Affronterebbero uno tsunami pur di realizzare il loro sogno....
Dopo quattro giorni di tregua a Lampedusa riprendono gli sbarchi. Tanti giovani tra i migranti in fuga dalla miseria, in cerca di normalità
AGGIORNAMENTO
Un peschereccio in precarie condizioni, con a bordo oltre 400 persone, ma potrebbero essere quasi 500, si sta avvicinando a Lampedusa scortato da quattro unità della Guardia costiera. L'imbarcazione è attualmente a circa dieci miglia dall'isola: "Non riesce a mantenere la rotta e ad ogni virata si inclina pericolosamente. Noi siamo pronti ad intervenire per ogni evenienza", spiega uno degli ufficiali delle capitanerie di porto che si trovano a bordo delle motovedette che stanno monitorando la situazione.
L'imbarcazione è stata avvistata stamani alle 7.50 da un elicottero della Marina militare imbarcato su una nave impegnata nel controllo dei flussi migratori. Il peschereccio si trovava a circa 40 miglia a sudest di Lampedusa, ma stava seguendo una rotta che lo avrebbe condotto sulle coste siciliane, all'altezza di Licata. Non sarebbe arrivato prima di domani mattina e, probabilmente - sottolineano alle Capitanerie di porto - non sarebbe arrivato affatto, viste le sue precarie condizioni e il fatto che il mare è in repentino peggioramento. Verso il peschereccio si sono così dirette tre motovedette ed un pattugliatore della Guardia costiera, che hanno indicato alle persone a bordo la rotta più breve e sicura, cioè quella per Lampedusa. Il peschereccio sta attualmente procedendo verso l'isola, a lentissimo moto, sempre scortato dalle unità delle Capitanerie di porto a bordo delle quali ci sono anche dei sommozzatori. Giunti in prossimità di Lampedusa a bordo saliranno dei marinai della Guardia costiera per effettuare in sicurezza le manovre di ormeggio.
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Solo quattro giorni. All'orizzonte nessun barcone, per le strade nessun migrante, purtroppo anche nessun turista. Ma la speranza di poter ricominciare presto. Poter riprendere le sorti di Lampedusa, gioiello del Mediterraneo. Ma la tregua è finita, solo dopo quattro giorni...
Migliorate le condizioni meteo-marine, sono ripresi gli sbarchi. Un barcone con 50 extracomunitari, tra cui due donne e due minori, che hanno detto di essere tunisini, è stato soccorso in nottata da una motovedetta della guardia di finanza a 12 miglia dall'isola.
Gli immigrati sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola dove si trovano ancora 24 minori che dovrebbero essere trasferiti nelle prossime ore verso altri centri italiani. Per i tunisini dovrebbe invece scattare il rimpatrio, in base all'accordo bilaterale stipulato il 5 aprile scorso. L'ultimo sbarco a Lampedusa risaliva a venerdì scorso: un barcone con 221 profughi partiti dalla Libia.
Un altro barcone in difficoltà, con circa 250 migranti, è stato avvistato a 40 miglia a sud di Lampedusa (Ag). Nella zona si stanno dirigendo quattro motovedette della Guardia Costiera per prestare i primi soccorsi...
"Fatemi portare via mio figlio..." - "Sono venuta per prendere mio figlio e portarlo via con me". Sono questa le parole di una donna tunisina, con passaporto francese, che ieri mattina si è presentata presso la stazione marittima di Lampedusa, dove da sabato scorso si trova un gruppo di una trentina di nordaficani, tra cui il figlio - che dovrebbe essere rimpatriato nelle prossime ore - per convincere le autorità a non farlo partire. Il giovane, che ha appena compiuto 18 anni, alla vista della madre è svenuto per la gioia. È stato subito accompagnato presso la guardia medica dell'isola, dove la donna ha potuto finalmente riabbracciarlo. La signora, che vive da diverso tempo in Francia dove ha acquisito la cittadinanza, ha supplicato le forze dell'ordine di consentire al figlio di partire con lei. In base all'accordo Italo-Tunisino, infatti, il giovane dovrebbe essere rimpatriato.
Sempre ieri, una decina di quei tunisini che da sabato scorso sono in attesa di essere rimpatriati, sono fuggiti dalla stazione marittima dell'isola. Una fuga durata poco. Quasi tutti, infatti, sono stati subito riacciuffati dalle forze dell'ordine. I migranti, che si trovano in condizioni precarie, protestano contro i rimpatri e chiedono di ottenere lo stesso permesso temporaneo di soggiorno rilasciato ai loro connazionali sbarcati a Lampedusa prima dell'accordo italo-tunisino del 5 aprile scorso.
Molti dei tunisini che arrivano nella maggiore delle Pelagie, hanno tra i 15 e i 17 anni, ma si sentono uomini. E anche le loro famiglie li considerano tali, tanto da mandarli in avanscoperta in un Paese straniero per sfuggire ad un destino di miseria, nella speranza di raggiungerli. Soprattutto perché sanno bene che i minorenni hanno diritto ad una speciale tutela, secondo norme e convenzioni nazionali e internazionali.
"Sono ragazzi che affronterebbero uno tsunami, senza tirarsi indietro di fronte a nessun rischio, pur di realizzare il loro sogno". A descrivere i giovanissimi migranti tunisini che sbarcano a Lampedusa, oltre 300 fino ad oggi, è Melita Ricciardi, vicepresidente dell'Ordine degli psicologi della Sicilia, esperta di emergenza. "Questi ragazzi - dice l'esperta che coordinerà la task force di psicologi, allertata fin dall'inizio dell'emergenza per intervenire a Lampedusa e che partirà appena ci sarà il via libera definitivo alla missione - assomigliano più che ai nostri giovani, ai loro coetanei italiani che nel secolo scorso migravano. Hanno meno strumenti psicologici, si può dire che sono più fragili e veramente disperati. Ma hanno anche risorse che noi abbiamo dimenticato e la disperazione serve loro a reagire. Ho in mente l'intervista di un ragazzo tunisino 16enne, ripreso prima che partisse. Guardava il volto della madre e gli veniva da piangere. Ma invece di farlo induriva lo sguardo, perché doveva fare l'uomo: è quello che la sua gente si aspetta da lui".
C'è una cultura diversa di cui tenere conto: alla loro età nel loro Paese non sono considerati adolescenti ma giovani adulti. "Dalla loro parte c'è questa speranza fortissima - dice - da cui trarre forza". Il numero di minori migranti, "inatteso", ha spiegato il presidente dell'Ordine degli psicologi siciliani, Paolo Bozzaro, "ha messo molto in difficoltà la macchina dell'emergenza". "La Prefettura di Catania ci ha coinvolti - ha aggiunto - per attivare rapidamente un corso per la formazione di chi accoglie i minori. Non ci sono infatti sufficienti comunità che hanno i requisiti richiesti dalla legge per ospitarli". Ed è proprio questa maggiore tutela dei minori, sottolinea Bozzaro, che spesso spinge "le famiglie ad inviarli in avanscoperta, nella speranza che loro possano restare e far in modo che altri parenti possano raggiungerli".
L'Associazione culturale pediatri e la Società italiana di medicina delle migrazioni, esprimono preoccupazione per la situazione dei minori immigrati sbarcati a Lampedusa e lanciano un appello per la completa applicazione di norme e convenzioni internazionali che tutelano i diritti degli under 18 e ricordano che i giovanissimi migranti "vogliono accudimento (strutture adeguate, cibo, igiene), ma urlano anche la loro richiesta di aiuto e di ascolto, in quanto persone con bisogni e diritti specifici".
Queste le normative, sinetizzano le due associazioni, "precise e vincolanti per chi si occupa di minori": 1) I minori non accompagnati non possono essere espulsi; 2) Può essere disposto il 'rimpatrio assistito' del minore non accompagnato solo qualora il superiore interesse del minore lo richieda e dopo aver ascoltato l'opinione del minore; 3) Non possono essere trattenuti nei Cie né nei Cda; 4) Devono essere accolti presso comunità di accoglienza per minori e ottenere un permesso di soggiorno che deve essere rilasciato entro 20 giornio dalla domanda che deve essere presentata al più presto dal tutore o dal legale rappresentante dopo l'inserimento del minore in comunità; 5) Vanno accelerate e rese uniformi su tutto il territorio nazionale le procedure per la nomina del tutore; 6) I minori non accompagnati richiedenti asilo dovrebbero essere inseriti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ing, Ansa, Adnkronos Salute]