecitato i giovani ad impegnarsi tutti in prima persona perché "nella vita bisogna fare delle scelte", e portarle avanti con impegno e serietà. Sottolineando l'importanza della scuola ha quindi ha invitato a togliere la congiunzione tra le parole 'conoscenza e responsabilità', e a trasformarla in un verbo perché "conoscenza è responsabilità".

Per l'occasione il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio a Maria Falcone, presidente della Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone". "Le immagini dello spietato agguato restano indelebili nella memoria degli italiani, rinnovando l'angoscia di quel giorno e il ricordo commosso del sacrificio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e degli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, addetti alla loro tutela. L'attentato, replicato a distanza di poco più di un mese da quello in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, rappresentò uno dei momenti di massima violenza eversiva dell'attacco della mafia allo Stato". "L'Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi che sacrificarono la loro vita a difesa della legalità e della democrazia - spiega Napolitano nel messaggio reso noto dal Quirinale -. La battaglia e l'esempio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino diedero i loro frutti. Le indagini e gli interventi della Magistratura e delle Forze dell'ordine consentirono di contrastare con ancora maggiore efficacia vecchie e nuove forme di penetrazione e aggressione criminale". "L'impegno prosegue instancabilmente con rinnovati successi e vede unite le forze politiche e sociali. Così come - e l'ho ricordato un anno fa a Palermo - prosegue l'impegno di perpetuare nel ricordo riconoscente i percorsi umani e professionali di coloro che sono caduti vittima del brutale attacco delle mafie - prosegue il capo dello Stato -. In questo contesto la mobilitazione di coscienze e di energie - promossa dalla Fondazione nel nome di Giovanni e Francesca Falcone e testimoniata dagli studenti che arrivano a Palermo a bordo delle navi della legalità - costituisce un contributo prezioso, divenuto ormai insostituibile, per la diffusione della cultura della legalità tra le generazioni più giovani. Ai partecipanti al convegno e ai ragazzi, il cui entusiasmo suscita speranza e fiducia, vanno il mio affettuoso saluto e il più fervido augurio di buon lavoro - conclude Napolitano rivolgendosi a Maria Falcone -. A lei, cara Presidente e a tutti i famigliari, i sentimenti di gratitudine e di solidarietà del Paese".

Nelle Navi della Legalità anche il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, il sottosegretario all'Istruzione, Marco Rossi Doria, il commissario antiracket, Giancarlo Trevisone e il presidente Rai Anna Maria Tarantola.
Decine gli striscioni preparati dai giovani con tanti slogan antimafia: "la libertà non ha pizzo", "mafiosi voi come arma avete il terrore, noi il coraggio come Falcone e Borsellino", "l'antidoto della mafia è la memoria", "insieme liberamiamoci dalle catene di tutte le mafie", "le loro idee camminano sulle nostre game e ora tocca a noi". "Uno splendido esercito di legalità", dice Maria Falcone.
Arrivando nell'aula bunker del carcere Ucciardone, il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha invece voluto ribadire che "l'impegno del governo contro la mafia è un impegno serio, fermo e molto deciso". "Abbiamo già detto che non abbiamo nessuna intenzione di arretrare nel contrasto alla criminalità organizzata - prosegue Cancellieri - la volontà c'è, non c'è nessun ripensamento e la combatteremo fino in fondo. La lotta è anche contrasto alle ricchezze di Cosa nostra. E su questo siamo intenzionatissimi ad andare avanti".
"La giornata di oggi è una giornata importante, non scordatela mai", affinché tutto ciò che rappresenta "cammini con le vostre gambe", ha detto dal canto suo il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza sottolineando che "l'Italia ha bisogno dei giovani in un momento difficile come quello che sta attraversando il nostro Paese". Il ministro scherzando sul mare grosso che ha creato disagi a molti ragazzi e sulla presenza nel piazzale del porto di molti studenti ha detto di voler stringerli tutti in un grande abbraccio e di aver rinunciato al discorso ufficiale.

In questa giornata importante, perché è importante non dimenticare in qualsiasi forma il ricordo si eserciti, le parole di Beppe Grillo dette durante un intervento per la campagna elettorale delle amministrative di domenica, fanno un po male, forse perché pensiero, purtroppo, condiviso da molti: Grillo: "Andreotti lo hanno seppellito o insabbiato? Abbiamo ancora al governo la gente che ha ucciso Falcone e Borsellino".

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23 maggio 2013
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